Caffe' Europa
 
Rassegna Internazionale




The Economist /  La realta’ virtuale? Nel 2008

Edoardo Buffoni

 

The Economist, 6-13 marzo 1999

Affogando nel petrolio. La lunga odissea del prezzo dell’oro nero sembra finita. Oggi, il prezioso combustibile non lo e’ piu’ tanto, e il suo costo e’ calato a livelli pre-1973. Solo negli ultimi due anni, e’ dimezzato, in una lunga discesa che parte dal 1980. Tutto e’ bene quel che finisce bene? Non tutto. I paesi consumatori, certo, godranno di energia a buon mercato, e non dovranno piu’ investire in carbone o nucleare. Per i produttori, invece, e’ quasi un incubo. Paesi come Iran e Nigeria, che ricavano meta’ della ricchezza nazionale dal petrolio, devono affrontare deficit e tagli alle spese. Il calo del prezzo potrebbe portare ad un rallentamento dell’economia mondiale, ad una crescita dell’instabilita’, della corruzione e del malgoverno in molti paesi. In Medio Oriente la situazione potrebbe diventare drammatica, perche’ tra poco i grandi produttori potrebbero decidere di aumentare la produzione. Il mondo ricomincerebbe a rifornirsi di petrolio in gran misura in quella zona (ora copre il 25 per cento del mercato), facendo crescere le pressioni su governi instabili.

La trappola libanese. Israele e’ senza via di uscita: non e’ in grado di sconfiggere gli Hezbollah, ne’ di andarsene dal paese che occupo’ 21 anni fa. Pochi giorni fa gli attentati lungo il confine hanno riaperto la ferita. L’anno scorso Netanyahu ha promesso il ritiro in cambio del cessate il fuoco dei guerriglieri. Ma il Libano ha detto no, appellandosi alla risoluzione dell’Onu, che parle di ritiro incondizionato di Israele. Il premier israeliano, con le elezioni in vista, vuole assolutamente evitare carneficine. E l’opinione pubblica comincia a chiedere il ritiro delle truppe dal Libano, dove troppi soldati sono morti inutilmente. La questione e’ poero’ legata ai rapporti con la Siria, che controlla gli Hezbollah. Un accordo "terra in cambio di pace" con Damasco potrebbe garantire agli israeliani un ritiro sicuro dal Libano. Ma Netanyahu non ha mai allacciato rapporti significativi e produttivi con Assad.

Tra pochi anni i videogiochi saranno in grado di riprodurre realta’ parallele, mondi virtuali simulati assai verosimili, almeno quanto le immagini della televisione e del cinema. La Playstation 2 della Sony, che arrivera’ tra un anno, si avvicina a quel sogno, con immagini a tre dimensioni in continua evoluzione, praticamente un film girato dal vivo. Il segreto sta nei chip grafici, in grado di gestire curve, oltre che poligoni. Equazioni matematiche continue piuttosto che poligoni rivestiti, la base degli oggetti dei videogiochi di oggi. L’effetto e’ quello del film "Toy Story": un cartone animato ad alta definizione. Per riprodurre la realta’ come e’ filmata nelle pellicole, ci vuole di piu’. Playstation 2 puo’ generare 2 milioni di figure per ogni frame (un trentesimo di secondo). Per la realta’ ci vuole una potenza di elaborazione trenta volte superiore. Considerando l’attuale ritmo di sviluppo nella produzione di videogiochi sempre piu’ potenti, "Sillywood", l’industria della realta’ virtuale, potrebbe nascere nel 2008.



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