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Se lEuropa e sempre piu simile
agli States
Raffaele Oriani
The Economist, 20 febbraio 2000
LEconomist di questa settimana dedica editoriale e copertina al Vecchio
Continente. Cose Europa? si chiede il settimanale londinese. La domanda
puo sembrare gratuita e piu adatta ad un convegno accademico che alle pagine
di un periodico che, seppur prestigioso, deve tenere il passo dellattualita
politica ed economia. Ma il pretesto di cronaca e chiaro e la risposta probabilmente
approfondita al punto giusto: da quando Haider si e avvicinato e ha poi raggiunto la
sala dei bottoni austriaca, lUE ha riscoperto la propria dimensione culturale,
sociale, geopolitica al di la delle alchimie finanziarie e valutarie che reggono le
sorti della moneta unica. Quindi Europa: secondo lEconomist il dato che balza
maggiormente agli occhi e che in questi ultimi (e probabilmente nei prossimi) anni
il Vecchio Continente si e avvicinato di molto al Nuovo Mondo; lEuropa quindi
diventerebbe sempre piu simile agli Stati Uniti. Da una parte infatti le imprese
scoprono il rischio della Borsa e danno vita a colossi produttivi in grado finalmente di
competere non solo sul mercato continentale, ma anche sui piu vasti orizzonti
mondiali; dallaltro il mondo del lavoro si evolve, pagando in sicurezza personale
quello che produce in produttivita e benessere. E quindi la vittoria del
mercato sulla democrazia? No, sostiene lEconomist, perche se i governi europei
sono finalmente impegnati sul fronte della liberalizzazione economica cio dipende
dal fatto che i cittadini europei hanno fatto una chiara scelta di campo: dalla parte del
mercato contro lassistenzialismo di qualsiasi tipo. Quindi, la scelta per il mercato
e un scelta democratica. Quanto poi allidea di Europa che in questo modo
andrebbe annacquandosi, secondo lEconomist i governi del continente hanno ora un
obiettivo: il benessere e la pace comune dei loro paesi. Come idea per il momento sembra
piu che sufficiente.
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