Non decollano in Italia le assunzioni sul Web
Valentina Furlanetto
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Itinerario/Un click per lavorare
Trovare lavoro on line. Bello slogan. Ma funziona? Sì e no. C'è
stato un momento di grande entusiasmo, di attesa per una svolta epocale, ad opera non del
Ministero del Lavoro ma di quello della Pubblica Istruzione. Non più di qualche mese fa,
infatti, per evitare infinite code al provveditorato, gli aspiranti professori in attesa
del concorso per l'insegnamento hanno avuto modo di scaricare la domanda dal sito del
ministero (www.istruzione.it). L'episodio verrà
ricordato come il primo abbraccio fra la Rete e i nuovi adepti italiani del "cerco
lavoro sul Web". Milioni di persone hanno intuito che Internet poteva essere un
grande strumento per trovare un posto senza muoversi da casa.
Senza muoversi da casa? Non proprio. Infatti, se per una minoranza di
giovani neolaureati connettersi al sito del ministero è stato un gesto semplice e
naturale , per molti non più giovanissimi, laureati dieci anni fa con una tesi battuta a
macchina dalla sorella dattilografa, l'approccio è stato quasi tragico. Innanzi tutto per
la difficoltà di reperire un computer. Poi per la mortificazione di doversi affidare al
cugino quindicenne, somaro in greco e latino, ma virtuoso della navigazione, per
effettuare la ricerca. Infine per la lentezza della connessione, aggravata dal fatto che
migliaia di utenti erano alle prese con il medesimo problema. Esausti, mortificati,
depressi, molti hanno optato alla fine per il caro vecchio provveditorato.
Ciò nonostante l'evento ha avuto una portata rivoluzionaria, se non
altro perchè ha messo molti italiani faccia a faccia con Internet. E l'intuizione di
poter trovare lavoro cliccando sul mouse ha creato nuove speranze nel disoccupato neofita
della Rete.

Saranno speranze deluse? Per il momento la risposta è piuttosto
sconfortante. Internet è ancora uno strumento poco utile per trovare lavoro nel Bel
Paese. E non solo perchè, come ha sperimentato il povero candidato al concorso di
insegnante, i computer sono ancora poco diffusi e le connessioni lente. I motivi sono
molteplici. Innanzi tutto molti siti istituzionali, da quello della gazzetta ufficiale(www.gu.it) a quello dedicato ai concorsi pubblici(www.anmic.net), non aggiungono niente a ciò che si può
trovare in edicola. Altri siti invece servono se si vogliono ottenere informazioni sui
problemi relativi all'occupazione in generale - dal telelavoro(www.mclinck.it/telelavoro) alla legislazione
del lavoro all'estero (www.europalavoro.it),
all'occupazione femminile(www.pegacity.it/donna/case/3181/index.htm)
- ma aiutano poco in termini concreti. In parole povere: scordatevi che funzionino come
punti di incontro fra domanda e offerta.
Esistono poi moltissimi siti di società private che promettono di fare
incontrare disoccupati e aziende, per poi rivelarsi alquanto dispersivi. C'è inoltre un
problema di mentalità: in Italia Internet viene ancora considerato un mezzo per pochi,
che le aziende immaginano istruiti e già esperti della Rete. A ragione o a torto, le
compagnie italiane non credono che una segretaria possa cercare lavoro sul Web.
Il mezzo, tra l'altro, è per lo più alieno alle stesse aziende. Basti
pensare che la maggior parte delle agenzie che si occupano di selezione del personale sul
territorio nazionale non hanno un sito proprio e se ce l'hanno non lo utilizzano quasi mai
come ufficio di selezione virtuale. Ce lo conferma Alba Tubino della Praxi di Roma,
società leader nel settore risorse umane: "Il nostro sito Internet(www.praxi.it) viene usato per lo più come vetrina, in
realtà non inseriamo lì i nostri annunci. Per quelli continuiamo ad affidarci ai
quotidiani". "Non abbiamo un sito Internet - ammette una portavoce della MGB
Research, società milanese che recluta personale - e per ora non ci interessa. Crediamo
che i metodi tradizionali, come le inserzioni, restino i più efficaci".
Certo, il problema della diffusione del mezzo esiste e fino a che
Internet non sarà utilizzato anche dalla famosa casalinga di Voghera sarà difficile
utilizzare la Rete come un vero ufficio di collocamento o una bacheca sulla quale
appuntare il proprio curriculum vitae. Di queste bacheche on line in realtà ne esistono
già moltissime. Quasi tutti i siti che si occupano di lavoro offrono infatti la
possibilità di inserire gratis il proprio resume, ma le agenzie di selezione del
personale non consultano i curricula online, come ammette candidamente la portavoce della
MGB Research: "No, non spulciamo fra i siti che contengono curricula perchè ci
bastano e avanzano quelli che riceviamo per posta o via fax".
La posta elettronica poi non è sempre apprezzata: "Non accettiamo
curricula via e-mail - ci dice una segretaria di Diomede, agenzia milanese specializzata
in selezione del personale - perchè ne arriverebbero troppi. Mandare un messaggio di
posta elettronica è poco costoso, veloce, comodo. Verremmo sommersi da curricula di ogni
genere. Inoltre la carta per stamparli costa". Il fatto che anche la carta per
ricevere i fax costi non ha ancora convinto la compagnia ad affidarsi alla posta
elettronica. Resiste inoltre una certa diffidenza verso il mezzo tecnologico, come afferma
Anna Ramezzana della IC Recruiting di Roma: "Non utilizziamo l'e-mail perchè lo
riteniamo inaffidabile". Alla domanda se siano considerate dalla IC Recruiting più
affidabili le poste italiane la Ramezzana risponde "Sì. Forse in futuro sarà
diverso, per ora non ci fidiamo di questi metodi nuovi".

Chi ha sperimentato la Rete tradisce un certo entusiasmo per il mezzo,
anche se ammette che nel campo del "recruiting online" in Italia si devono
ancora fare molti passi. "Siamo alle prime armi", spiega Rubina Calella, una
delle responsabili della HR Management, fra le più grandi agenzie di selezione del
personale a Milano. "Internet è nuovo anche per noi. Non abbiamo un sito, ma da
qualche mese utilizziamo la posta elettronica per ricevere i curricula. La risposta finora
è stata travolgente. Siamo stati anche noi molto sorpresi nel ricevere tanta
documentazione via e-mail".
Qualche isola felice in effetti cè. Donatella Piffaretti ad
esempio si occupa a tempo pieno delle inserzioni su Internet per l'agenzia di selezione
del personale Skippers di Milano. "Skippers crede molto in Internet", dice la
Piffaretti, "ci avvaliamo sia dalle bacheche elettroniche che dell'e-mail con
assiduità. Il nostro sito Internet, www.skippers.it,
appare anche sugli annunci che pubblichiamo sui giornali. La sinergia fra i due mezzi ci
consente di trovare le persone più adatte per le aziende che si affidano a noi. Anche se,
per la verità, ci affidiamo alla Rete soprattutto per trovare personale
informatico".
E' diffusa infatti la convinzione che Internet sia utilizzato quasi
esclusivamente da persone che se ne occupano per lavoro. La conseguenza è che nella Rete
si possono trovare buone occasioni per web designer, htmllisti, programmatori informatici
e sistemisti. Pollice verso invece per tutte le altre professioni. Insomma se cercate
lavoro in Italia come receptionist, traduttore, cameriere, infermiere, giornalista è
difficile che Internet vi possa aiutare. Si potrà obbiettare che dipende dal fatto che il
lavoro scarseggia un po' ovunque, ma l'impressione è anche che le aziende si fidino poco
del Web. "Non tutti hanno un computer a casa", sostiene la responsabile di MGB
Research, "per i neolaureati in ingegneria elettronica probabilmente è una cosa
normale utilizzare Internet per cercare lavoro, ma noi non crediamo che per le altre
professioni sia così".
Eppure navigando attraverso i gruppi di discussione sul Web ci si
accorge che le cose non stanno esattamente così. Ad esempio sul sito di Virgilio dedicato
alle professioni (http://genio.virgilio.it/genio/
asp/ListaDomande.asp?IDCan=13) si possono fare incontri interessanti: Graziano Iovine
e Alfredo Geloso offrono la loro professionalità di architetti, Mirko Magrini cerca
lavoro come venditore d'auto, Manuela come infermiera, Daniele Dimiccoli come autista di
ambulanze e Marianeve di Nola come commessa. Lo stesso accade nel forum del sito Igol (http://www.igol.it/scripts/forum.asp?id=73)
dove, fra gli altri, Elena Linde si propone come traduttrice dal russo, Elena Elpa come
estetista e Romeo Porpora come magazziniere. Insomma, forse la Rete è più popolata di
quello che si crede. E, almeno per le nuove generazioni, ci si rende conto che si possono
incontrare tutte le categorie professionali. Ma per il momento pochi rispondono al
richiamo dei disoccupati nel Web.
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