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Primarie
Usa: ma la realta’ dov’era?
Raffaele Oriani
The Economist, 16 marzo 2000
Lucido,
essenziale, incisivo come spesso gli accade di essere, l’Economist di
questa settimana affronta il tema della passata e prossima campagna
presidenziale americana. Le primarie sono praticamente alle spalle, ci
sono otto mesi di tempo per arrivare a quella fatidica data del prossimo
novembre in cui si eleggera’ il primo presidente Usa del nuovo
millennio. Un mondo nuovo, un’economia che sta cambiando i connotati
di business e vivere sociale, un paese che corre come non aveva mai
fatto prima; una politica che segue invece vecchi schemi, vecchi temi e
vecchie ritualita’. E’ questo in sostanza il messaggio delle
primarie di quest’anno ed e’ questo secondo l’Economist il dato
piu’ deludente di questa prima tornata elettorale del 2000. Deludente
sia per i democratici che per i repubblicani: Al Gore infatti per
battere l’ex campione sportivo Bradley ha dovuto scendere a
compromessi molto onerosi con le Unions che – a parere del settimanale
londinese – rappresentano uno degli attori piu’ antiquati sulla
scena pubblica americana; Bush dal canto suo ha dovuto gettare la
maschera di ‘conservatore compassionevole’ per indossare quella di
militante anticattolico e di
campione dell’integralismo Wasp. Beninteso, anche questa e’ una
maschera e in caso di vittoria non sara’ troppo difficile per Bush
liberarsene alla prima occasione, ma resta il fatto che la contesa
elettorale non ha affrontato nessuno dei nuovi temi posti dalla
rivoluzione tecnologica che si e’ compiuta e si sta compiendo negli
ultimi e nei prossimi anni. A Silycon Valey si guarda ormai alla
politica come a un’arena di dinosauri che si illudono a torto di poter
avere una qualche presa sugli eventi. A Londra si sottolinea che le
uniche reali sollecitazioni culturali delle primarie sono giunte
dall’outsider John Mc Cain. Ed e’ proprio chi sapra’ parlare a
quegli elettori di mezzo che hanno votato per Mc Cain che, secondo l’Economist,
vincera’ il grande confronto del prossimo novembre.
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