Berlusconi piace agli italiani, all’Economist
meno
Raffaele
Oriani
The Economist, 29 marzo 2001
E’ cosi’ anche l’Economist da’ Berlusconi per
sicuro prossimo presidente del Consiglio italiano. Nell’ultimo numero
in edicola in questi giorni il settimanale del liberismo londinese
ritrae infatti il cavaliere nelle vesti di Napoleone: un televisore al
posto della testa, l’Italia al posto dello stivale, il solito cipiglio
sicuro di se’ e del favore della sorte e del mondo. La vignetta
compare nella pagina di solito dedicata ai ritratti delle personalita’
piu’ significative della scena politica mondiale; questa settimana e’
appunto il turno del leader di Forza Italia di cui l’Economist
racconta l’ascesa dai tempi in cui intratteneva i croceristi in giro
per il Mediterraneo in compagna dell’amico pianista Fedele
Confalonieri. Vengono poi gli anni sessanta, la fortuna con il mattone e
l’intuizione che i milanesi prima o poi si sarebbero stufati di vivere
nella camera a gas che stava diventando la loro citta’ e avrebbero
cercato rifugio nella seconda Milano che il cavaliere stava costruendo a
pochi chilometri di distanza: Milano 2, appunto, periferia da ricchi
progettata su quello stesso modello americano che avrebbe poi ispirato a
Berlusconi anche l’avventura della televisione commerciale. L’Economist
passa poi dal racconto delle gesta berlusconiane alla cronaca di mezz’ora
di televisione durante la quale un giornalista italiano ha espresso
tutti i suoi dubbi sulla provenienza delle fortune patrimoniali del
probabile futuro capo del governo italiano: grande e’ allora lo
stupore nel constatare che la coalizione di centrosinistra invece di
insistere affinche’ Berlusconi risponda degli addebiti, si e’
limitata a difendere la televisione di stato e il suo diritto a ospitare
una voce critica. Ultima domanda: è cambiato Berlusconi dall’ultima
volta che l’Europa lo vide al governo? L’Economist e’ convinto di
no: stesso piglio dittatoriale, stessa smania di protagonismo, stessa
incapacita’ di delegare potere. I guru londinesi guardano insomma con
molta freddezza al presunto leader liberista di casa nostra: agli
italiani, e’ la chiusa scettica dell’articolo, pare invece andare
bene cosi’.
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