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Rassegna Internazionale




Business Week / Di crisi in crisi: che fine hanno fatto le osterie?

 

Raffaele Oriani

Stampa americana preoccupata per lo stato delle relazioni sino-statunitensi: Business Week dedica nel suo ultimo numero un lungo servizio ai danni diplomatici provocati dal bombardamento dell’ambasciata di Belgrado e dalla propaganda di Pechino che ha cavalcato invece di mitigare gli eccessi della piazza. Un ambasciatore sotto assedio, un consolato in fiamme: cosa si cela dietro la rabbia anti-occidentale di quegli stessi studenti che fino a poco tempo fa sembravano guardare all’America come all’incontrastato modello esistenziale e sociale? Di certo c’e’ che il risentimento e’ autentico e diffuso: un professore dell’universita’ di Pechino dichiara in proposito che ‘ il bombardamento dimostra che e’ inutile tentare di compiacere gli americani’ e conclude che ‘i cinesi sono disgustati’. Il sentimento popolare imputa agli americani non un errore ma una provocazione deliberata, il partito non puo’ che seguire la folla e mostrarsi combattivo in una questione che tocca l’orgoglio nazionale, il presidente e il capo del governo sono in evidente imbarazzo perche’ avevano puntato le loro migliori carte politiche proprio sull’integrazione con il mercato e la societa’ occidentale. Da parte americana poi ad un primo momento di comprensione e contrizione e’ succeduta presto l’irritazione per le proteste che non accennano a placarsi. Anche su questo fronte quindi una crisi, e anche su questo fronte uno stallo: certo e’ solo che ne’ gli americano ne’ i cinesi possono permettersi un totale collasso diplomatico.

Business Week e’ preoccupato, molto preoccupato. Per le relazioni sino-americane, certo, ma soprattutto perche’ a Roma stanno scomparendo le osterie. L’altranno pare ne abbiano chiuse 89 e quel che e’ peggio negli stessi dodici masi pare che nella capitale abbiano aperto quasi duecento tra pub e fast food. Il problema e’ che le trippe alla romana, la coda alla vaccinara e nemmeno i bucatini all’amatriciana sembrano incantare piu’ i giovani della capitale. Le osterie vanno deserte e i mc donald si popolano di nuovi clienti, sempre piu’ giovani. Ma la colpa e’ solo della cucina ormai fuori moda? Siamo certi che il servizio non conta nulla? La giornalista americana e’ rosa dai dubbi: da una parte la rozzezza dei camerieri e’ forse l’autentico charme delle osterie del rione Monti o di Trastevere, dall’altra lo charme si carica a volte di toni troppo brillanti per non essere insopportabili. Da Augusto a Trastevere, ad esempio, dove se ti cade la forchetta sul selciato puoi pure chiederne un’altra ma a rischio di sentirti rispondere: ‘e che, cara, credi di stare al Ritz?’. No, non siamo al Ritz, siamo in un’osteria romana e non resta che pulirsi la forchetta, fregarla col tovagliolo, mangiare e intanto pensare: la prossima volta vado da McDonald.



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