Osama, ossessione online
Ludovica Valori
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Non ce ne vogliano i lettori se il nostro tono sfiora spesso l’ironia:
non ci sfugge affatto la tragicita’ del momento, ma e’
essenziale cogliere tutti i lati delle situazioni e dei personaggi
in questione. Il primo passo per demolire demoni e mostri e’
ridere di loro, smontare pezzo per pezzo l’alone di mistero che
amano creare attorno al proprio “mito” e dissacrarli, per
renderli piu’ umani e meno “spaventevoli".

Indubbiamente il look di OBL fa effetto (diciamocelo, Milosevic e
Saddam Hussein non possedevano la centesima parte del suo appeal
televisivo), e lui ne e’ sicuramente consapevole: secondo John Le
Carre’ (Repubblica, 11 ottobre 2001) “Le riprese televisive e le
foto fatte ad arte di OBL danno l’idea di un uomo dal narcisismo
omoerotico, e forse possiamo trarre da questo un granello di
speranza. Ritratto con un Kalashnikov, mentre partecipa ad un
matrimonio o consulta un testo sacro, egli irradia da ogni gesto
autoadorante una consapevolezza dell’obiettivo degna di un attore.
Possiede statura, bellezza, grazia, intelligenza e magnetismo, tutti
grandi attributi a meno che tu non sia il latitante piu’ ricercato
del mondo in fuga, nel qual caso diventano handicap difficili da
dissimulare. Ma ai miei occhi stanchi supera tutto la sua vanita’
maschile, a stento contenibile, la sua brama di autodramma e la sua
passione segreta per la ribalta. E forse proprio questo lo portera’
al crollo, seducendolo ad un drammatico atto finale di
autodistruzione, prodotto, diretto e interpretato fino alla morte da
Osama Bin Laden in persona.”

Per adesso a mettere in scena la sua distruzione ci sono solo i
videogame e i cartoni animati reperibili in giro per la Rete. E
davvero c’e’ chi non ha risparmiato materia grigia pur di
sconfiggere il “principe del terrore” almeno sul video.
Proliferano di giorno in giorno i siti Web che ospitano tali
creazioni: sara’ la voglia di esorcizzare la paura o semplicemente
la scoperta di un nuovo personaggio/icona da stampare sui gadget
finche’ dura il suo “quarto d’ora di celebrita’”? Vale la
pena, comunque sia, di dare un’occhiata a questo fenomeno.
Bin Laden
collection (ingl)
Ampia raccolta di videogiochi e brevi videoclip anti-Osama
-alcuni assai volgari, altri di un sadismo incredibile- completi di
recensioni e commenti di lettori e autori. Non manca il
merchandising sul tema: T-shirt, borse, felpe, mousepad, tazzine e
cappellini.
Un’altra
piccola lista di simpatici giochi (ingl)
Ai primi posti “Choose your weapon and kill Bin Laden!”,
cioe’ “scegliete l’arma che preferite e fatelo fuori”(ci
sono quattro tipi di armi disponibili) e “Wreck the beauty of Bin
Laden”, letteralmente “distruggete la bellezza di OBL” (con il
mouse si puo’ infatti deformare a proprio piacimento l’ascetico
viso dello sceicco). Carino il cartoon “Interview with OBL”, una
finta intervista TV durante la quale chi gioca puo’ colpire il “poveraccio”
in vari modi, dalle mazzate al pugno di ferro all’inevitabile
dinamite finale. Insomma, alla fine fa quasi pena.

Bin Laden Liquors site (ingl)
Un videogame che permette di sparare a volonta’ contro un Bin
Laden asserragliato nel suo negozio di liquori: effetto catartico
assicurato, ma attenzione a non colpire gli ostaggi…
Un mare di ritratti,
vignette, caricature (ingl)
Dall’archivio di Newsart.com, Osama visto e interpretato dalle
matite di artisti e illustratori americani e non.
L’occhio dei
cartoonist del mondo arabo …(ingl)
Una interessante -e diversa- prospettiva sulla situazione,
offerta dai vignettisti mediorientali. Alcune vignette sono in
lingua araba, ma nella maggior parte dei casi il senso del discorso
e’ abbastanza intuibile.
…
e i problemi dei cartoonist americani (ingl)
Dopo gli attentati, come fare satira senza rischiare di vedersi
accusati di antiamericanismo? Il caso di Aaron McGruder, disegnatore
statunitense la cui striscia, “the Boondocks”, e’ praticamente
scomparsa dalle pagine dei giornali, non e’ che un esempio delle
difficolta’ in cui si dibattono i cartoonist: fino a che punto si
puo’ distinguere la satira “pura” dalla presa di posizione
politica? Ed e’ davvero una separazione possibile in situazioni
come questa? Chi in passato ha criticato il presidente Bush puo’
farlo oggi senza sentirsi accusare per questo di disfattismo o,
peggio, di complicita’ con i terroristi? A questo punto il
problema non riguarda solo i cartoonist, ma una larga parte dei
giornalisti e dei commentatori politici americani.
E anche i pacifisti in genere, come illustra questa strip apparsa su
“Salon”:
Il muppet
Bert complice di Bin Laden? (ingl)
A voi scoprire l’arcano: non si esclude il coinvolgimento del
ranocchio Kermit, da lungo tempo assente dalla scena internazionale.
Last
but not least, un ritratto di Mr. “Bean” Laden
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