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Business Week / 1989-99: i primi dieci anni d’Europa


Raffaele Oriani

Business Week, 4 novembre 1999


Dopo settimane e mesi passati a magnificare la New Economy formato States Business Week da qualche tempo va predicendo un futuro roseo anche al Vecchio Continente, attardato quanto a sviluppo tecnologico e dinamismo sociale, ma evidentemente ancora in grado di dire la sua in tempi di compiuta globalizzazione. Questa settimana il preteso e’ l’anniversario della caduta del Muro, ma a differenza di tante altre testate Business Week non indulge alla rievocazione storica e prende spunto dalla ricorrenza per fare il punto sulla nuova Europa: un continente sempre meno diviso, sempre piu’ conscio delle proprie potenzialita’ e sempre piu’ deciso a fare la sua parte nel mondo della rivoluzione tecnologica permanente. Attenti a non sbagliare, ammonisce l’articolista con toni che riecheggiano l’opera di Eric Hobsbawm: il nuovo secolo non iniziera’ il primo gennaio del Duemila, ma e’ iniziato dieci anni fa il 9 novembre 1989 con la caduta del Muro. Da allora e’ stato un crescendo di liberalismo, con la politica confinata in secondo piano e l’economia prepotentemente alla ribalta della nuova scena liberista. Analisi frettolosa che non tiene conto delle dinamiche tutte europee per cui e’ spesso la memoria a provocare sorprendenti balzi in avanti; ma analisi suggestiva che se non fotografa le vicende del decennio, registra la situazione di questi ultimissimi anni. L’anello debole per Business Week e’ ancora quello che dovrebbe essere il perno della riscossa: la Germania che si attarda in dibattiti datati su stato sociale e rigidita’ del lavoro. Ma volano le concentrazioni industriali (1300 miliardi di dollari quest’anno), sono sempre piu’ liberalizzati i settori strategici delle telecomunicazioni, aumentano paurosamente gli investimenti all’est (11 miliardi di dollari in Polonia, Ungheria, Cechia, Estonia e Slovenia), aumentano in genere gli investimenti oltre confine (400 miliardi di dollari contro i 90 del ’92). Insomma, l’Europa ce la puo’ fare.

Curiosita’: tra gli uomini che stanno facendo l’Europa di domani secondo Business Week ci sono due soli italiani, ovviamente il presidente Prodi che firma un commento geopolitico e il sindaco di Roma Francesco Rutelli che la rivista americana vedrebbe bene come premier post-D’Alema


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