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Itinerario/Come diventare pirata informatico


Diego Ballani

 

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Chi sono gli hacker? Romantici pirati multimediali o terroristi che diffondono il panico fra i navigatori? Di fatto il termine hacker esiste da quando esistono i computer. Si riferisce a persone dotate di una fiducia “positivista” nei confronti delle nuove tecnologie, oltre a una sapiente abilità nell’utilizzo delle macchine.

Per saperne di più, basta collegarsi all’area di discussione  di “Interplanet Magazine” (http://www.onenet.it/confer/IM_conf/), dove decine di hacker italiani si scambiano consigli e file. Gli argomenti trattati spaziano attraverso tutti i temi dell’universo cyber. Si parla di tecniche di clonazione di GSM e di sistemi di aggiramento di firewall, si organizzano tecniche di sabotaggio e si diffondono password per penetrare nei luoghi più inaccessibili della Rete. Nessuna di queste pratiche sarà facilmente abbordabile dai neofiti, tuttavia, dalle affermazioni e dai proclami dei pirati nostrani, emergono i termini di una battaglia indirizzata ad un uso più democratico e consapevole delle nuove tecnologie.

Se siete desiderosi di approfondire le pratiche della pirateria sappiate che in Internet esistono interi testi in grado di iniziarvi a tale attività.



Uno di questi ci rimanda alla versione on-line di un libro dal titolo “Kriptonite” (http://www.kyuzz.org/anon/kriptonite.html), grazie al quale veniamo a conoscenza delle tecniche di hacking più usate. Crittografia, re-mailing, steganografia fanno parte integrante della terminologia dei pirati informatici; si tratta di sistemi per muoversi nell’anonimato, per svelare i codici e i misteri di una Rete sempre meno a misura d’uomo. Ancora più esplicito è “Il Mondo Degli Hacker” (http://dns.onenet.it/LU/IM/IM_
hacking/IM_hackers_home.html
). In questo caso siamo di fronte ad una vera e propria guida che ci introduce all’etica dei pirati informatici, ci fornisce spiegazioni e consigli per realizzare i nostri primi sabotaggi telematici e ci permette di scaricare i file per il net-strike (la pratica che consiste nel bombardare un server con una quantità infinita di messaggi fino a provocarne il collasso).

Con “2600: The Hacker Quarterly” (http://www.2600.org/) dalla teoria si passa alla pratica. Il suo fulcro è infatti costituito da un ampio elenco (ma esiste anche un archivio che risale fino all’inizio del 1999) di siti piratati. Le grandi compagnie e le istituzioni governative sono naturalmente le principali vittime degli scherzi virtuali, ma non sono mancati attacchi alla CIA, ai maggiori partiti e all’UNICEF. Le pagine delle organizzazioni colpite sono state temporaneamente sostituite con le loro versioni “pirata”, che diffondevano informazioni errate o distorte e che si burlavano dell’organizzazione stessa.

Gli autori del sito si sono inoltre impegnati attivamente nella campagna a favore di Kevin Mitnick (http://www.freekevin.com/), il re degli hacker che era stato arrestato cinque anni fa per aver violato una incredibile quantità di server, e che solo recentemente è stato rilasciato. Infine una sezione del sito è dedicata alle home page ancora da piratare. Fra i sogni nel cassetto c’è quello di prendersi gioco del grande fratello Bill Gates. La home page piratata della Microsoft è già pronta: “Che cosa ci motiva?” si legge nel finto comunicato di presentazione “La speranza che un giorno Bill possa prendersi cura di noi e dei nostri averi”. 


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