Un movimento nazionale , il cui obiettivo è
una rivoluzione culturale, morale e politica e i cui valori sono particolaristici, è in
grado di coesistere con i valori universali del socialismo? Il nazionalismo ebraico,
ovvero il sionismo, a quale matrice culturale dell idea di nazione si richiama: a
quella illuministico-giacobina che si fonda sul principio di cittadinanza, o a quella
romantico-politica herderiana che ha il suo fondamento nel concetto di Volk?
Sono le due domande da cui parte Sternhell e a cui nel corso di questo
libro (La nascita di Israele. Miti, storia, contraddizioni, trad. di Massimo
Bracchitta, Baldini & & Castoldi, 558 p., Lit. 39.000) da due risposte secche.
Alla prima risponde così: la coesistenza tra socialismo e nazionalismo
è un prodotto alchemico instabile. In ogni caso produce un equilibrio che non può durare
all infinito. Nel caso dellesperienza storica sionista, la sua agenzia
fondamentale il laburismo, attraverso il socialismo del lavoro ha solo apparente mente
scelto il primo elemento del binomio, in realtà lo ha subordinato costantemente al
secondo fino ad annullarlo.

Alla seconda la risposta è la seguente: il princio della nazione
adottato dal sionismo è quello di matrice herderiana. In questo caso l ipotesi che
si afferma non è solo quella di una visione nazionalistica del socialimo, ma anche quella
di una società politica che tende ad espellere i conflitti interni alla comunità
politica che vuol fondare.
L indagine di Sternhell si articola in due percorsi: da una parte
l analisi delle culture politiche che fondano il profilo del sionismo del lavoro;
dall altra l indagine sulla famiglia di appartenenza e di riconoscimento di
questa sintesi, rappresentata dall azione politica di Ben Gurion, nell ambito
della famiglia socialdemocratica europea tra anni 10 e anni 30.
Per Sternhell il paradigma politico culturale di Israele non si rivela
improvvisamente nel corso degli anni 80 con la crisi dell area labour e quella
della destra nazionalista e l emergere delle agenzie politiche del fondamentalismo e
del neotradizionalismo religioso.
Egli infatti ritiene che la crisi delle élite politiche nazionali nel
corso dell ultimo ventennio in Israele, non sia che il lento consumarsi di una
generazione politica che ha il suo processo formativo nella Palestina mandataria degli
anni 20 e la sua matrice d origine nella cultura populista russa di cui la
generqazione di "padri fondatori" da Ben Gurion a Ben Zvi, da Katzenelson a
Arlosoroff, è espessione organica e fedele.
Una generazione che intende il socialismo come cultura organicistica e
che sceglie come punto di riferimento teorico e politico la figura di De Man (una figura
politica e culturale del revisionismno socialista a cui Sternhell ha dedicato pagine
intense sia nel suo Né destra, né sinistra, che in Nascita dell
ideologia fascista, entrambi editi da Baldini & Castoldi).

De Man per tutti gli anni 20 e 30 costituisce di fatto il
referente teorico a cui guarda Kelzenelson, l ideologo del laburismo israeliano e il
vero pedagogo politico del movimento operaio e socialista ebraico di Palestina.
Katzenelson da De Man riprenderà molte suggestioni: dal tema del rapporto tra Kultur
e Zivilization, a quello della gioia del lavoro, dal culto del lavoro produttivo al
tema della produttivizzazione dei ceti medi, fino al planiismo e alla critica al capitale
bancario come sintomo di parassitismo economico.
Il distacco da De Man avverrà con il profilarsi all orizzonte
del suo avvicinamento alle correnti dell estrema destra europea e poi con il suo
collaborazionismo all indomani del crollo del Belgio nel maggio 1940.
Ma questo, soctiene Sternhell, non produce revisione del modello
ideologico-politico, perché il recupetro dell ideologia lavorista e comunitarista
del populismo originario espresso dalla figura di Gordon, ispiratore della cultura
agrarista del primo modello insediativo di colonia agraria, favorirà il mantenimento di
una ideologia che a questo punto è decisamente orientata in senso nazionalistico e solo
lessicalmente caratterizzata da un impalcatrura di tipo socialistico.

Nascita di Israele è un libro che ha una lunga genesi e che,
soprattutto, si origina da una profonda inquietudine. Non è il risultato di un
improvvisa illuminazione o di una delusione ideologica. Sternhell dalla fine degli anni
80 (si veda a titolo esemplare un suo testo dal titolo Sul fascismo e la crisi
dello Stato ebraico, in "MicroMega", 1989 n. 4) ha avanzato più volte
l idea che la realtà israeliana andasse valutata nelle sue componenti
ideologico-politiche di partenza e che in quella matrice risiedesse una delle cause, se
non la vera causa delle difficoltà politiche e culturali della società politica
israeliana odiena).
Ma ciò nasce, anche, da una lettura non convenzionale di ciò che si
intende per fascismo. Uno sforzo di analisi e di indagine interpretativa a cui Sternhell
con uno sguardo fortemente attento alla comparazione, del tutto ignoto a gran parte della
storiografia italiana sul fascismo, sul piano delle componenti ideologiche, che coglie il
fascismo non tanto come movimento politico, quanto come grumo di alcuni concetti e di
lessici estremamente dispersi nel variegato mercato politico del 900.
Infatti, per Sternhell il fascismo nasce sulla scorta di due
presupposti: il rifiuto dell eredità illuministica, e dunque l opposizione a
una cultura economica e politica fondata sul materialismo e sull individualismo (il
che connoterebbe il fascismo sia come antimarxista che come antiliberale), e la necessità
di individuare i criteri di una filosofia politica organicistica, comunitaristica, in cui
si consumi, e si dissolva, la soglia differenziale tra individuo, società civile e Stato.
Il che renderebbe il fascismo un ideologia ad un tempo xenofoba, antidemocratica e
fondata sul principio dell annullamento dell individuo anche nella sfera dei
suoi bisogni materiali. Ovvero una realtà ideologica tesa alla fondazione di un
etica del produttore/guerriero, mito politico che sta a fondamento del nazionalismo di
inizio 900. Proprio per questo, per Sternhell il fascismo avrebbe una lunga storia,
le cui origini si collocano nelle correnti di opposizione alla Rivoluzione francese: tanto
nellestrema sinistra degli "arrabbiati": come nello spirito
dellemigrazione aristocratica di Coblenza.