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Espansionismo asiatico e isolazionismo
britannico
Raffaele Oriani
Business Week, 16 dicembre 1999
Copertina e servizio centrale del numero in edicola di Business Week sono dedicate al
fenomeno Samsung: il colosso coreano dellelettronica e infatti il simbolo
della rinascita asiatica dopo la terribile crisi economica di un paio di anni fa. Al
ritratto dellazienda si sovrappone quello del suo CEO, Yung Jong Yong, che dopo aver
portato il volume di vendite di Samsung oltre i 25 miliardi di dollari (stime 2000) punta
ora a farne un gigante globale capace di competere con Sony e Philips. Sempre sul fronte
economico si segnala un interessante editoriale in cui Robert Kuttner, condirettore della
rivista America Prospect, invita le elite politiche ed economiche occidentali a far
propria la lezione di Seattle. Cuore dellargomentazione di Kuttner e che il
vertice del WTO non e fallito per il radicalismo di gruppi minoritari, ma per la
crescente consapevolezza che i diritti dellhomo economicus non possono affermarsi a
spese dei diritti di cittadinanza (umani, sindacali, ambientali). Il laissez faire,
sostiene Kuttner, e unideologia ottocentesca che e meglio ritorni negli
archivi della storia in cui era stata sepolta per quasi un secolo. Come sempre Business
Week fiuta laria in cerca di trend appena percettibili ma fortemente indiziati di
determinare lagenda dei prossimi mesi e anni: questa settimana e la volta del
rapporto Gran Bretagna Europa che secondo il settimanale americano da tempo non era
tanto in crisi. I sudditi della regina Elisabetta non si sono mai sentiti tanto distanti
dal continente e si dimostrano sempre piu scettici sullavventura Euro e sulla
possibile adesione della Gran Bretagna alla moneta unica. Le conseguenze di questo clima
neo-isolazionista si faranno probabilmente sentire nel giro dei prossimi anni: per il
momento lunico dato certo e che Londra viaggia ad una velocita economica
di molto superiore a quella di Berlino, Parigi o Roma. Infine si segnala
unintervista al vicepresidente americano Al Gore in corsa per la poltrona
presidenziale: la strategia del numero due di Clinton e chiara e punta ad affermare
le ragioni della continuita contro lavventurismo di destra di Bush o quello di
sinistra del rivale democratico Bill Bradley.
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