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Kosovo, un anno dopo
Andrea Pinchera
The Economist, 24 marzo 2000
"Perdere la pace?". La copertina del nuovo Economist è dedicata
all'anniversario dell'intervento della Nato in Kosovo. Dopo avere vinto la guerra con la
Serbia, e avere spedito le proprie truppe a occupare la regione a maggioranza albanese,
l'alleanza atlantica si trova in un mare di guai. Le Nazioni Unite e la Nato avevano, e
hanno, grandi ambizioni sulla ricostruzione del Kosovo, sulla necessità di rendere questo
luogo di dolore una terra prospera, pacifica, multietnica. Molto più facile a dirsi che a
farsi, sostiene il settimanale inglese: "Questo posto è un disastro, e non solo
perché è stato un terreno di battaglia l'anno scorso. Al contrario, sebbene i
combattimenti e i saccheggi abbiano lasciato le loro cicatrici, da almeno sei mesi a
questa parte la maggior parte dei rifugiati che erano stati allontanati sta energicamente
ricostruendo le proprie case e le proprie vite". Le principali difficoltà, scrive The
Economist, sono precedenti la guerra: "Una è rappresentata dal leader serbo,
Slobodan Milosevic, ancora al potere a Belgrado e ancora in grado di creare problemi
dovunque voglia. L'altra difficoltà è la lunga storia di odio tra i serbi del Kosovo e
la maggioranza di albanesi da loro a lungo oppressi". Ma a queste difficoltà va
aggiunta una familiare mistura di dissensi, rivalità e confusione tra quelle nazioni
presenti in armi nella regione e che dovrebbero guidarne la ricostruzione con il consenso
di Russia e Cina. Ecco perché "il rischio è che la Nato, vinta la guerra, perda la
pace".
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