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Cinema/Nemicheamiche

Paola Casella

 

Nemicheamiche, diretto da Chris Columbus, interpretato da Susan Sarandon, Julia Roberts, Ed Harris

 

Naturalmente e' melenso, manipolativo e strappalacrime. Che altro ci si poteva aspettare da una produzione quintessenzialmente hollywoodiana in cui una delle due protagoniste e' un mamma malata di tumore? Be', qualcosa di piu' c'e', in Nemiche amiche, primo tentativo di Chris Columbus, il regista della saga dei Mamma ho perso l'aereo, di affrontare un soggetto drammatico. E parte della forza del film sta proprio nella sceneggiatura del film, i cui dialoghi (piu' che l'impianto narrativo) costituiscono la vera ossatura del film.

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L'altro punto a favore di Nemiche amiche e' la piacevolezza estetica di una confezione cinematografica che utilizza al meglio la professionalita' hollywoodiana: inquadrature pulite, montaggio fluido, scenografie senza una sbavatura che ricreano una rassicurante immagine del sogno americano. Come gia' in Mamma ho perso l'aereo, Chris Columbus dipinge il paradiso della suburbia benestante americana come nemmeno Frank Capra o Norman Rockwell erano riusciti a fare, anche perche' solo in tempi recenti quel paradiso e' stato codificato (e commercializzato) da una serie di cataloghi patinati, in grado di spedirti a casa l'equivalente aggiornato della palizzata bianca di Tom Sawyer.

In Nemiche amiche, Jackie (Susan Sarandon) e Isabel (Julia Roberts) sono l'ex moglie e la nuova compagna di Luke Harrison (Ed Harris). La loro rivalita' e', per cosi' dire, intrinseca nei rispettivi ruoli, tantopiu' che mentre Jackie e' una mamma a tempo pieno, di quelle che hanno lasciato il lavoro alla nascita dei figli, Isabel e' una donna in carriera, per di piu' realizzata attraverso un lavoro relativamente creativo, quello di fotografa pubblicitaria. Ai due figli di Luke e Jackie, Anna e Ben, il compito di muoversi all'interno del caleidoscopio di dinamiche familiari che si creano quando una famiglia si ricompone in versione allargata.

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E' evidente che alla fine il clan degli Harrison ritrovera' l'armonia: that's Hollywood. Meno prevedibili sono i passaggi che portano alla ricomposizione del puzzle. Le produttrici sono le due star del film, ed e' evidente la loro volonta' di fare di Nemiche amiche un expose sulle difficili scelte davanti alle quali viene continuamente posta ogni donna, legate tanto alla direzione della propria esistenza quanto agli innumerevoli problemi pratici della vita quotidiana. Quando le due donne hanno finalmente appianato le loro divergenze, e guardando la piccola Anna dicono: "La verita' e' che lei non deve scegliere, puo' averci tutte e due", si percepisce il loro sollievo nell'aver risparmiato alla generazione successiva almeno un lacerante aut-aut.

E anche se il personaggio di Luke Harrison, soprattutto nell'interpretazione di Ed Harris, e' fornito di nuances (che pero' appaiono comunque come graziose concessioni delle produttrici alla loro "spalla" maschile), dietro di lui si intravvede l'ombra del risentimento femminile nei confronti di chi non deve scegliere fra casa e lavoro, non deve occuparsi dei bambini, e dopo la rottura del matrimonio non e' costretto al destino di solitudine e fatica che tocca alla sua eccezionale ex moglie, perche' mentre le sue rughe sono sexy, quelle di Susan Sarandon appaiono (culturalmene) assai meno attraenti.

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Non mancano le battute azzeccate: "Perche' devo fidarmi di te?" chiede il datore di lavoro a Isabel. "Perche' sono un genio", risponde lei, con la tranquilla sicurezza nei propri mezzi che solo gli uomini, in passato, potevano ostentare. Il dialogo migliore pero' tocca ai bambini, al punto che si ha l'impressione che questo film sia stato scritto da figli del divorzio: c'e' il giusto mix di risentimento, volonta' ricattatoria e desiderio di vendetta, ma anche lucidita' di giudizio e altruismo nel tentativo di proteggere non solo se stessi ma anche i propri genitori.

Nemiche amiche e' solo uno di una serie di recenti film hollywoodiani intenti a rivalutare il ruolo della maternita' tradizionale: l'imminente "One true thing", ad esempio, vede protagonista Meryl Streep nel ruolo di una casalinga con una figlia in carriera che ne disprezza la dedizione totale a casa e famiglia. Anche Meryl muore, e questo da' forse da pensare: e' vero, le casalinghe di una volta sapevano fare bene il mestiere di madre, ma il loro tempo e' passato. Come dice Jackie a Isabel, "Io sono la memoria e tu il futuro". Rimane da chiedersi se le due donne avrebbero convissuto amorevolmente qualora una non avesse annunciato la sua prematura dipartita, ovvero se la coesistenza fra le varie alternative femminili non sia, fuori da Hollywood, un'utopia.

 

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