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Mc Cain candidato ideale del Great Old Party
Raffaele Oriani
The Economist, 2 marzo 2000
LEconomist voterebbe per John Mc Cain. Con questa inconsueta
dichiarazione si conclude leditoriale di questa settimana del settimanale
britannico. Non e chiaro se dobbiamo intenderla come una presa di posizione per Mc
Cain come candidato repubblicano, o addirittura come nuovo presidente degli Stati Uniti
dAmerica; certo e che a detta dei guru di Londra il senatore eroe del Vietnam
avrebbe le maggiori chance di battere il candidato Gore che da parte sua sembra ormai
sicuro della nomination democratica. Perche questo cambiamento di prospettiva,
quando solo pochi mesi fa i polls davano Bush vincente su Gore di ben diciannove punti
percentuali? E semplice: per battere il rivale, Bush jr. si e spostato
pericolosamente a destra, molto piu a destra della maggioranza dellelettorato
americano. In uneventuale scontro diretto contro Bush Al Gore non avrebbe ad esempio
che da far riferimento al comizio del rivale in ununiversita dichiaratamente
razzista della South Carolina: Bush finirebbe con lapparire un ferrovecchio
indigesto allopinione pubblica moderata e maggioritaria. Mc Cain invece
il
senatore dellArizona sembra avere tutte le carte dalla sua: e moralmente
superiore a tutti i suoi contendenti per la sua vicenda personale di militare e
prigioniero di guerra nel Vietnam; e un conservatore dichiarato che pero ha
saputo accreditarsi di simpatie liberal, catturando quindi il favore di indipendenti e
democratici moderati; e a suo modo un outsider come tutti i grandi rinnovatori del
partito repubblicano da Ike Eisenhower a Ronald Reagan; puo attaccare a testa bassa
i punti deboli di Al Gore sul deficit etico dellAmministrazione Clinton. Avrebbe
insomma molte cartucce a disposizione e per questo lEconomist lo incorona candidato
ideale del GOP per le presidenziali 2000. Non e un sostegno da poco.
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