Cinema / New Rose Hotel
Paola Casella
New Rose Hotel, diretto da Abel Ferrara sulla base di un racconto di William Gibson,
con Christopher Walken, Willem Dafoe e Asia Argento.
Si mormora che Abel Ferrara abbia esaurito prima del termine delle riprese i fondi
necessari per realizzare il suo ultimo film, New Rose Hotel, tanto che la maggior parte
degli esterni previsti sono stati invece girati in interni a New York, e un'ambientazione
tunisina e' stata addirittura ricostruita con pessimo materiale d'archivio.
Speriamo sia andata proprio cosi', perche' almeno si spiegherebbe come mai l'ultimo
terzo di New Rose Hotel e' una ripetizione esatta di quanto e' successo nei primi due
terzi: le stesse scene, smontate e rimontate, riproposte in tutti gli ordini possibili,
con la scusa di "spiegare" meglio la vicenda, e con il pretesto cinematografico
del flashback che attraversa la memoria di uno dei tre protagonisti.

Meglio infatti credere a un imprevisto buco finanziario che a un rincoglionimento
precoce di un regista capace di sfornare piccoli capolavori (vedi il recente Fratelli), o
a un suo ennesimo excursus negli abissi dell'alcool e della droga (peraltro ampiamente
documentato dalla cronaca mentre Ferrara girava questo film).
Peccato, comunque, perche' New Rose Hotel parte bene, fin dalla bellissima sequenza
iniziale che scorre insieme ai titoli di testa: tanto di cappello ad un regista che sa
utilizzare al meglio persino lo spazio prenarrativo. Si vede subito la mano dell'artista:
sicura (anche nelle studiate esitazioni), originale, coinvolgente. Il genere noir di New
Rose Hotel, poi, e' estremamente congeniale a Ferrara: nonostante sia basato su una storia
di spionaggio industriale, scritta dal reuccio della letteratura cyberpunk William Gibson,
il film e' saturo di fumo e di ombre, e popolato dal piu' classico dei triangoli erotici.
hristopher Walken e' Fox, un boss del crimine costretto a confrontarsi con
l'avanzare degli anni e con un handicap fisico che ha stroncato la sua carriera di tombeur
de femmes; Willem Dafoe e' X, il suo partner piu' fedele, che ammira Fox
incondizionatamente e gli vuole bene come a un padre. I due mettono in piedi una truffa ai
danni di due aziende concorrenti nel campo della genetica, e reclutano Sandii (Asia
Argento), cantante di nightclub, come esca per sedurre un geniale ricercatore giapponese
concupito da entrambe le multinazionali.

Naturalmente anche entrambi i partner criminali sono attratti dalla lolita dark
italiana (nella versione originale apostrofata, molto politically correct,
"broccoli"), e lei, secondo copione, provoca l'uno e l'altro, sapendola piu'
lunga di tutti e due. E' l'ennesima replica della storia di Lancillotto, Ginevra e Re
Artu, e non mancano i temi della lealta' e del tradimento tanto cari a Ferrara, l'amicizia
e l'amore, la ragione e il sentimento, temptation, frustration, come canterebbe Sting,
tantopiu' che New Rose Hotel sa gia' di videoclip, con la Argento che canta (neanche
malissimo) canzoni di pura atmosfera, come si conviene a un noir (pur travestito da spy
story).
C'e' il sesso, c'e' Asia nuda, c'e' Willem che soffre come solo Willem sa soffrire, e
Christopher Walken che fa il cattivo come ormai ci aspettiamo che faccia. Il cast
funziona, secondo i canoni del genere, anche per la sua valenza umoristica: tutti recitano
sopra le righe, soprattutto la Argento, ma in questo contesto ci sta bene. Forte della sua
atmosfera fantasmagroica, New Rose Hotel dimentica per strada la trama, che oltre ad
essere gia vista e' infinitamente prevedibile. Ma chi se ne frega, fintanto che
l'atmosfera prende, siamo disposti a perdonare anche l'assenza di logica narrativa.

E' a questo punto pero' che interviene l'interminabile epilogo di cui sopra, che in
teoria e' li' per chiarire la vicenda, ma in realta' si rivela solo un confuso riciclo di
immagini. Alla terza volta che ripassano, viene voglia di gridare: "Basta, abbiamo
capito: lui, lei, l'altro, il microchip. Abel, di' qualcosa di nuovo". Invece sulle
immagini riciclate si ripetono anche le frasi gia' dette, e la canzone di Asia ora della
fine e' diventata un vero tormentone.
Caro Abel, da te ci aspettavamo qualcosa di piu' (anche dopo bufale come Occhi di
serpente e Blackout). Pazienza per i vizi e gli stravizi, che ormai fanno parte del tuo
stile. Ma almeno al budget, la prossima volta, pensaci!
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