Caffe' Europa
Rassegna Internazionale




Berlusconi, no grazie!


Raffaele Oriani

The Economist, 2 maggio 2001


Nonostante definisca l’Italia una delle piu’ ricche democrazie del mondo, l’Economist continua a con capire lo strano modo di ragionare dei cittadini della penisola. Il servizio dedicato alle imminenti elezioni politiche e al probabile vincitore della competizione, sua Emittenza Silvio Berlusconi, non lascia assolutamente alcun dubbio: il panorama politico italiano propone uno spettacolo impensabile in qualsiasi altro paese di democrazia occidentale. Il settimanale inglese non accenna nemmeno all’alternativa cui gli italiani si troveranno di fronte nel segreto dell’urna, non nomina Rutelli, non spende una parola per difendere l’operato dell’Ulivo in questi cinque anni di governo: l’obiettivo e’ uno soltanto, il migliore del mondo il cui successo elettorale segnerebbe un ‘giorno buio per la democrazia e lo stato di diritto italiani’ . Troppe infatti le contraddizioni attorno al personaggio: da anni vanno accumulandosi procedimenti pesanti interrogativi sulle origine della sua fortuna, mentre sempre piu’ macroscopico appare il conflitto di interessi tra un patrimonio personale valutato in 14 miliardi di dollari e l’ambizione a guidare un paese agiato e sviluppato di cinquantacinque milioni di abitanti. Come considerare queste accuse del settimanale liberale piu’ autorevole del mondo? Da un lato sicuramente come una boccata d’aria fresca: all’estero c’e’ infatti chi continua a guardare alla realta’ dei fatti e a chiamare le cose con il loro nome senza farsi ingabbiare dalla selva di tatticismi di politici e commentatori di casa nostra; dall’altro pero’ l’analisi del settimanale londinese, molto documentata sul piano della ricostruzione fattuale, non appare altrettanto incisiva dal punto di vista dell’analisi politica. L’Economit in sostanza non si chiede perche’ gli italiani rischino di eleggere a capo del governo un esponente politico che in nessun altro paese di democrazia occidentale avrebbe la minima chance di affermarsi. L’unica risposta a questo interrogativo appare una sconsolata alzata di spalle: ah, questi italiani…

 

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