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          Lux attraverso i suoi personaggi
 
 
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 Riceviamo e pubblichiamo:
 
 Un autentico talento del cinema italiano la Lux Film, la casa di
          produzione cui è dedicata la XIX Rassegna Internazionale
          Retrospettiva, curata da Alberto Farassino, che si terrà a Pesaro dal
          31 ottobre al 5 novembre 2000 (Teatro sperimentale) e organizzata in
          collaborazione con la Fondazione Scuola Nazionale di Cinema-Cineteca
          Nazionale.
 
 La Lux ha prodotto oltre cento film nel suo periodo di maggiore
          splendore (1939-1955), dopo tale data, e fino al 1963, ha finanziato,
          attraverso la distribuzione, alcune decine di film di altre case fra
          cui la Vides. Con la consociata Lux Compagnie Cinématographique de
          France ha prodotto circa cinquanta titoli, mentre nell'ambito del
          documentario, tra il 1946 e il 1954, ha realizzato più di cento
          documentari firmati fra gli altri da Comencini, Emmer, Antonioni,
          Zurlini, Francisci, Marchi.
 
 La retrospettiva, con in programma oltre trenta titoli (vedi
          articoli collegati, ndr), ripercorre le principali fasi storiche
          della Lux Film, sottolineando personalità e personaggi che l'hanno
          animata. Verranno inoltre proiettati alcuni documentari poco
          conosciuti o mai più rivisti di Sonego, Freda, Comencini, Emmer, tra
          gli altri.
 
 Parallelamente alla rassegna, si svolgerà il consueto appuntamento
          con il Convegno internazionale di studi sul cinema e gli audiovisivi,
          a cura di Bruno Torri, quest'anno dedicato Alla figura del produttore
          - ieri e oggi, animato, dal 3 al 5 novembre da Alberto Farassino,
          David Rooney, Francesco Maselli, Beppe Attene, Salvatore Piscicelli e
          numerosi produttori.
 
 I ricordi dei grandi
 
 I maggiori registi, sceneggiatori, interpreti e divi del cinema
          italiano tra gli anni '30 e gli anni '60 hanno varcato la soglia della
          storica sede romana di via Po della Lux Film per dare vita a grandi
          successi e a film memorabili.
 
 Federico Fellini, che esordì alla Lux come sceneggiatore,
          ricordava “una grande insegna al neon. Veniva accesa alle cinque del
          pomeriggio e stava accesa tutta la notte. Io ci passavo ogni tanto con
          la ragazza che avevo: questa Lux Film, illuminata così, sembrava la
          Metro Goldwin Mayer, la Fox, e io mi divertivo ad farmi bello, a far
          vedere che lavoravo lì.”
 
 Luigi Comencini: “La Lux era una grossa banca di film. La si
          potrebbe paragonare a un nido. La chioccia era Gualino. Le uova erano
          Ponti, De Laurentiis, Rovere. Le uova si rompono, il pulcino se ne va.
          La Lux era una incubatrice di produttori.”
 
 Luigi Zampa: “Per me la Lux era Ponti. Con Ponti potevamo
          stare anche dei mesi senza sentirci. Io cercavo molto nella cronaca.
          Di solito, le cose che mi indignavano di più erano quelle che mi
          mettevano più voglia di farci un film. Quando avevo l’idea, andavo
          da Ponti, gli raccontavo l’idea: lui spingeva un bottone e chiamava
          il ragioniere: “A Zampa dagli un anticipo”.
 
 Tullio Pinelli: “Noi sceneggiatori lavoravamo in una
          grandissima libertà. Non ci veniva mai detto nulla sul costo del
          film. Si andava avanti con le inchieste, alla scoperta dell’Italia
          nuova venuta fuori dalla guerra.”
 
 Dino De Laurentiis: “Se Gualino avesse costituito la Lux Film
          in America, oggi la Lux Film sarebbe una delle maggiori compagnie d’America.
          Ha avuto il torto di farla in Italia. Come io ho avuto il torto di
          fare gli stabilimenti in Italia, anziché a New York. In Italia il
          cinema è, è stato, e sarà sempre un cinema artigianale, destinato a
          un mercato locale.”
 
 Carlo Ponti: “Totò cerca casa fu la mia fortuna, una
          cosa mia: ventotto milioni miei personali. Anche lì la Lux non lo
          volle. Ero amico dei fratelli Leoni che avevano tutto il circuito di
          sale che poi passò all’Enic. Allora, la settimana prima di Natale,
          andai dai Leoni, e dissi: “Invece di chiudere il Supercinema,
          lasciatelo aperto per me”. Fu un tale successo che non lo levarono
          più. Facemmo un contratto a Totò per quattro film all’anno. I
          registi italiani non mi parlavano più per il terrore che proponessi
          loro dei film con Totò. L’unico che ci stava era Mattoli.”
 
 La Lux
 
 Attiva dal 1934 al 1964, la Lux Film fu per almeno vent’anni la più
          importante e prestigiosa casa di produzione italiana, la sola in
          grado, se non di competere, almeno di essere paragonabile con i grandi
          studios hollywoodiani. Presieduta da un industriale e
          finanziere amante dell’arte e della cultura come Riccardo Gualino e
          diretta da un illustre musicologo come Guido Gatti, la Lux cercò
          sempre di distinguersi dal piccolo artigianato della produzione
          italiana ma anche dalla standardizzazione del modello americano con la
          qualità e unicità dei suoi prodotti. Così che essa si può definire
          una casa di autori, attraverso la quale passarono, con rarissime
          eccezioni, tutti i grandi della stagione più luminosa del cinema
          italiano. Nei primi anni quaranta la Lux contrassegnò col suo marchio
          il miglior cinema letterario e “calligrafico” (Castellani,
          Soldati, Lattuada), nel dopoguerra seppe cogliere subito la novità
          del neorealismo, adeguandosi ad esso anche nel suo modello produttivo
          e cercando di farne un prodotto industriale e da esportazione con i
          film di Zampa, Germi, De Santis, Lattuada, Visconti. Nel contempo
          però, grazie al dinamismo dei suoi collaboratori come i giovani Carlo
          Ponti e Dino De Laurentiis, la Lux non trascurava il cinema di genere:
          il comico di Macario e Totò, il melodramma di Matarazzo e Franciolini,
          il kolossal storico di Freda e Francisci. Mentre i suoi cortometraggi
          sull’arte, la storia e la società erano firmati, oltre che dai
          maggiori documentaristi e da prestigiosi poeti e intellettuali, da
          giovani registi come Risi, Comencini e Zurlini. E furono i film della
          Lux a rendere popolari interpreti già affermati come Anna Magnani,
          Aldo Fabrizi, Alida Valli, Massimo Girotti, Amedeo Nazzari e a
          lanciare le nuove star del dopoguerra, Silvana Mangano, Lucia Bosè,
          Gina Lollobrigida, Sofia Loren, o nuovi attori “intellettuali”
          come Vittorio Gassman o Raf Vallone.
 Questa retrospettiva si concentra sugli anni d’oro della produzione
          Lux, dal 1939 alla metà degli anni cinquanta, fermandosi cioè alle
          soglie di quel periodo in cui la società, perso il suo ruolo
          propulsivo, si limitò ad essere per lo più una finanziatrice e
          distributrice di film realizzati da altri partner, fra cui soprattutto
          la Vides di Franco Cristaldi, che ne rilevò il testimone e che sarà
          la protagonista di una prossima rassegna.
 Anche ridotta entro questi limiti la produzione siglata dai fuochi d’artificio
          della Lux si avvicina ai cento film: la inevitabile selezione ha
          cercato un equilibrio fra i titoli più importanti e teoricamente “irrinunciabili”
          e quelli meno noti ma proprio per questo più interessanti, procurando
          in ogni caso che fossero rappresentati tutti i principali registi e
          attori e anche tutti i generi, i livelli e i modelli produttivi di
          quella grande macchina di spettacolo, di milioni, sorrisi e passioni
          che fu la Lux Film.
 
 Alberto Farassino
 
 Per ulteriori informazioni potete collegarvi al sito
          www.pesarofilmfest.it o scrivere all'indirizzo e-mail pesarofilmfest@mclink.it
 
 
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