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Jenny, la bomba sexy piu' cliccata del Web

Paolo Marcesini

 

Provate a passare un’ora un lei... Jenny McCarthy a guardarla non sembra nemmeno vera. L’ hanno paragonata a un cartone animato, un cartoon in carne ed ossa. Lei ride, dice che il paragone le piace. E’ bionda ma quello non è il suo vero colore, ha una corpo straordinario, troppo bello per essere vero, e lei annuisce ammettendo i tanti ritocchi. E’ simpatica e disponibile, dice che non deve ringraziare nessuno. Di sicuro è la donna più cliccata del web, digiti il suo nome e Altavista ti presenta un elenco di settemila siti dove la trovi citata, fotografata, vestita e, più spesso svestita (per un assaggio http://www.fansites.com/jenny_mccarthy.html). Il suo Jenny McCarthy Show su Mtv è un assoluto fenomeno mediatico. E poi è focosa, imprevedibile, ingestibile. Un autentico ciclone.

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Eppure a domanda risponde con "smodato" senso di responsabilità. Ad esempio. "Per giudicare una donna al meglio, prima delle tette, bisogna guardarne la personalità. A Hollywood ci sono ragazze bellissime che non ce la fanno a sfondare perchè dentro sono povere, bugiarde e anche meschine. E’ per questo che ho deciso di mostrare al mondo tutto il bello che ho dentro. Esteriormente posso sembrare solo un gran bel dolce alla panna con le ciliegie, basta parlarmi per alcuni minuti e ci si accorge subito che dentro quelle ciliegie c’è tanta sostanza". E allora parliamo. Ad esempio della famiglia. "Vengo da Chicago, i miei genitori erano molto poveri, mio padre faceva l’operaio, mia madre la parrucchiera. Per fortuna è sempre stata una famiglia molto unita. Ed essere uniti è una delle poche cose che serve veramente nella vita. A casa non c’erano soldi, quindi, molto presto, ho iniziato a pensare a come potevo guadagnarmi da vivere. Volevo insomma dare il mio contributo concreto alla felicità dei miei genitori e delle mie tre sorelle". Dal bisogno al sogno il passo è breve. E il sogno si chiama Hollywood: "Fin da piccola camminavo per casa atteggiandomi a grande diva del cinema. E poi ero maliziosa. Ricordo che avevo solo cinque anni e già mi divertivo ad andare in giro senza mutandine. Spudorata? Diciamo che era divertente, mi piaceva guardare le facce di chi mi guardava. A diciotto anni lasciai la scuola. Da quel giorno non avevo più nulla da perdere". Gli inizi non sono incoraggianti, Jenny non è una star cresciuta a palestre e fitness. La immagini giocare a pallone per strada con gli altri bambini del quartiere. "Andavo nelle agenzie per modelle, ma tutti mi dicevano "scordatelo", sei troppo bassa e cicciottella, sembri una che fa la commessa in un bar. Ero depressa, piangevo. Tornai a casa e andai a lavorare in un salumificio.Tagliavo la carne, preparavo gli insaccati. Alla sera puzzavo come una capra. Dissi a me stessa: devi andar via da qui. Provai con Playboy, era l’unica cosa che potessi tentare di fare per avere subito un po’ di soldi e andare ad Hollywood.

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Per fortuna loro apprezzarono il fatto che ero un po’ cicciottella e la mia vita cambiò. Feci un colloquio e dopo qualche giorno ero già Miss Ottobre 1993! Per il primo servizio fotografico mi diedero ventimila dollari, l’anno seguento ero la playmate dell’anno". Oggi per un servizio fotografico come quello, quanto prende?

"L’ultima volta mi hanno offerto mezzo milione di dollari. Ma non faccio più servizi di fotografici di quel tipo. Ho fatto la playmate per entrare nel mondo dello spettacolo. Adesso che ci sono a certe cose dico no. Non è un problema di nudo, spogliarmi non è mai stato un problema. Il problema semmai è estetico, è importante il contesto, perché lo faccio, chi è il fotografo. Se mi convincono della bontà artistica di una progetto, posso spogliarmi anche gratis, non c’è nessun problema". Ricordi da playmate: "Prendevo molti aerei, dovevo andare a cena con tizi ricchi e noiosi, una sera ero a Parigi, un altra a Los Angeles. Poi firmavo centinaia di autografi, mi chiedevano di testimoniare per iscritto la loro esuberanza sessuale. Dopo un po’ ero veramente annoiata. Però sono grata a quell’esperienza. Playboy mi ha insegnato l’etica del lavoro". A proposito, come reagì la sua famiglia vedendola nuda su Playboy? "All’inizio sembravano usciti fuori di testa. Mio padre che urlava, mia madre che piangeva chiedendosi cosa avrebbero detto gli altri vedendomi così, dov’era finita la mia educazione. Li capivo, nella mia famiglia ho sei zie che fanno le suore e almeno quattro parenti sacerdoti. Poi hanno cambiato atteggiamento, hanno capito che in fondo ero sempre la loro piccola Jenny, che inseguivo un sogno meraviglioso e che, per arrivare, avrei avuto bisogno del loro aiuto. E loro mi hanno aiutata". Diverso fu l’atteggiamento della sua città, Chicago: "Appena uscirono le foto, in città scoppiò lo scandalo. C’erano decine di telecamere davanti alla mia scuola, avevo frequentato un istituto cattolico, fermavano le suore, le chiedevano come era possibile che una loro alunna avesse preso la strada della perdizione. Ero come una puttana, mi arrivavano telefonate anonime, si raccontavano cose assurde sulla mia vita. Ero diventato come O.J. Simpson. Ho sofferto, ma ho avuto la forza di reagire, di gridare che non avevo fatto nulla di male, che nessuno poteva giudicarmi". Adesso, naturalmente, è più serena: "Questa è la mia filosofia: vivi liberamente ma non fare niente di cui potrai pentirti a ottant’anni".

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Adorabile Jenny, una sex-symbol che racconta se stessa con ironia e senza peli sulla lingua: "L’unica volta in cui mia madre si è veramente arrabbiata è stata quando mi ha visto in televisione che raccontavo di cosa facevo a letto e del fatto che, per natura, sono multiorgasmica. Le ho detto che era solo uno show. Adesso è convinta che sia ancora vergine. Sono sexy? Cerco soltanto di prendermi in giro, mi guardo allo specchio e spesso mi viene da ridere. Cerco sempre di ironizzare, in fondo con queste tette, cosa dovrei fare? E poi sono timida. Ci credete? All’inizio quando parlavo in pubblico non volevo essere gentile perché temevo che gli altri potessero abusare di me".

Il vestito rosso-rosso è piccolo-piccolo. All’intervistatore, distratto da tutto quello che il vestito non copre non resta che annuire dubbioso sulla sua, molto presunta, timidezza. "Lo so, gli uomini mi guardano, farei la stessa cosa anch’io. Certe volte, a chi mi guarda con insistenza dentro la scollatura vorri chiedere, ma sin dove riuscite a vedere?". Poi si alza. Il vestito rosso-rosso è veramente piccolo-piccolo. Speriamo che non chieda adesso sin dove si riesce a vedere. Meglio cambiare discorso. E punto di vista. Cosa c’è dietro questa immagine così estroversa? "L’onestà, la fiducia negli altri, tantissima determinazione. Il successo è uno strumento di potere. Mi piacerebbe usare il mio potere per lanciare messaggi alle ragazze giovani che vogliono venire a Hollywood, e dir loro che ce la faranno anche se non vanno a letto con il primo che passa. La maggior parte delle giovanissime pensa che quella sia l’unica strada possibile per arrivare. Devono capire che i valori fondamentali della vita di ciascuno di noi vanno sempre rispettati. Io ce l’ho fatta così, senza compromessi". Moralista? "Odio i compromessi, i ricatti, soprattutto quelli sessuali". Ne ha subiti? "Ci hanno provato almeno un centinaio di volte ed ho pianto tutte e cento le volte. Avrò tirato calci, pugni e schiaffi ad almeno una cinquantina di persone".

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Qual è il suo rapporto con gli uomini? "Nella mia vita ho avuto solo cinque fidanzati. Quindi non mi posso considerare una esperta di uomini. Adesso mi sono appena fidanzata, lui si chiama John, fa il regista, ci amiamo moltissimo. Ci sposeremo in autunno, lo stilista Gai Mattiolo mi farà il vestito.Vorrei un figlio a Natale. In fondo questo è tutto quello che voglio¸ una famiglia, dei bambini, un marito fedele". Per spiegare la sua etica sessuale, cita il sexygate: "Quello che Clinton ha fatto con Monica sono fatti suoi. Però se fosse stato mio marito, lo avrei ucciso". Il sesso naturalmente è fondamentale: "Lo devo fare almeno due, tre volte al giorno. Se non la faccio sto male". La formula del successo di Jenny McCarthy è tutta qui: spudorata, nuda, eccitante di fronte alle telecamere, "normale" che più normale non si può quando scende nel privato. Crea l’illusione di essere molto disponibile, potresti persino invitarla a cena. "La mia più grossa paura è il fallimento, l’insuccesso, la paura di non farcela". E noi che pensavamo che Jenny McCarthy fosse sinonimo di trasgressione? "Se tutti sono calmi e quieti, mi piace movimentare un pò le acque, scuotere lo status quo di alcune situazioni, affinchè le persone si mostrino per quello che sono, realmente. Odio la falsità". Per il resto, tutto normale, tutto come viene: "Nel tempo libero vado in spiaggia a Long Island, leggo, vado in chiesa o parlo per ore al telefono con mia madre. Quando voglio divertirmi sulo serio vado a Las Vegas a giocare d’azzardo". Le piacciono gli uomini divertenti: "La prima cosa che mi ha fatto letteralmente impazzire del mio fidanzato è che mi fa ridere molto. Non ho mai cercato l’uomo bello, stile modello, perfetto e muscoloso, mi piacciono gli uomini divertenti, interessanti, passionali ". Legge libri come La profezia di Celestino, "Libri spirituali che parlano dell’anima che esce dal corpo" ed è affascinata dalla morte: "Credo che ci sia qualcosa di bello nella morte, non bisogna averne paura, è semplicemente un viaggio verso un altro posto. E poi credo agli angeli, chiedo sempre consiglio a loro".

Sta per uscire il suo primo film importante, Diamonds con Kirk Douglas e Lauren Bacall: "Un giorno vincerò l’Oscar, credetemi". E chi lo mette in dubbio.

 

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Jenny Mc Carthy

 

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