Cronache dal tetto d'Europa
Paola Casella
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Capitolo 1/A nord
Ogni tanto ci si imbatte in un gioiello piccolo e nascosto: è il caso
di A nord, un libriccino microscopico (152 pagine, ma grandi la
metà di quelle di un volume standard) pubblicato da Editori Riuniti
per la nuova collana Le rane, diretta da Lorenzo Pavolini e
Andrea Salerno. A nord ha un'apparenza così modesta (unassuming,
direbbero gli inglesi), che la foto di copertina, un francobollo in
campo viola, rappresenta uno scaffale di frigorifero praticamente
vuoto, salvo che per una bottiglia di latte e un'arancia già
sbocconcellata.
La poesia di quell'immagine spoglia è simile a quella evocata dalle
pagine di A nord, che parla dei paesi del nord Europa - dal
trittico Estonia-Lettonia-Lituania al trio Svezia-Norvegia-Finlandia -
che noi latini tendiamo a considerare esageratamente sottotono.
Raffaele Oriani, l'autore del saggio, germanista di Trieste che vive e
lavora a Berlino e dunque è abituato ai rigori e del nord, ci mostra
invece la bellezza pudica e il fascino minimalista di paesi a
noi tanto lontani per tradizione e cultura.

Ma vicini fra loro, e alcuni ancora più vicini (o più lontani) da
quando gli eventi politici della storia recente e i cambiamenti
globali del mercato hanno alterato la geografia sociopolitica e
ridisegnato i confini del cosiddetto "tetto d'Europa". A
nord ci spiega ad esempio che la Finlandia, che a metà anni
Novanta viveva in preda allo spettro della disoccupazione (ricordate
il film Nuvole in viaggio?), grazie alla new economy e al boom
tecnologico (da lì provengono i telefonini Nokia) è diventata una
nazione all'avanguardia dove tutto costa tre volte tanto, ma dove da
qualunque bar puoi navigare gratis su Internet. E Oriani ci spiega nel
dettaglio come il canale che separa la Danimarca dalla Svezia, un
tempo considerato invalicabile, sia di recente stato collegato da un
ponte che, prima ancora che un'agevolazione logistica, è
un'ammissione di profonda affinità socioculturale..
Oriani fornisce dati e statistiche a sostegno di ogni sua ipotesi e
previsione, ma seleziona in modo accurato le informazioni che
"rilascia" (dall'inglese release, che è anche il
termine farmacologico riferito alla capacità di certi medicinali di
distribuire la loro efficacia nell'arco del tempo), assumendosi in
pieno la propria responsabilità di cronista: anche nell'era di
Internet e del giornalismo fai-da-te, l'autore vaglia le notizie in
suo possesso prima di passarle ai lettori, centellinandole o
affastellandole, a seconda del momento narrativo.
Allo stesso tempo, Oriani condisce il suo reportage - a metà fra il
diario di bordo e l'inchiesta vecchio stile, come direbbe Deaglio -
con pareri soggettivi, leggende metropolitane, "sentito
dire", creando l'effetto di certe favole nordiche (appunto) che
condiscono l'atmosfera immaginifica con dettagli di spietato realismo
(avete mai notato quante volte figura la morte nelle fiabe
scandinave?) o viceversa rendono fantasmagorica anche la più
realistica delle narrazioni.
A nord intreccia volti e suoni a numeri e tabelle, mescola toni
poetici a descrizioni rigorosamente fattuali, riferimenti alla storia
e alla cultura europee ma anche al cinema e alla letteratura, come
può fare uno scrittore che, oltre alle basi (ottime, e abbondanti, si
direbbe), possiede una prospettiva ampia che si sviluppa in
orizzontale e in verticale, invece di specializzarsi in una sola
dimensione, come sempre più spesso succede.
Non è un caso che Caffè Europa affidi a Oriani la
preparazione della sua rassegna stampa estera settimanale, che
richiede, oltre alla conoscenza di tre lingue, l'apertura mentale
necessaria per scegliere i temi veramente importanti fra quelli
esaminati dalle riviste d'oltralpe e d'oltreoceano. Non a caso si
rivolge a lui quando c'è bisogno di un approfondimento su un tema
che, oltre alla conoscenza della cultura mitteleuropea, richieda una
capacità di pensare "alta".
Nel suo saggio, con consueta modestia, Raffaele scompare dietro il
finto anonimato del "cronista", evitando la narrazione in
prima persona. Ma il suo carnet di viaggio è altrettanto personale di
quelli di Chatwin, e avere Oriani (come Chatwin) per guida è un
privilegio.
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