Caffe' Europa
 
Rassegna Internazionale




The Economist /Sconfitto il tiranno, torna il tiranno. Questa volta in Corea

 

Raffaele Oriani

The Economist, 15 luglio 1999

Un altro tiranno turba le notti dei grandi del mondo. Dopo Saddam e Milosevic e’ quindi il faccione di Kim Jong II, padre-padrone della Corea del nord a campeggiare questa settimana sulla copertina dell’Economist. La dialettica politica e’ sempre piu’ schiacciata sulla coppia bene-male e reagisce alle sfide del mondo con ossessiva coazione a ripetere. La Corea, quindi: il pericolo e’ nei missili, nell’intenzione del dittatore asiatico di proseguire nel suo programma di riarmo nucleare, nell’inaffidabilita’ di tutte le sue promesse, nella fragilita’ degli accordi gia’ piu’ volte sottoscritti al tavolo del negoziato e smentiti dai fatti. Mr Kim, come lo chiama l’Economist, e’ un residuo di un’altra epoca, un dittatore che sta provocando all’Asia una crisi militare ‘Cuban style’ e che si sta giocando anche l’amicizia seppur tiepida della Cina. A monte degli esperimenti nucleari e della produzione missilistica c’e’ un paradosso e probabilmente una scommessa: Kim ha i soldi per il suo progetto atomico, non ne ha per sfamare la sua gente, ne’ i famigli, ne’ i militari, ne’ la gran massa della popolazione. Le frontiere con la Cina stanno ormai diventando uno dei tanti filtri per disperati in cerca di salvezza, l’unica salvezza al regime e al suo popolo puo’ venire da aiuti esterni da sollecitare con una spregiudicata politica che alterna minacce concrete a fumose trattative. Dall’altra parte del tavolo la Corea del sud, il Giappone, gli Stati Uniti: tre paesi con differenti priorita' ’ quindi differenti approcci alla questione. la Corea del sud cerca di coltivare rapporti di buon vicinato, il Giappone teme una crisi nella sua regione di influenza, gli Stati Uniti tenderebbero ad usare mezzi piu’ drastici. Per adesso comunque ha la meglio lo scambio: tecnologia civile in cambio di ispezioni ai siti militari, derrate alimentari contro impegni politico-strategici. Nel frattempo la questione comincia a preoccupare anche la Cina che a causa del pericolo Kim vede aumentare l’influenza dell’America nel Sud-est asiatico e teme che la paura porti il Giappone e Taiwan a dotarsi nei prossimi anni dello scudo di difesa nucleare gia’ allo studio negli Stati Uniti. Quando la prossima settimana il premier giapponese giungera’ in visita a Pechino il primo punto all’ordine del giorno sara’ proprio la questione coreana.



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