Caffe' Europa
Rassegna Internazionale




Clonazione: il punto di vista liberale


Raffaele Oriani

The Economist, 19 aprile 2001


Questa settimana l’Economist dedica la copertina e i servizi principali al tema della clonazione e alle nuove frontiere aperte dai progressi della genetica sia in campo terapeutico che riproduttivo. Piu’ che a informare questa volta il principale organo di stampa del liberalismo anglosassone ci tiene a riflettere e ricordare come il credo liberale sia ugualmente distante tanto dalle certezze dell’ideologia e della religione quanto dai dogmatismi della scienza. No quindi agli anatemi della Chiesa cattolica che vede nella clonazione un attentato alla dignita’ dell’uomo, ma no anche all’avventurismo di chi propone assoluta liberta’ di ricerca e di applicazione per le nuove scienze e tecnologie genetiche. Per l’Economist non e’ in sostanza una soluzione accettabile quella adottata dagli americani secondo cui lo stato e’ tenuto a deliberare solo sulla destinazione dei fondi pubblici: non ci sentiremmo affatto rassicurati - si sostiene nell’editoriale - se a un qualche laboratorio privato fosse concessa la liberta’ di giocare con i segreti della vita senza alcun controllo da parte del corpo sociale. No d’altra parte anche ai timori esagerati e irrazionali della gente comune e delle gerarchie ecclesiastiche: non e’ vero infatti che clonare un essere significhi tout court replicare una vita. La clonazione infatti replica solamente il patrimonio genetico, non le esperienze, l’ambiente, l’educazione ecc. che continuerebbero quindi a costituire il patrimonio esclusivo di quel tale o tal altro individuo. Quanto ai rischi a livello ambientale, secondo l’Economist ci vorrebbero milioni e milioni di cloni per influenzare il destino di una specie che conta ormai su oltre sei miliardi di esemplari. Tutto bene quindi? Sicuramente no: semplicemente tutto da valutare con attenzione, tenendo fede alle virtu’ cardinali del liberalismo, ovvero allo scetticismo e al pragmatismo. Sperando - ma questo e’ un auspicio nostro - che si dimostrino all’altezza di sfide tanto nuove e imprevedibili.

 

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