Cinema/Demoni e dei
Paola Casella
Demoni e dei, scritto e diretto da Bill Condon, con Ian
McKellan, Brendan Fraser e Lynn Redgrave
Demoni e dei ha molto in comune con Ed Wood, il film del '94 girato da
Tim Burton: come Ed Wood, ha per protagonista un regista di B-movies realmente esistito,
quel James Whale che e' stato il padre cinematografico di Frankenstein (sue le regie di
Frankenstein del '31 e del suo seguito, La moglie di Frankenstein, del '35). E se in Ed
Wood il personaggio piu' memorabile era Bela Lugosi, l'attore cult protagonista di tanti
film horror (magistralmente interpretato da Martin Landau, che per quell'interpretazione
ha vinto un Oscar come miglior attore non protagonista), in Demoni e dei ricompare piu'
volte, attraverso spezzoni dei film originali di Whale, quel Boris Karloff che ha dato
corpo al piu' indimenticabile mostro di Frankenstein.

Anche la presenza del bianco e nero, parziale in Demoni e dei (per
l'appunto negli spezzoni che frammentano la storia a colori), totale in Ed Wood, assume un
identico valore nostalgico ed evocativo, e simile e' la nota poetica che colora entrambi i
film, legata proprio alla nostalgia di una Hollywood ancora fabbrica dei sogni, ancora
capace di creare mostri dotati di un cuore.
Diversa invece e' la levatura di Demoni e dei rispetto a quella di Ed
Wood: innanzitutto perche' piu' elevato, artisticamente parlando, e' il soggetto
protagonista. James Whale era un regista capace di intuizioni cinematografiche geniali e
di finezze psicologiche, nella caratterizione dei personaggi, assai superiori allo
standard del genere horror (e il grande cruccio di Whale fu proprio quello di essere stato
bollato come regista di quel genere). Il suo accento inglese, i suoi modi sofisticati, le
sue aspirazioni artistiche alte ne avevano fatto un membro ideale della dinastia reale
hollywoodiana, benche' il suo orientamento sessuale gli fosse valso il titolo di
"queen of Hollywood", invece che di "king".
Se Ed Wood, artigiano del cinema squattrinato e privo di talento, si
aggirava irrequieto in una Hollywood malfamata e raccogliticcia, James Whale condivideva
l'esistenza dorata dei magnati e delle dive, soggiornando in una immensa villa di Pacific
Palisades dotata di piscina, simile a quella di Norma Desmond, la star di Viale del
tramonto. Come in Viale del tramonto, qualcuno era destinato a finire in quella piscina a
faccia in giu': in questo caso lo stesso Whale, morto suicida per annegamento nel '57.

Demoni e dei e' ispirato ad una biografia di James Whale scritta da
Christopher Bram (la sceneggiatura, adattata da Condon, e' in lizza per l'Oscar) che narra
proprio gli ultimi giorni prima del suicidio del regista, descrivendone la crescente
solitudine, la progressiva incapacita' di correlarsi con il mondo come conseguenza diretta
della sua diversita', tanto come artista quanto come omosessuale.
Il pretesto narrativo e' tuttavia l'incontro fra Whale, interpretato da
Ian McKellan (che per questo ruolo e' candidato all'Oscar come miglior attore
protagonista), e Clayton (Brendan Fraser), un giovane giardiniere che sembra fatto apposta
per suscitare le fantasie erotiche di un gay in delirio decadente: tanto fisicamente
prestante quanto intellettualmente sottosviluppato (in una scena chiave, Whale fara'
indossare a Clayton una maschera antigas, privandolo di qualsiasi facolta' cognitiva al di
la' del puro tatto). Il giovane giardiniere (nella commovente recitazione di Fraser, un
attore straordinario per la sua capacita' di giocare con ironia e sensibilita' contro il
proprio ipervitaminizzato aspetto fisico), pur ribadendo la propria eterosessualita',
sapra' rivelarsi molto piu' illuminato dei tanti falsi moralisti che bazzicavano per
quella sodoma e gomorra che era la Hollywood degli anni Trenta. E il vecchio regista
scoprira' di avere con il ragazzo molto piu' in comune dell'anatomia di base: ad esempio
l'esperienza devastante della guerra (il primo conflitto mondiale per Whale, la Corea per
Clayton), o il senso di isolamento dovuto all'incapacita' di instaurare rapporti affettivi
duraturi.

La ricchezza di Demoni e dei, piu' che nelle interpretazioni di
McKellan (troppo sopra le righe, secondo l'archetipo cinematografico della
"checca") e di un'irriconoscibile Lynn Redgrave nei panni dell'anziana
governante di Whale, sta nella varieta' dei livelli narrativi: parte melodramma e parte
satira di costume, un po' film noir e un po' horror (laddove il citazionismo di genere
diventa una dichiarazione d'amore nei confronti di tutto il cinema), meta' improbabile
storia d'amore, meta' ricostruzione storica della Hollywood del mito (la scena piu'
gustosa racconta un party nella villa di George Cukor, all'insegna della vacuita' totale:
grottesco fino alla parodia, crudele da brivido).
Il tutto (come del resto accadeva in Ed Wood) rivisitato in chiave poetica: il momento
piu' commovente di Demoni e dei e' un parallelo fra le inquadrature (tratte dal vero film
di Whale) del mostro di Frankestein che si aggira nella nebbia e quelle (del film di
Condon) che vedono Clayton, una volta scomparso Whale, muoversi goffamente alla luce
suburbana di un lampione, sul retro della sua villetta a schiera, alla periferia di
Hollywood.
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