Le ragioni di una mostra
Francesco Petrucci
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Segnalazione/Baciccio un anno
dopo
Le ragioni di una mostra
Francesco Petrucci è uno dei curatori della mostra "Baciccio un
anno dopo" (vedi articoli collegati)
La mostra Giovan Battista Gaulli “il Baciccio”, che si è
tenuta a Palazzo Chigi dall’11 dicembre 1999 al 12 marzo 2000 a cura
di Maurizio Fagiolo dell’Arco, Dieter Graf e del sottoscritto, oltre a
costituire la prima retrospettiva sul grande artista genovese (dopo la
piccola rassegna di Oberlin in Ohio del 1967) ha accompagnato l’apertura
al pubblico della dimora chigiana, a conclusione dei restauri portati
avanti dal Comune di Ariccia con i fondi del Giubileo.
La possibilità di vedere durante la mostra tanti importanti capolavori
a confronto l’uno vicino all’altro, l’opportunità di riesaminarli
dopo i restauri eseguiti in occasione dell’esposizione, il giudizio e
il positivo scambio di opinioni con tanti studiosi assieme ai quali
abbiamo commentato i dipinti, nuove acquisizioni critiche e
documentarie, hanno stimolato ulteriori considerazioni sulle opere
esposte rispetto a quanto pubblicato sul catalogo. Paradossalmente, si
dovrebbe cominciare a lavorare al catalogo di una mostra, dopo la sua
chiusura.
Sono queste la ragioni, unitamente ai sorprendenti esiti del restauro
della Morte di San Francesco Saverio di Ascoli Piceno, finanziato
totalmente dal Comune di Ariccia, che ci hanno spinti a rendere noti i
risultati di quanto è stato fatto. Sono emersi poi, sempre in
conseguenza della mostra e successivamente, alcuni dipinti inediti
Gaulli, che in parte vengono presentati in questa sede. Ma abbiamo
deciso di esporre anche opere poco note o la cui lettura è facilitata
da recenti restauri, come il Ritratto di abate del Palazzo Bianco
di Genova, la cui pulitura ha rivelato eccellenti qualità pittoriche
riferibili alla primissima attività del Gaulli, o il Bambino Gesù
del Palazzo Rosso di Genova, il cui restauro ha confermato l’autografia
(sempre giovanile per la matrice rubensiana) negata negli studi
precedenti. Importanti acquisizioni sono il nuovo Autoritratto
del Gaulli riconosciuto da Luca Leoncini nel Palazzo Reale di Genova e
il Ritratto di Bernini disegnato dal Gaulli intorno al 1660,
pubblicato a suo tempo da Valentino Martinelli ma dimenticato dagli
studi successivi.
Un compleanno
L’occasione per questo evento ci viene offerta dal compleanno di
Beatrice Canestro Chiovenda, una studiosa attenta e scrupolosa, allieva
di Adolfo Venturi, con una carica di simpatia ed entusiasmo contagiose,
che ci è stata di sostegno e valido aiuto allo svolgimento della
precedente mostra; festeggiamo i suoi cento anni proprio in questo mese
di marzo.
In appendice al catalogo abbiamo deciso di pubblicare anche la sua
principale bibliografia, con importanti contributi apparsi anche su
riviste poco note e in sedi periferiche. Ma nessun catalogo potrà
documentare la sua attività di instancabile animatrice di cultura, di
contatti e di incontri tra studiosi, collezionisti, operatori e amatori
d’arte, svolta a Roma e nella sua terra di orgine, tra Lombardia e
Piemonte, per tutta la vita. Ne ho potuto cogliere traccie non solo dai
suoi racconti e da quelli di chi la conosce, ma anche da documenti,
scritti, dipinti, disegni e fotografie che gelosamente custodisce. La
sua casa romana è stata infatti cenacolo e punto di incontro di artisti
(da Giacomo Balla, a Alberto Savinio, a Amerigo Bartoli), letterati e
studiosi (Filippo Magi, André Chastel, Deoclecio Redig De Campos, Mario
Praz, Mario Salmi, Federico Zeri, Jérôme Carcopino, etc.) di fama
internazionale. La ringraziamo per averci concesso la sua amicizia e il
suo importante sostegno.
Una donazione
L’apertura in contemporanea del Palazzo a visite guidate e lo
svolgimento della mostra Pittura Barocca Romana/ La collezione
Fagiolo (20 novembre 1999 - 12 marzo 2000), ha portato ad Ariccia in
quattro mesi circa 30.000 visitatori. Recentemente Maurizio Fagiolo ha
formalizzato la donazione al Palazzo Chigi dei suoi dipinti, esposti
alla mostra come “donazione promessa”, incrementando il prestigio
delle nostre collezioni.
In questa sede vengono presentati ulteriori dipinti del Seicento
recentemente acquisiti dallo studioso, che in futuro andranno ad
accrescere la sua donazione; viene inaugurato anche il nuovo
allestimento della “sezione donazioni”, di cui sono previsti in
tempi brevi importanti accrescimenti.
Restauri
In appendice al catalogo abbiamo inserito le schede di 17 dipinti delle
collezioni del Palazzo Chigi, restaurati recentemente. Il prestito in
occasione di alcune mostre ha consentito infatti il vantaggio del
restauro a spese degli organizzatori ed un approfondimento scientifico
nello studio delle singole opere.
I restauri di 15 tra le tele più significative della quadreria di
Ariccia furono eseguiti già dal 1989, a meno di un anno dall’acquisto
del Palazzo (28 dicembre 1988), in occasione della mostra L’Arte
per i papi e per i principi nella Campagna Romana, a cura di
Almamaria Mignosi Tantillo, con il pieno sostegno della soprintendente
di allora, Evelina Borea. Fu restaurato anche il busto di Alessandro VII
di Melchiorre Caffà, nuovamente sottoposto a pulitura nel 1999 per la
mostra di Borromini al Palazzo delle Esposizioni.
I dipinti erano: Le Stagioni di Mario de’ Fiori, Brandi, Lauri,
Maratta e Mei (Livio Iacuitti), I Sensi di Pier Francesco Mola
(ditta Tecnauro), Il Beato Giovanni Chigi del Baciccio (Livio
Iacuitti), l’ Angelo con corona di spine del Cavalier d’Arpino
(ditta Tecnauro), La meditazione di Sant’Agostino di Jos de
Momper e Alessandro Mattia (Livio Iacuitti), le quattro tele ovali di
ignoto caravaggesco (ditta Tecnauro).
Il Comune di Ariccia ha restaurato, prevalentemente attraverso
sponsorizzazioni di privati, oltre ad alcune tele in mostra, il Ritratto
di Augusto Chigi (1990, Ingrid Basile), il Ritratto del cardinale
Flavio II Chigi (1990, Soc. Tecnauro), il teatrino per
marionette del ‘700 (fondi Unione Europea, Paola Del Vescovo), il ritratto
del cardinale Flavio Chigi di Ferdinand Voet (1995, Paola Del
Vescovo), il ritratto di Clemente IX (1999, CBC), il ritratto
del cardinale Sigismondo Chigi (1996, Paola Del Vescovo) ed i rami
con i ritratti dei due cardinali Chigi, tutti del Baciccio (1999, CBC).
Esemplare il restauro della sanguigna di Gian Lorenzo Bernini per la
mostra L’Ariccia del Bernini (1998, CBC).
Sempre la Mignosi Tantillo ha diretto il restauro della Veduta di
Parigi dal Pont Neuf e della Festa al Campidoglio per il “possesso”
di Alessandro VII (1990, Livio Iacuitti), delle quattro tele
di Michelangelo Pace con feudi Chigi e cani levrieri (1995, Ivi
Gabrielides), recentemente esposte alla mostra I Piaceri della Vita
in Campagna nell’arte dal XVI al XVIII secolo (Belgioioso 13
maggio - 16 luglio, Ariccia 16 settembre - 7 gennaio).
Il risultato della collaborazione con l’Istituto Centrale del
Restauro, per il fattivo interessamento di Mara Nimmo e Michele Cordaro
prima, ancora di Almamaria Mignosi Tantillo (“madrina” di Ariccia)
oggi, è il restauro di altri dipinti, oltre alle indagini e agli
interventi sui parati in cuoio di Cordova.
Sempre sotto la direzione della Mignosi il laboratorio della
Soprintendenza ha restaurato negli anni precedenti ulteriori tele della
collezione (oltre a numerose incisioni, 1996; direzione: Maria Grazia
Bernardini, responsabilità tecnica operativa: Immacolata Afan De Rivera)
che vengono presentate in questa mostra.
Acquisizioni
A seguito di atto di compravendita del 19 novembre 1999 stipulato tra il
Comune di Ariccia e il principe Agostino Chigi, le collezioni del
Palazzo Chigi si sono arricchite di nuovi arredi, parati in cuoio e
carta stampata, dipinti e incisioni, ancora di proprietà Chigi, in
parte conservati nell’appartamento in usufrutto vitalizio al piano
terra del Palazzo, come da atto originario del 29 dicembre 1988. Con lo
stesso atto è stato estinto anche l’usufrutto dell’appartamento di
cui allo stato attuale il Comune gode piena disponibilità. Questa
ulteriore acquisizione ha consentito di esporre nuove opere alla mostra I
Piaceri della Campagna, di cui alcune qui in mostra. L’acquisizione
è stata resa possibile da un finanziamento del Ministero dei Lavori
Pubblici, tramite i fondi residui del Grande Giubileo gestiti dall’Ufficio
per Roma Capitale e Grandi Eventi.
Biblioteca
E’ in fase di costituzione all’interno del Palazzo una biblioteca
con indirizzo storia-storia dell’arte-romanistica. Oltre ai fondi
originari della raccolta, costituiti da un nucleo di libri seicenteschi
(“Libraria di campagna del principe Agostino Chigi”) e
otto-novecenteschi, si sono aggiunte importanti acquisizioni, come il
fondo Deoclecio Redig de Campos già direttore dei Musei Vaticani
(storia dell’arte), e donazioni, come i fondi Oreste Ferrari (riviste
di storia dell’arte), Giorgi (storia) e Togliatti proveniente dall’ex
centro di studi comunisti delle Frattocchie (storia, letteratura,
filosofia, politica). Il materiale è in corso di sistemazione e
catalogazione a cura degli “Amici di Palazzo Chigi, con un gruppo di
volontari diretto da Vera Magyar ex archivista dell’Ashmolean Museum
di Oxford. Sono previste ulteriori donazioni.
Domani
E’ previsto il pieno recupero dell’appartamento al piano terra
recentemente acquisito e la sua fruibilità entro la fine del 2001.
Verrà anche allestito nell’appartamento un antiquarium, con la
collaborazione della Soprintendenza Archeologica per il Lazio, dedicato
all’antica Aricia insigne città latina e poi municipio romano
che diede i natali alla famiglia materna di Augusto. Saranno esposti
sarcofagi, iscrizioni e alcune sculture oggetto di recenti importanti
rinvenimenti nel territorio di Ariccia, che la Soprintendenza destinerà
al Palazzo Chigi.
Per l’autunno è prevista la mostra La scena del principe. Il
Gattopardo e Visconti, che celebra, con un comitato scientifico
costituito da Caterina d’Amico, Mario Garbuglia, Gioacchino Lanza
Tomasi, Franco Mannino, Piero Tosi, i venticinque anni della morte di
Luchino Visconti, che ambientò gran parte delle scene d’interni del
suo capolavoro nel Palazzo Chigi di Ariccia.
Angela Negro, responsabile di zona, curerà una mostra sulle collezioni
di dipinti del Sei-Settecento del Collegio Nazareno, che aveva una sede
ad Albano, presso il Palazzo Pamphilj.
Tra i programmi espositivi futuri, stiamo preparando per il 2002 con
Maurizio Fagiolo e la collaborazione di André Brejon de Lavegnée,
Dieter Graf, Simonetta Prosperi Valenti Rodinò, Pierre Rosenberg, Erich
Schleier, una mostra dedicata a Guglielmo Cortese detto “il Borgognone”,
altro artista di primo piano del barocco romano, appartenente alla
cerchia chigiana.
Di spessore internazionale sarà pure la mostra incentra sul Grand Tour
nei Castelli Romani, presumibilmente per il 2003, che indagherà sulla
presenza di artisti, letterati e viaggiatori nel territorio dei Colli
Albani e Tuscolani. Qui infatti, per la vicinanza a Roma, si sviluppò
già dalla fine del Seicento quel gusto per la pittura all’aperto, che
costituisce la premessa della pittura di paesaggio di fine ‘800.
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