The Economist/La voce grossa dellorso
russo
Raffaele Oriani
Le relazioni tra occidente e Russia sono al loro minimo storico.
Proprio alla vigilia della cerimonia che il 23 aprile sancira il definitivo
superamento del confronto/conflitto tra le due Europe con la formale adesione di Ungheria,
Cechia e Polonia allAlleanza Atlantica, la Russia sembra sempre piu emarginata
e decisa a rivitalizzare il proprio ruolo di antagonista. La guerra alla Serbia e
sicuramente il punto dattrito principale tra Nato e Mosca, ma secondo
lEconomist rappresenta anche unoccasione per il Cremlino di ritornare da
protagonista sullo scacchiere internazionale. Certo che negli ultimi giorni si sono
sentiti toni che erano mancati anch nei giorni peggiori della guerra fredda e della
cortina di ferro: la minaccia esplicita di far degenerare il conflitto nei Balcani in una
guerra europea se non addirittura mondiale e in questo senso meno di un avvertimento
realistico ma piu di una sparata retorica. La linea di confine potrebbe essere
proprio limpiego di truppe di terra che secondo lEconomist esporrebbe il
cittadino medio e quindi lelite russa ad unumiliazione semplicemente
insopportabile. Situazione senza via duscita? Da una parte gli alleati sembrano non
riuscire a far capitolare Milosevic con la guerra aerea, dallaltra la Russia viene a
trovarsi in una situazione quantomeno imbarazzante, costretta dalla geopolitica a fornire
assistenza ai peggiori dittatori del mondo e per questo sempre piu lontana dalla
piena integrazione nel club dei paesi liberaldemocratici.
Lo sguardo a 360¡ dellEconomist mette a fuoco questa settimana
il caso di Moshen Kadivar, intellettuale riformista iraniano sotto processo a Teheran per
le idee espresse in una raccolta di saggi pubblicati questinverno. Il processo vede
polarizzate tra accusa e difesa le due anime della ventennale Repubblica islamica
iraniana: da una parte i conservatori fedeli alla linea dellayatollah Khomeini,
dallaltra i riformisti del presidente Khatami decisi a tentare lesperimento di
uno stato confessionale e democratico. In difficolta sembra pero proprio il
presidente che chiamato direttamente in causa da Kadivar, rischia di sbagliare per troppo
attivismo o troppa inerzia: i suoi supporter reclamano una parola ferma contro
larroganza del potere confessionale, gli avversari ne attendonoil passo falso che
potrebbe smascherarlo come un traditore della causa islamica. Lesito del pprocesso
comunque resta incerto e gia questa probabilmente e una buona notizia: a
Teheran ce gia chi paragona Kadivar a Galileo e spera in un atto di
rottura che modifichi gli immobili equilibri dellempireo scita.
|