Caffe' Europa
 
Rassegna Internazionale




The Economist /Europa-Stati Uniti: addio all’alleanza?

Edoardo Buffoni

 

The Economist, 13-20 marzo 1999

 

L’alleanza Europa-Stati Uniti, che lungo il ventesimo secolo ha salvato piu’ volte il pianeta dal disastro, e’ destinata a finire? La copertina di questa settimana afronta proprio questo argomento, in giorni decisivi per una relazione un tempo solida. La crisi della commissione europea, i negoziati sul Kosovo, la guerra commerciale delle banane: sono tanti i punti caldi. La guerra fredda e’ finita, la superpotenza americana ha dominato anche troppo il pianeta, pensano molti critici europei. E’ ora che l’euro bilanci il dollaro, che l’americanizzazione della cultura mondiale abbia un limite. Ma ai mugugni nel vecchio continente corrispondono i malumori di molti americani: perche’ tocca sempre agli Usa sostenere il peso degli aiuti all’Asia e all’America Latina, colpite dalla recessione? L’economia europea, e’ vero, arranca, ma perche’ gli Stati Uniti devon spendere sempre di piu’ nella Nato, che in fin dei conti, scomparsi Hitler e il comunismo, agli americani non serve piu’?

Profonde forze strutturali cominciano ad allontanare Europa e Stati Uniti. Eppure, basta guardare un po’ al futuro per capire che entrambe le parti hanno tutto l’interesse a mantenere buoni rapporti, anzi ad accrescerli. In una ventina d’anni la Cina, un miliardo e mezzo di abitanti, un’economia in crescita e un governo ancora autoritario, spingera’ i propri interessi nel Pacifico e in Asia centrale, verso il petrolio e il gas di cui ha disperato bisogno. Senza contare una Russia prima o poi rigenerata, e un mondo islamico sempre in subbuglio. E allora l’alleanza occidentale va rilanciata, ma non piu’ come braccio protettivo dell’America sull’Europa, ma come cooperazione effettiva nel mondo.

Quattro strade per Primakov. Il primo ministro russo, a sei mesi dalla presa del potere, rimane un mistero per molti osservatori. E’ competente o non sa quello che fa? Ha una visione a lungo termine o naviga a vista? E’ un democratico o un nostalgico? A seconda delle varie possibilita’, gli scenari cambiano e di molto, lungo le variabili della competenza nel governare e della democraticita’ delle intenzioni. Il panorama piu’ ottimistico vede la Russia diventare come la Polonia: governo forte, politica stabile, oligarchie in ritirata. Coerenza e disciplina, anche nei confronti dei potentati di provincia, che vengono ridimensionati. Gli investimenti esteri ritornano, l’FMI concede il prestito.

Gli altri scenari sono pessimistici. Quello meno grigio vede un Primakov con le idee giuste ma i mezzi insufficienti a realizzarle. Cosi’, le finanze pubbliche continuano a collassare, la legge a non essere rispettata, a corruzione a dilagare. Uno scenario simile a quello dell’Ucraina. Terza possibilita’, la Russia come il Congo. Le ricette di Primakov falliscono per sua incompetenza, e la reazione del governo e’ un giro di vite autoritario. I criminali dell’economia vengono incarcerati, arriva il controllo dei prezzi, l’inflazione va alle stelle. Le regioni se ne vanno da Mosca, la Duma alza la voce. Nel caso peggiore, c’e’ l’insurrezione e il colpo di stato. Il quarto ed ultimo scenario e’ simile alla Cina. Il governo si rafforza, il capitalismo viene regolato, l’autoritarismo prende piede e la democrazia perde terreno.

A Hong Kong la televisione interattiva c’è gia’, ma non ha molto successo. Un esempio significativo di quello che potrebbe succedere nel resto del mondo: il flop della Internet-Tv. La Hong Kong Telecom ha lanciato un anno fa la Itv, la prima televisione commerciale interattiva, che offre video e musica on demand, oltre a un accesso veloce a Internet, nel 70 per cento delle case della metropoli. La cosa a Hong Kong e’ piu’ semplice che altrove da realizzare: distanze ridotte da server a utente, edifici gia’ provvisti di fibre ottiche, popolazione tecnofila. Eppure la cosa non ha scaldato troppo i cuori e i portafogli dei cittadini, che hanno sottoscritto pochi servizi. Colpa della tecnologia: sulla TV i video giochi e Internet non sono di gran qualita’, sul Pc i film non si vedono ancora bene. Ora la Microsoft e’ pronta a investire a HongKong, per capire se il business vale veramente.



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