La ricerca del ben-essere
Francesco Roat
Alle soglie del terzo millennio la
nostra società postmoderna rispetto alletica sembra oscillare tra un politeismo
morale dove causa il variegato spettro di valori ogni norma risulta
relativa, contingente, estremamente provvisoria, e un narcisismo ipertrofico, grazie al
quale lunico imperativo recita: ciò che importa è il soggetto, chi conta e di cui
bisogna occuparsi alla fin fine sono soltanto io.
Ormai tramontata allorizzonte filosofico del Novecento la
presunzione metafisica di poter fondare in modo assoluto unetica universalistica,
pare dunque primario il compito, anzi lurgenza di intraprendere ciò che Habermas ha
chiamato il progetto della modernità, ovvero esprimere ambiti normativi
transindividuali che superino il relativismo soggettivista, nella prospettiva di valori
condivisibili per uneudaimonia, se vogliamo utilizzare unespressione
risalente alla filosofia greca, che riteneva compito del saggio fornire indicazioni,
appunto, per una vita buona.

Interrogarsi su tali problematiche è quanto si propone il saggio
davvero puntuale e stimolante di Alessandro Ferrara "Autenticità riflessiva",
pubblicato da Feltrinelli, che in primo luogo ci invita a riflettere su quellepocale
mutamento di prospettiva filosofica costituita dalla cosiddetta "svolta
linguistica", che la speculazione del nostro secolo ha effettuato a partire da
Wittgenstein e Heidegger, secondo la quale non risulta più possibile esimerci dal
prendere atto della contestualità in quanto dimensione imprescindibile entro cui si dà
ogni nostro enunciato teorico. Detto in altri termini, la verità delle nostre
proposizioni può venire stabilita esclusivamente scrive Ferrara "sullo
sfondo di schemi concettuali impliciti e condivisi", tenendo conto del fatto che
"esiste una molteplicità irriducibile di schemi concettuali".
Per dirla con Wittgenstein, esiste insomma una pluralità di giochi
linguistici, ognuno dei quali presenta una grammatica di regole fra loro
incommensurabili. Ma allora, se in merito alle questioni etico-normative non possiamo più
fare riferimento a principi generali o a criteri di verità validi a priori, i soli
requisiti accettabili per un universalismo esemplare e coerente con la svolta linguistica,
sostiene Ferrara, sono quelli del ben-essere, sia a livello individuale che
collettivo. Giacché infatti non si dà sviluppo isolato e a-contestuale nemmeno per
quanto riguarda gli umani, il bene del singolo è possibile solo allinterno
di quello transindividuale, ossia sociale.
Così, rivisitando la Critica del giudizio allinsegna di
unottica postmetafisica, in merito alluniversalità del giudizio ben oltre
lambito estetico, lautore si rifà a ciò che Kant chiamava il "senso di
agevolazione e intensificazione della vita", da intendersi per noi nei termini di
autorealizzazione ed autenticità, che tuttavia risultano possibili solo in relazione
allaltro da sé, da riconoscere e da cui farsi riconoscere, in quanto nessuno è una
monade. Attenzione però, avverte Ferrara, che il recupero delleudaimonia non
comporti il rischio di nostalgie fondative o ancoramenti ultimi. Indicare imperativi
categorici e valori assoluti si riferisce ad un ambito speculativo che non appartiene più
al nostro orizzonte filosofico, in cui la prospettiva di ripensare il progetto della
modernità dovrebbe comportare anche labbandono di discorsi esaustivi e
dimostrazioni conclusive.
La tesi dellautenticità prende altresì le distanze da nichilismo e
poststrutturalismo nel senso che comunque considera il problema della
"validità" come questione significativa. Ed è tale passaggio cruciale uno
degli elementi di maggiore interesse di questo saggio giacché, sottolinea ancora Ferrara,
non è possibile voler comunicare senza "presupporre una qualche nozione di
validità". Sia pure come paradigma esemplarmente congruente qui e ora
nellambito intersoggettivo duna determinata comunità. Detta prudenza può
essere una salutare vaccinazione contro ogni supponenza o razzismo intellettuale
nei confronti di uomini inseriti nel contesto di filosofie e valori altri da quelli
espressi oggi dalla nostra cultura.
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