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Cinema/Scherzi del cuore

 

Paola Casella

 

Scherzi del cuore, scritto e diretto da Willard Carroll, con Sean Connery, Gena Rowlands, Dennis Quaid, Ellen Burstyn, Madeleine Stowe, Ryan Phillippe, Angelina Jolie, Anthony Edwards, Gillian Anderson, Jon Stewart, Jay Mohr

C'e' chi sogna un mondo perfetto, dove uomini e donne procedono appaiati come le aragoste e i pinguini, o come gli scampati sull'Arca di Noe'. A questi sognatori, ai romantici a oltranza, o anche solo a chi vuole guardare all'amore con un po' di ottimismo, almeno per un paio d'ore, e' dedicato Scherzi del cuore, una commedia molto hollywoodiana ma non priva di sorprese e di imprevisti.

La storia, anzi le storie incrociate riguardano una manciata di losangelini di vario genere, alcuni gia' accoppiati (marito-moglie, ma anche madre-figlio), altri temporaneamente spaiati, ma in cerca dell'anima gemella: fra questi la regista teatrale scottata dalle delusioni (Gillian Anderson), l'architetto stanco delle relazioni casuali (Jon Stewart), la discotecara esagitata (Angelina Jolie), il punk solitario (Ryan Phillippe), la moglie infedele (Madeleine Stowe) e il suo amante moralista (Anthony Edwards), il marito seduttore da bar (Dennis Quaid).

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Sul cast corale, molto ben assortito, dominano i decani Gena Rowlands e Sean Connery, nei panni dell'unica coppia stabile di lunga durata costretta a confrontarsi con un paio di problemi di sostanza, ed Ellen Burstyn, la madre del ragazzo gay, che invece si confronta per la prima volta con la diversita' del figlio. Dalla coppia madre-figlio prende il via una generale calata delle maschere, condizione necessaria e indispensabile per l'avvio di qualsiasi significativa relazione umana, prima ancora che di coppia.

Cio' che rende Scherzi del cuore meno scontato di quanto imponga l'imperativo hollywoodiano dell'happy ending e' l'accettazione come dato di fatto che, a qualunque eta' e in qualunque situazione, ognuno di noi va incontro agli altri con un bagaglio di problemi, di paranoie e di mancanze. Solo uno dei protagonisti e' hollywoodianamente perfetto, l'architetto che incarna l'uomo ideale, ma proprio questa perfezione diventa il suo handicap nel trovare una compagna di vita, perche' nessuna donna crede che possa esistere un uomo cosi' (e se esistesse, farebbe sentire la sua compagna cronicamente inadeguata).

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"Siamo tutti merce avariata", dice uno dei personaggi, e in effetti tutti i protagonisti di Scherzi del cuore hanno qualcosa da farsi perdonare, o da perdonare a se stessi: la malattia, la fragilita', l'assenza di immaginazione, le aspettative impossibili, il caratteraccio, persino la voracita' sessuale. Ognuno di loro, in momenti diversi del film, si autodescrive come "una palla di rabbia", e racconta di avere per questo alzato la saracinesca, rendendosi inaccessibile agli altri.

Ma le saracinesche sono fatte per essere alzate, dice Scherzi del cuore, se almeno uno dei due componenti della coppia potenziale persevera con dolcezza, con ostinazione, con irruenza, a sollevarle -- sempre che l'altro desideri disfarsi delle proprie difese. Cosi' l'architetto, abituato a costruire, procede sistematicamente a demolire le pareti che circondano il cuore della regista teatrale, il seduttore da bar impara a mettere a buon frutto la fantasia, la moglie infedele si ricorda di come si fa a piangere, la madre si rivela al figlio come persona invece che come icona domestica.

Il punto di forza di Scherzi del cuore e' proprio la convinzione che, fra esseri umani veri, ci si ami di piu' per i difetti che per i pregi. Il punto debole e' l'ostinazione a quadrare i cerchi e a chiudere tutte le partite, come se, al di fuori di Hollywood, questo fosse possibile, in amore.

Per ritmo drammatico e per elementarieta' dell'arco narrativo, Scherzi del cuore rischierebbe di rimanere al livello di un buon telefilm, se non fosse per la ricchezza dei dialoghi, soprattutto quelli della coppia piu' giovane, composta da Joan, aspirante attrice e accanita discotecara, e Keenan, lupo di periferia con il ciuffo blu elettrico che in discoteca ci va per ballare da solo.

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La loro storia non e' meno scontata delle altre, ma il dialogo e' molto piu' azzeccato e originale, soprattutto perche' parte dal presupposto che due ventenni, contrariamente all'opinione comune, non siano per forza stupidi e ignoranti. Joan e Keenan si incontrano sul terreno della dialettica -- una dialettica sofisticata, agile, spiritosa -- molto prima che su quello fisico. La complessita' strutturale e grammaticale delle loro battute, la velocita' della loro interazione verbale, l'ampiezza del loro vocabolario sono sorprendenti, nel senso che non siamo abituati a vedere, soprattutto al cinema, due ragazzi dotati di tale abilita' espressiva.

Joan e Keenan risultano i personaggi piu' credibili del film proprio perche' sono dotati dell'eloquenza aggressiva e del senso dello humour tagliente che immaginiamo essere diventati necessari alla loro generazione per mantenersi a galla nel naufragio di fine millennio. Se la strategia di sopravvivenza di Jack e Rose in Titanic era basata sulla capacita' dei due ragazzi di prendere decisioni pratiche in tempo reale, quella di Joan e Keenan consiste nella schermaglia verbale, che nel caso specifico fa da griglia di riferimento ai fini della selezione del proprio compagno, ma e' facile intuire che di regola funzioni da arma di difesa contro l'ottusita' crudele del resto del mondo.

La credibilita' della coppia giovane e' merito anche della recitazione di Angelina Jolie (figlia di Jon Voight, l' Uomo da marciapiede) e Ryan Phillippe, entrambi infinitamente guardabili, lei nella sua performance di dura dal cuore tenero, lui nella sua rivisitazione del mito di James Dean.

 

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