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Rassegna Internazionale




Sharon al potere, l’Economist in imbarazzo


Raffaele Oriani

The Economist, 15 febbraio 2001


Il numero dell’Economist in edicola questa settimana dedica copertina e servizi principali all’elezione di Ariel Sharon alla guida del governo israeliano. Il settimanale liberale londinese, che pure all’inizio della nuova intifada fu l’unica voce del panorama mediatico internazionale a schierarsi decisamente dalla parte dei palestinesi, oggi la prende alla larga e rifiuta praticamente di farsi coinvolgere in qualsiasi sorta di giudizio o di considerazione sul nuovo corso degli eventi medio-orientali. L’editorale quindi si chiede semplicemente: ma e’ davvero cosi’ importante quello che accade in Palestina? In fondo non si tratta che di qualche milione di ebrei e qualche milione di palestinesi che lottano per una striscia di terra lontana dalle grandi capitali del mondo. Perche’ quindi tanta attenzione? Per paura che proprio qui si accenda la scintilla che di una guerra piu’ vasta? Ma gli arabi hanno gia’ dimostrato piu’ volte di non essere disposti a sacrificare alcunche’ in nome della causa palestinese e di non aver alcuna intenzione di mettere a repentaglio l’instabile stabilita’ dell’area per riconquistare la spianata delle moschee o garantire Una vita decente alla gente di Gaza e della Cisgiordania. Quindi israeliani e palestinesi vanno lasciati al loro destino? No, perche’ troppi sono i legami storici che impongono all’Europa e in secondo luogo agli Stati Uniti un’assunzione di responsabilita’. In sostanza comunque l’Economist evita di parlare di Sharon e di commentare la sua elezione.

 

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