Un progetto sperimentale
Fabio Severino
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Qual è il primo, vero, concreto vantaggio di un corso online?
L’obiettività e la personalizzazione didattica, risponde il
professore di Arte Contemporanea, Antoni Mercader. E’ questo il
salto di qualità che può far fare un corso in Rete secondo il
docente dell’Università Pompeu Fabra di Barcellona, da due anni
promotore e organizzatore dei nuovi metodi didattici del Dipartimento
di comunicación audiovisual.
La Pompeu Fabra, giovane università finanziata dalla regione
Catalogna, sin dalla sua fondazione si è mossa in direzioni
“futuristiche”, fornendo servizi e infrastrutture
all’avanguardia. Tra i vari progetti sviluppati c’è
l’insegnamento online, indirizzato non specificatamente come
soluzione allo studio a distanza, quanto come alternativa o, meglio,
come evoluzione del metodo didattico.
Ancora sono attivati solo pochi corsi, tutti strutturati con sessioni
miste, sia online che in classe. Questa è una delle particolarità
del progetto: coadiuvare i vantaggi della lezione in aula a quelli
della banca dati interattiva della Rete. Gli studenti, divisi in
quattro gruppi di venti persone, durante il trimestre di corso hanno
solo quattro lezioni in classe nelle quali il professore apre
dibattiti circa le questioni trattate sul sito. Questo a sua volta
funziona da banca dati dove si può trovare tutto il materiale
inerente al corso, ma funziona anche come prosecuzione di ciò che è
stato avviato in classe. Le due parti così si chiudono a cerchio,
completandosi e interagendo fra loro.
La versione online del corso si trova sull’Intranet dell’Università
Pompeu Fabra, chiamato Campus Global, dove tutti gli utenti (studenti,
amministrativi e docenti) hanno a disposizione una serie di servizi:
dalla posta e le iscrizioni a corsi ed esami, alle mailing list e le
banche dati dei dipartimenti.
La sezione dedicata all'“Arte contemporanea” è divisa in quattro
blocchi: uno introduttivo al corso e un altro alla materia in sé; gli
altri due più specificatamente di studio, uno riservato ai dibattiti
creati sulla base di una mailing list animata e supervisionata dal
docente, l’altro suddiviso per argomenti presentati in ordine
cronologico, che lo studente è chiamato ad approfondire per mezzo di
letture e visite.
Il professor Mercader, noto animatore culturale e ideatore di questo
sito, lo definisce un “hyperdocument” caratterizzato dalla
coesistenza di testo, grafica, suoni e immagini. L’altra
caratteristica del corso online è, infatti, la sua completezza e
autosufficienza. Lo studente non necessità di alcun altro strumento
per studiare, il sito presenta una ricca banca dati di immagini:
riproduzioni di quadri, di sculture, istallazioni oppure filmati di
performance, frame di film, concerti. Ci sono inoltre musiche,
videografie, bibliografie, didascalie, riferimenti storici, ed
estratti di libri in formato pdf.
Il tutto è organizzato ad albero, con link che aprono differenti
finestre esplicative o argomentative o descrittive, oppure di
collegamento al relativo dibattito su una delle mailing list. In
questo modo si può tenere tutto sott’occhio. L’interattività
dello studente, o forse sarebbe meglio dire il feedback, sta
soprattutto nel seguire le visite proposte, alle quali poi deve dare
un giudizio critico e personale tramite mail: ciò che il prof.
Mercader chiama “lavoro in vivo”. Il professore insiste nel
sottolineare l’importanza della visione dal vero dei prodotti
artistici, e ripete che i riferimenti iconografici da lui forniti non
possono che essere un semplice stimolo o richiamo all'originale.
L’obiettivo è allora fornire allo studente tutta una serie di
strumenti tesi a semplificare lo studio e la conoscenza della materia,
di indicazioni che lo indirizzino affinché si possa formare “una
sua idea”. D'altronde la caratteristica principale del progetto è
proprio questo tentativo di “insegnamento obiettivo”. Lo studente
ha accesso a una serie di informazioni, dati, stimoli, che elabora
singolarmente e individualmente, seguendo i propri tempi, si reca alle
esposizioni o musei e poi invia al professore le sue personali
riflessioni o partecipa ai dibattiti sul tema. E’ inoltre un modo
per confrontarsi con gli altri, vincendo le timidezze e le
introversioni. In una società dove tutto è così schiacciante e in
competizione, questo modo di studiare appare come una “boccata
d’aria”.
“Nella scuola secondaria s’impongono schemi rigidi, che rendono le
materie noiose e didascaliche”, dice Mercader. “Lo scopo è far sì
che gli studenti riflettano autonomamente sull’arte e i suoi
prodotti, e che la funzione del professore si limiti ad essere di
guida e di sussidio culturale e dialettico”.
Gli studenti sembrano apprezzare il progetto e la maggior parte
partecipa con interesse. Il corso è di primo anno, i ragazzi, appena
usciti dalla scuola secondaria, oltre ad avere ancora una preparazione
molto “statica” e disciplinata, si sanno muovere poco tra
bibliografie e biblioteche. Il fatto che il sito supplisca a molte
difficoltà organizzative e gestionali rende la materia e il suo
studio facile anche per i più “pigri”.
Purtroppo il supporto tecnico ancora non funziona molto bene, ogni
tanto ci sono problemi di collegamento ai forum e di download di
video-link. Le pagine inoltre sono visibili solo via Internet, e, per
quanto il mezzo sia ormai molto diffuso, non tutti ne hanno
l’accesso da casa. L’Università argina il problema mettendo a
disposizione una folta schiera di nuovissimi computer (quasi 150 nella
sola Facoltà di Comunicación Audiovisual, dove si tiene il corso),
con orari di apertura delle aule molto estesi (dalle 8h30 al 1h30, nei
giorni feriali e fino alle 21h30 i festivi). Tuttavia gli
studenti sono molti, pressoché tutte le materie del corso di laurea
richiedono l’uso del computer, quindi anche se l’offerta è
generosa la domanda è sovrabbondante.
Sembra allora che l’idea originaria di Papert del Medialab di
Boston, con il suo progetto Lego di utilizzare il computer a scopi
pedagogici, non solo funzioni ma abbia anche un diffuso seguito. Il
computer ha innata in sé la personalizzazione, l’adattamento al suo
utente, e questo porta a colmare tante lacune e difficoltà di
apprendimento che finalmente oggi ogni studente sembra poter superare.
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