Un cammino di meraviglie
Elena Gianini Belotti con Tina Cosmai
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Recensione/Voli
Voli ( Feltrinelli ), è una storia intensa e armoniosa, che
ha radici lontane, nei pensieri della sua autrice, Elena Gianini
Belotti, che vi rivive esperienze d’infanzia e di approccio con
gli animali. Nulla viene trascurato nella verità di queste righe,
una verità fatta di amore ma anche di contraddizione, di contatto
con i propri conflitti, che il rapporto con gli animali mette in
luce.
Gli animali sono narrati e vissuti nella loro dimensione di
libertà, di istintualità, ma anche come esseri culturali, capaci d’amore,
di memoria, di dolore. Creature inafferrabili, affascinanti per la
loro indipendenza, come gli uccelli, che sono simbolo di potere e di
libertà; e un continuo confronto tra l’uomo e l’animale, che
viene vissuto e narrato con armonia, con limpidezza di pensiero e
dunque di stile.
Voli è una storia che sfida le paure, i timori di “volare”,
cioé di esprimere gli impulsi dei propri pensieri, gli elementi
forti che li caratterizzano. Un rapporto originale e intenso tra l’autrice
e il mondo animale che entra in una dimensione vissuta, sentita,
dunque percepita fortemente. Non si tratta di un rapporto confusivo,
in cui gli animali vengono interpretati come proiezioni delle
esigenze dell’uomo: essi sono vissuti nella loro realtà diversa e
amati nella loro differenza. L’alterità è la forte connotazione
del romanzo e dunque la libertà, perché soltanto nel
riconoscimento del diverso vive l’autonomia e l’emancipazione
della persona.
Come è nato questo libro sul suo rapporto con gli animali?
Gli animali hanno sempre fatto parte delle mie narrazioni. Sono
presenti in tutti i miei romanzi precedenti: ne Il fiore dell’ibisco
ci sono merli e gabbiani; in Pimpì Oselì si narra di
una carneficina di tordi e Apri le porte all’alba inizia
con il presunto suicidio di un corvo. Ho atteso per lungo tempo di
scrivere un libro in cui gli animali fossero i protagonisti, specie
gli uccelli.
Dove sono le radici di questa storia intitolata Voli?
Certamente nella mia infanzia, che ho vissuto in campagna. Sono
stata segnata per sempre da una covata di pulcini che mi venivano
dietro come fossi una chioccia, perché questo rapporto ha
sollecitato in me quell’"attitudine allevante" che è
nella maggior parte di noi, cioè il bisogno di prendersi cura di un
piccolo essere, di pulirlo, di nutrirlo. All’istinto materno io
contrappongo quest’attitudine, che è lasciata meno libera, forse
per abitudini culturali, e che non è soltanto umana, ma anche
animale. Trovo che essa sia una forza straordinaria.

Associo facilmente questo romanzo al desiderio di libertà,:lei
parla soprattutto degli uccelli, che sono simbolo di indipendenza…
Ho scelto il titolo Voli perché rimanda alla luminosità del
cielo che ci sovrasta, alla straordinaria libertà degli uccelli di
muoversi nello spazio. Come ho detto, le mie radici sono campagnole
e nella maturità ho avvertito l’esigenza di riscoprirle. Per
questo ho desiderato avere una casa in campagna, da dove osservare
gli animali in uno stato di solitudine. E in questa solitudine ho
trovato una tale libertà, una padronanza di me e della mia vita,
delle quali ancora non avevo consapevolezza. Ho scelto di concedermi
il tempo di osservare a lungo gli animali e scrivere questa storia e
l’ho fatto con un’allegria straordinaria, trovando una
dimensione giocosa che avevo dimenticato. E’ stato come camminare
per scoprire meraviglie.
Definirebbe dunque Voli una lettura emozionante?
Ho provato un’empatia travolgente verso i protagonisti della
storia, che diventavano veri e propri personaggi, ognuno con il suo
carattere, ognuno pronto a cacciarsi nelle avventure più disparate.
Ciò che volevo davvero era raccontare l’intensità e la
conflittualità che ho provato nel rapporto con loro. Li ho
semplicemente osservati, lasciando che entrassero nella mia vita,
sconvolgendola, rendendola allegra, gioiosa.
La natura ha un nucleo di crudeltà e di mistero. Cos’è davvero
la migrazione? Cosa spinge le rondini ad andare via? Ci sono
fenomeni naturali inspiegabili, e l’uomo, lo scienziato, deve
arrestarsi dinanzi al mistero, perché ciò significa essere liberi
davvero: l’accettazione del proprio limite. Mi sono divertita e
appassionata nell'accogliere questi esseri nella mia vita, ma mi
sono anche sorvegliata, per non cadere nel sentimentalismo, così
frequente quando si raccontano le imprese degli animali.
Perché il rapporto con gli animali provoca sensazioni di benessere,
di armonia con la natura, di stupore?
Sono convinta che nel rapporto con gli animali, affiorino parti
infantili dell’uomo, parti giocose, ingenue, semplici, spontanee e
talvolta buffe. Quella fra l'uomo e l'animale è una relazione priva
di sovrastrutture culturali e contemporaneamente molto espressiva,
che fa emergere sentimenti che non sperimentiamo di frequente, come
la tenerezza, e ciò è fonte di gioia, di letizia
Cosa hanno di umano gli animali e quanto invece c’è di animale in
noi?
Gli animali sono molto più simili a noi di quanto non crediamo.
Come noi, hanno una grande capacità di adattamento. In questo
racconto però, ho cercato di non umanizzare gli animali, perché in
fondo li conosciamo poco. I nostri istinti sono regolarizzati,
addomesticati, ma anche quelli degli animali lo sono. Come le
cornacchie, ad esempio, che si innamorano, si accudiscono, sono
monogame. Non bisogna pensare dunque agli animali come
concentrazione d’istinto, perché anch’essi hanno delle
relazioni affettive e ciò è affascinante. Si pensa che gli animali
siano aggressivi, dimenticando che soffrono, che provano dolore. Gli
animali hanno un’emotività molto più libera della nostra,
perché in loro c’è un vissuto armonico di sentimenti positivi e
negativi.
Crede dunque che gli animali siano capaci di amare?
Gli animali sono legati tra loro da affetto e da amicizia. Soffrono,
gioiscono, si arrabbiano, hanno paura e hanno memoria. Un gallo del
pollaio di mio padre morì di crepacuore dopo una zuffa con un suo
simile più giovane. Perdeva sangue ma non aveva lesioni letali. Gli
era scoppiata la bile perché non sopportava di perdere il suo ruolo
di potere. Tutto questo è manifestazione di una emotività forte,
di sentimenti veri.
Come percepisce l’interesse per gli animali nel mondo
contemporaneo?
Viviamo in un mondo che non vediamo, siamo ciechi nei confronti di
tutto ciò che ci circonda. Non siamo più curiosi, perché è
venuta meno la successione degli eventi; il bambino oggi ignora la
provenienza del latte, lo vede già in scatola. Questa è una
perdita intellettuale, è come un taglio che tra un mondo in cui
vige il nulla e la natura; è la perdita di un’esperienza.
I link:
Scheda
sul libro Dalla parte delle bambine
L'influenza dei condizionamenti sociali nella formazione del
ruolo femminile nei primi anni di vita e il mito della
"naturale" superiorità maschile contrapposta alla
"naturale" inferiorità femminile: il tutto analizzato da
Elena Gianini Belotti nella sua opera piu' conosciuta.
Speciale Voli
Ipertesto
con estratti dal libro letti per voi dall'autrice
Scheda
del libro con una breve nota biografica
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