Bush sulla droga: ennesima delusione
Raffaele
Oriani
The Economist, 9 maggio 2001
La presidenza Bush rischia davvero di essere ricordata
come una delle piu’ deludenti degli ultimi decenni. Anche chi aveva
sperato nel figlio di suo padre e lo aveva sostenuto piuttosto
nettamente in campagna elettorale pare ora ricredersi e pentirsi della
scelta fatta. Tra questi anche l’Economist, che questa settimana
dedica alla lotta alla droga da parte dell’Amministrazione americana
un articolo che serve per a marcare l’ennesima volta il confine che
separa il campo conservatore da quello liberale. L’Economist infatti e’
un settimanale liberista in politica economica, liberale quanto a
diritti della persona. Prendiamo ad esempio la droga: sono anni ormai
che il periodico londinese ricorda i fallimenti della lotta frontale al
traffico di marjuana, eroina, cocaina; e sono anni che propone una
ponderata, graduale, efficiente legalizzazione delle droghe. A Londra
avevano sperato in Bush e in qualche sua dichiarazione a mezza voce che
sembrava preludere ad un approccio piu’ laico e razionale al problema
droga: nulla di tutto questo. Dopo una campagna nel segno del
conservatorismo compassionevole, anche in questo campo Bush jr. si sta
rivelando un conservatore del tipo piu’ ostico e intrattabile. John
Walter e’ stato infatti appena nominato zar della lotta alla droga,
ovvero plenipotenziario per le operazioni di terra, mare e cielo contro
l’ultimo spauracchio dell’immaginario americano. Walter e’ un
vecchio collaboratore di Bush padre convinto che finora la lotta alla
droga non abbia dato i frutti sperati perche’ nessuno la ha condotta
con la durezza necessaria. Si riempiranno quindi ancora di piu’ le
carceri del paese, si intensificheranno le operazioni in Colombia e in
Peru’, anche su questo versante l’America si scoprira’ un po’
meno liberale e un po’ piu’ conservatrice. Non e’ una bella
notizia.
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