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Soluzioni per Microsoft: Baby Bills o grandi gruppi

 

Raffaele Oriani

The Economist, 18 novembre 1999


L’Economist questa settimana si concentra con la solita competenza e puntualita’ sul caso Microsoft. Dunque, Bill Gates e’ stato battuto, o ha perlomeno perso il primo round della battaglia che lo vede opposto al Dipartimento della Giustizia americano. Comunque vda a finire la vicenda quello appena perduto non e’ un round qualsiasi e i cosiddetti ‘findings of fact’ del giudice Thomas Jackson sono destinati a fare scuola e a restare, nella loro attestazione dei dati di fatto oggettivi, senza possibile replica. E’ quindi ufficiale: Microsoft e’ monopolista e da monopolista si e’ comportata a danno sia delle aziende rivali impossibilitate a concorrere liberamente sul mercato, sia dei consumatori che non hanno potuto godere degli abbattimenti dei costi e dei progressi tecnici derivanti dalla concorrenza stessa. Questo e’ il primo passo: a seguire la decisione piu’ strettamente legale (se cioe’ Microsoft ha infranto i specifici dispositivi di legge contro i trust industriali) e i provvedimenti operativi sul futuro dell’azienda di Seattle. Il tutto potra’ richiedere anche piu’ di due anni e questo certo non depone a favore della credibilita’ dell’apparato giudiziario che sembra incapace di seguire il settore informatico al ritmo dei cambiamenti in corso e di quelli cui assisteremo nei prossimi mesi e di qui fino al giorno della sentenza definitiva. Ma certo, giocando di fantagiustizia si puo’ tentare di tratteggiare l’esito della vicenda. E l’Economist prontamente lo fa: secondo il settimanale londinese potremmo arrivare ad una segmentazione di Microsoft (che al momento fa da sola tanti profitti quanto le prime 500 aziende informatiche concorrenti) in tante unita’ in guerra tra loro. E’ la cosiddetta soluzione ‘Baby Bills’ con cui pero’ si correrebbe il rischio di una ‘balcanizzazione’ dell’industria del software con conseguente perdita del bene prezioso della compatibilita’ tra computer diversi. Meglio quindi puntare ad una divisione in tre-quattro grandi tronconi che dovrebbero essere rilevati a caro prezzo da qualche colosso informatico concorrente che a quel punto avrebbe tutto l’interesse a proseguire sulla strada della compatibilita’ Windows. Nel frattempo Internet potrebbe anche rendere del tutto superflua l’una o l’altra soluzione.

 

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