Quello che segue è un resoconto dell'incontro fra Paulo Coelho e i
lettori che ha avuto luogo l'11 settembre nell'ambito del Festivaletteratura di Mantova
Il pubblico si presenta ad un incontro con Paulo Coelho come ad
un'udienza al cospetto di un leader spirituale: lo stesso atteggiamento reverenziale, le
stesse domande esistenziali, che non riguardano lo stile letterario dell'autore ma la sua
intera visione del mondo, il suo atteggiamento globale nei confronti della vita.
Da lui i suoi fan si aspettano perle di saggezza e consigli su come
modificare il proprio destino, e il celebre scrittore brasiliano sta al gioco: da
consumato raconteur si produce in aneddoti educativi e storielle edificanti che, su un
pubblico attento e ben disposto, hanno l'effetto di parabole. Del resto i libri di Coelho,
da L'alchimista, il best seller che l'ha reso celebre in tutto il mondo, all'ultimo
uscito, Veronika decide di morire, sono zeppi di indicazioni su come realizzare la propria
"leggenda personale".
Ci limitiamo quindi a riportare (ahimè, senza l'ausilio della verve
dello scrittore o del suo carisma personale) alcuni dei racconti fatti da Coelho ai suoi
ammiratori in quel di Mantova, lasciando a voi decidere se si tratti di supreme banalità
o di verità profonde.

LA METAFORA DEL FIUME
Mi piace pensare alla nostra esistenza come a un fiume, perché il
fiume va sempre verso il mare, ma si adatta di volta in volta a vari percorsi. Man mano
che ce ne si presenta l'occasione, scegliamo la nostra strada per sfociare nella morte. Il
fiume è anche uno specchio che riflette tutto ciò che gli sta sopra, tanto le stelle
quanto le nubi. Quando attraversiamo momenti difficili, dobbiamo ricordarci che prima o
poi le nuvole ritornano sempre al fiume, perché sono fatte d'acqua esattamente come lui.
LA STORIA DELL'UOMO AVVENTUROSO
In un gennaio di fine Quattrocento l'ultimo moro fu cacciato dalla
Spagna. La logica della politica spagnola di quel tempo suggeriva di attraversare lo
stretto ed espandersi in Nord Africa. Solo un uomo non era d'accordo con questo progetto.
Aveva dentro il senso dell'avventura, e trovava che la soluzione ovvia fosse la meno
interessante. Voleva andare verso mete sconosciute, e tutti gli diedero del pazzo. Solo
una donna gli regalò la sua fiducia. Ma quella donna era la regina Isabella, e
quell'uomo, che era Cristoforo Colombo, potè andare alla scoperta dell'America. Chi era
nel giusto, allora, la struttura sociale dell'epoca o l'individuo che preferiva rischiare?
LA BARZELLETTA DEL MALATO IMMAGINARIO
Un uomo va del medico e si lamenta: "Dottore, mi fa male tutto.
Tocco qui e mi fa male, tocco là e mi fa male. Il mio corpo sta cadendo a pezzi!!"
Il dottore lo visita attentamente, e osserva che tutti le parti del
corpo indicate dal paziente sono perfettamente a posto. Poi gli viene un sospetto, e si fa
dare la mano dell'uomo. Dopodiché dichiara: "In realtà il suo corpo sta benissimo.
E' il suo dito che è rotto".
LA PARABOLA DELLA CITTA' E DEL TEMPIO
Chiunque si occupa di architettura urbana vi dirà che attorno al luogo
sacro si crea il tempio, e attorno al tempio si erge la città. Però le mura non vengono
costruite intorno a entrambi, ma a metà strada fra il tempio e la città. Il tempio viene
occultato e diventa così una cosa occulta, lontana dall'uomo. Per via di quel dannato
muro ci convinciamo che sacro e profano siano necessariamente divisi, che la spiritualità
sia una cosa e la vita un'altra. E' necessario ricordarci che il muro è stato innalzato
dall'uomo e quindi procedere ad abbatterlo.

LA STORIELLA ZEN
Un maestro Zen amava molto il suo gatto. Ogni volta che meditava se lo
metteva accanto. Quando il maestro morì, i discepoli in suo onore continuarono a tenersi
vicino il gatto durante la meditazione. A poco a poco i loro successori cominciarono a
pensare che il gatto facesse parte della meditazione. Così la presenza del gatto diventò
fondamentale: senza di lui pareva che fosse impossibile meditare. Ci fu chi scrisse interi
trattati filosofici sull'importanza del gatto nella meditazione. Ad un certo punto
qualcuno si chiese: ma deve proprio starci qui questo gatto? Poi si cominciò a dire che
il gatto interferiva con la meditazione. Alla fine il gatto fu liquidato come elemento di
disturbo.
La morale? Mettiamo il gatto, togliamo il gatto, e ci dimentichiamo
della cosa più importante, che è la meditazione.
LA BARZELLETTA SUL LIBERO ARBITRIO
Un uomo sogna un angelo che gli dice: "Domani incomincerà a
diluviare, e tutta la tua città verrà sommersa. Ma tu non preoccuparti perché io ti
salverò". Il giorno dopo incomincia a piovere a dirotto, la diga che sta alle porte
della città si gonfia e la protezione civile incomincia a evacuare i cittadini. L'uomo
resta al suo posto, dicendo: "Tanto l'angelo mi salverà".
Piove sempre più forte, e i pompieri vanno a casa dell'uomo,
pregandolo di allontanarsi dalla città. Lui rifiuta: "L'angelo ha detto che mi
salverà", insiste, limitandosi a salire sul tetto di casa, perché tutta
l'abitazione è già allagata. Arriva un elicottero e il pilota implora l'uomo di salire a
bordo. "No", protesta l'uomo, "sei un rappresentante di Satana, vuoi
mettere alla prova la mia fede. Ma io non cederò" Arriva la CNN e i giornalisti
ripetono all'uomo che deve per forza andarsene, tutta la città è sommersa. Lui dice
"Io sto qua, l'angelo ha promesso di salvarmi".
La città viene completamente sommersa, e l'uomo annega. Quando arriva
alle porte del Paradiso - perché essendosi dimostrato un uomo di fede va direttamente in
Paradiso - furibondo dice a San Pietro: "Io qui non ci entro, il padrone di questo
posto è un bugiardo! Mi ha mandato in sogno un angelo, l'angelo mi ha promesso che mi
avrebbe salvato e invece mi ha lasciato affogare!"
Dall'alto tuona la voce del Creatore: "Ma chi ti ha detto che
sarebbe venuto l'angelo in persona? Io ti ho mandato tre équipe di salvataggio, e tu le
hai rifiutate tutte!"