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Business Week /America: ponti doro a
chi non va in pensione
Raffaele Oriani
Business Week, 16 settembre 1999
Incredibili contraddizioni del nuovo mondo. Da una parte
disoccupazione crescente, dallaltra manodopera carente; da una parte pensioni a
rischio, lavoratori sul piede di guerra, vincoli in arrivo per pensioni di
anzianita, dallaltra aziende che non sanno come fare per trattenere i propri
manager e si ingegnano offrendo potenti iniezioni di flessibilita pur di trattenere
in azienda gli over-50. Da una parte insomma la flessibilita come minaccia ai
diritti di chi lavora, dallaltra il part-time come privilegio di chi potrebbe anche
fare a meno di lavorare. Si perche in America i baby-boomers si avvicinano
alleta della pensione e grazie a diciassette anni consecutivi di guadagni in
Borsa hanno accumulato patrimoni tali da permettere loro di andarsene come e quando
vogliono, di ritirarsi nel ranch o nel jet pronto a girare il mondo. Per le aziende tutto
cio puo comportare un tracollo in termini di organizzazione, efficienza,
conoscenza: aumentano sempre piu i posti da occupare con manager di alto profilo,
aumenta sempre piu il numero di coloro che vogliono gettare felicemente la spugna.
Che fare allora? Business Week ci racconta lultimo problema di gestione delle
aziende americane mettendo laccento sulle alternative che addolciscono il secco
aut-aut lavoro o pensione In realta i manager sopra i conquanta sono spesso in grado
di contattare tempi e modi del proprio impegno professionale. Solo cosi infatti si
riesce a trattenere in ufficio della gente che ormai potrebbe restarsene economicamente
per conto proprio. Nei prossimi anni (1998-2010) la domanda di professionalita
manageriale aumentera del 21%, mentre le disponibilita i forza lavoro in
America non aumentera piu di un misero 5%. E qui nasce il problema, che dopo
anni e anni di downsizing forzato e certamente paradossale: per la prima volta da
molto tempo la domanda di forza-avoro sembra superare (almeno ai piani alti)
lofferta. Rimedio: teniamoci i vecchi, non mandiamoli a casa. Daltronde
proprio la scorsa settimana lEconomist titolava: Let the old folk work.
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