Marco Calamai
Raccontare la storia del quotidiano El Pais, dalla sua nascita (4 maggio 1976) alla sua
affermazione come primo giornale spagnolo, vuol dire misurarsi con la peculiarità della
transizione democratica, dalla morte di Franco (novembre 1975) ai successi economici e non
solo della Spagna di fine secolo. Questo giornale, a cui è dedicato lo stimolante
libro-tesi di laurea del giovane Giancarlo Salemi "El Paìs, le ragioni di una
svolta" (Franco Angeli, pagg.160, lire 28000), deve infatti il suo successo (circa
450 mila copie ogni giorno, oltre 1 milione la domenica) al suo profondo radicamento nella
vicenda storica del dopo Franco, alla sua capacità di interpretare e, allo stesso tempo,
di influire in positivo nella vicenda politica del paese.
A chi non conosce la Spagna e resta stupito dai passi in avanti che in poco tempo ha
compiuto il paese sotto tanti punti di vista (dalla costruzione di un nuovo Stato
decentrato al massimo e al tempo stesso efficiente alla solidità dello sviluppo
economico, dal modo esemplare con cui è stata gestito lingresso nella Unione
Europea alla vitalità culturale che esprime la società civile), si consiglia proprio di
leggere questo giornale, di seguire i suoi sviluppi dalla fine degli anni Settanta, quando
la Spagna era ancora minacciata dal ricatto autoritario, fino alla vicenda politica degli
ultimi anni, segnati dalla sconfitta elettorale del governo socialista dopo un
quattrodicennio di governo ininterrotto e dallaffermazione di una nuova destra che
ha sorpreso non pochi osservatori per la sua maturità democratica.
Quali sono le caratteristiche peculiari e le chiavi del successo di questo giornale?
Salemi, che grazie ad una borsa di studio ha trascorso qualche mese allinterno del
giornale, le identifica e le racconta con notevole chiarezza: la matrice liberale e laica,
il rigore informativo (la netta separazione tra notizie e commenti), l'attenzione ai fatti
internazionali (ai quali sono dedicate le prime dieci, a volte dodici pagine), l'apertura
e sensibilità culturale, il rifiuto di una tipologia giornalistica basata sullo
scandalismo e, nel caso migliore, sul sensazionalismo, che portano con sé,
inesorabilmente (come dimostra la stampa italiana, sempre più condizionata dal modello
scelto a suo tempo dal giornale La Repubblica ), la costante deformazione delle notizie,
la loro alterazione finalizzata allinseguimento del fenomeno televisivo.
El Pais ha scelto un'altra strada, perseguendo semmai un modello - lo spiega Salemi con
chiarezza citando più volte Juan Luis Cebriàn, il primo direttore del quotidiano
spagnolo e da qualche anno amministratore delegato del gruppo editoriale Prisa cui fa capo
El Paìs - molto più simile a quello austero e attento ai mutamenti sociali e alle
vicende internazionali di Le Monde.
El Paìs è diventato in questo modo non soltanto un punto di riferimento centrale del
dibattito e della vita spagnola ma anche un giornale di primaria importanza per chi voglia
misurarsi con i mutamenti in corso nello scenario mondiale, sia nei paesi ad alto sviluppo
sia nei paesi del Terzo Mondo (lAmerica latina in particolare, alla quale il
giornale dedica sempre la massima attenzione).
Per quanto riguarda la posizione rispetto alla vicenda spagnola e delle diverse forze
politiche, Salemi si sofferma sulle simpatie filo socialiste del giornale e
sullatteggiamento duramente critico nei riguardi del governo conservatore che dirige
la Spagna dal 1996. Giornale quindi di parte, asservito ad una particolare forza politica
? Il bipolarismo spagnolo, con due partiti in posizione dominante (i socialisti del Psoe e
la destra del Pp), ha certamente spinto El Paìs a schierarsi in modo non sempre
convincente (debole e tardiva la sua critica ai gravi episodi di corruzione che hanno
segnato lultima tappa del governo socialista) a fianco del partito di Felipe
Gonzalez e a criticare aspramente una destra considerata portatrice di valori ed idee non
liberali.
Salemi si sofferma con attenzione su questi nodi della storia del giornale e spiega
anche con chiarezza gli interessi editoriali assai grandi che sono dietro la durissima
polemica con la destra che, dal governo, ha tentato di indebolire il gruppo Prisa (al
quale lautore dedica alcune pagine di notevole interesse) consolidando attorno a sé
nuovi mezzi di informazione (sia stampa che televisivi).Eppure, sottolinea Salemi, El
Paìs non ha perso i suoi lettori ed è rimasto il primo quotidiano spagnolo senza
smarrire quei connotati di fondo che lo hanno caratterizzato fin dalla sua fondazione. Il
che dimostra il radicamento profondo e vasto di questo giornale nella cultura democratica
della Spagna di oggi.