Il modello di Phoenix/Il campus online Riccardo Stagliano'
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Oltre 3000 degli studenti della University of Phoenix non hanno mai
messo piede in classe, conseguendo tuttavia il diploma. Favoritismi? No, Internet.
L'Online Campus dell'innovativa universita' e' stato il primo - e, a quanto ci consta,
l'unico - a dare titoli di studio superiori alla fine di un corso completamente svoltosi a
distanza, per via telematica.
Abbiamo contattato studenti e professori, sparsi per tutto il paese, e raccogliamo qui due
testimonianze tra le piu' significative.
Robin Mills e' la trentaseienne direttrice delle International Human Resources per Bell
Atlantic, gigantesca telecom americana. Posto importante, ottimamente pagato. La donna
aveva frequentato vari college, dando qualche esame, ma poi il lavoro e la famiglia le
avevano impedito di proseguire i suoi studi di "business administration":
"Sentivo pero' di dover raggiungere quell'obiettivo: sono solo io, adesso, a dover
provvedere economicamente ai miei due bambini; non esiste piu' alcuna sicurezza del posto
di lavoro e, anche se per il momento le cose vanno molto bene, le opportunita' per chi ha
la laurea sono e saranno molto maggiori". Cosi', quando l'azienda l'aveva spedita in
Thailandia per supervedere al reclutamento del personale per il mercato del sud-est
asiatico, Robin ha pensato che era il momento giusto per colmare il vuoto. Il giorno
lavorava, poi stava un po' con i bambini e, dopo averli messi a letto, si collegava via
computer, tramite speciali numeri verdi, al sistema informatico della University of
Phoenix: "Lo facevo due volte al giorno, tutti i giorni: in pochi minuti scaricavo i
testi delle lezioni, dei compiti per la settimana, gli interventi sui vari argomenti
espressi dagli altri partecipanti al corso", racconta. "Poi potevo ricollegarmi
per accedere alla biblioteca online della facolta' ("Contiene circa 3500 riviste
scientifiche e oltre 4 milioni di articoli completi sulle materie che insegnamo qui"
ci elenca, orgoglioso, Wayne Foraker, uno dei principali responsabili del sistema di
documentazione) e reperire i materiali che mi servivano per scrivere i miei
"paper", le mie tesine settimanali. In piu' molto materiale lo trovavo su
Internet". E qui finiva la parte online del corso. Il resto, generalmente dalle 9 a
mezzanotte, era studio e riflessione a partire da quelle lezioni e da quei materiali.
C'erano poi la preparazione degli interventi nelle discussioni generali e le domande
rivolte, per posta elettronica, agli insegnanti. "Era per me l'unico modo per
completare i miei studi: non avrei mai potuto farlo diversamente. Ho trovato gli
insegnanti, anche rispetto alle mie esperienze universitarie precedenti, piu' disponibili
e molto preparati. Con un programma molto intensivo e concentratissimo sono riuscita, in
meno di due anni, a completare i crediti che mi mancavano per ottenere la laurea e adesso,
di ritorno in America, mi sento molto piu' sicura nei confronti di qualsiasi cosa mi
potra' accadere, in futuro, dal punto di vista professionale". Il conto e' stato
salato: circa 20 mila dollari ma, come spesso accade, e' stata la compagnia a pagare,
investendo ulteriormente sulla formazione della propria dipendente.

Tony Salinger, invece, e' uno degli insegnanti della divisione
elettronica. Cinquantaseienne, dopo 26 anni come manager alla At&t, ha deciso che era
arrivato il momento di cambiare stile di vita: "Come molti miei colleghi ero divenuto
sempre piu' disincantato nei confronti dell'azienda. Nell'88 avevo insegnato i primi corsi
di "quality management" alla New York University (seconda universita' privata
d'America, dopo il sorpasso della UoP, ndr) e mi era piaciuto molto. Ho continuato, presso
altre universita', sino a quando ho scoperto l'esistenza della Universita' di Phoenix.
Allora ho sottoposto il mio curriculum e ho passato lo scrutinio della commissione per poi
iniziare a lavorare verso la fine del '96, dispensando 6 corsi diversi, tutti concernenti
il management". Nella villetta del New Jersey dove vive ha ricavato uno studio in
cui, avvalendosi dei suoi quattro computer, sbriga le sue molteplici attivita' (da quando
si e' licenziato, infatti, ha messo su anche una piccola societa' di consulenza: "E
bello essere il capo di se stessi", confessa): "Dalle 8 alle 11, circa, mi
occupo di tutto quello che riguarda i corsi: rispondo alle domande, correggo i compiti,
metto in rete gli aggiornamenti o altri materiali che possono risultare utili per gli
studenti", rivela Salinger. Nel pomeriggio si ricollega almeno un paio di volte per
verificare se ci sono nuove richieste da parte degli studenti: alcune arrivano anche via
fax o, per certe cose particolarmente complicate, gli allievi lo chiamano per telefono e
le spiegazioni possono andare avanti anche per 30-40 minuti. "Risparmio tanto di quel
tempo dando lezioni da casa che l'essere disponibile per le altre attivita' educative e'
il minimo che possa fare, e lo faccio molto volentieri". Certo la mancanza di
interazione fisica con gli studenti a volte gli manca: "Beh, e' un rapporto diverso,
ma questo sicuro svantaggio e' in gran parte compensato dalla intensita' comunicativa che
per via elettronica si raggiunge. In una classe tradizionale di 10 persone forse si
sarebbe potuta instaurare una relazione personalizzata con ogni allievo ma in una grossa
classe, con 50-60 studenti, il livello di comunicazione che riesco a instaurare adesso
sarebbe inimmaginabile: online siamo una decina e nessuno si puo' nascondere, ognuno e'
tenuto - e anche per i piu' timidi la comunicazione elettronica fornisce una spinta in
piu' - a esprimere un'opinione argomentata sugli argomenti che tocchiamo quasi
quotidianamente".
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