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Hans Albert e il Trilemma di Münchausen

 


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L’ottantenne Hans Albert vive ad Heidelberg e insegna filosofia e sociologia all’università di Mannheim dal 1963. La sua opera è collegata al razionalismo critico di Popper, che Albert ha difeso in opposizione a correnti filosofiche come la Scuola di Francoforte, l’esistenzialismo, l’ermeneutica di Heidegger e di Gadamer. Nell’opera centrale Per un razionalismo critico, Albert getta le basi della sua gnoseologia con un metodo che estende poi all’analisi della religione, della società e della politica.

Centrale nella filosofia di Albert è il rifiuto di una fondazione della verità basata sul principio di ragion sufficiente: quella strada sbocca in una impasse o in un regresso infinito, oppure interrompe dogmaticamente il regresso facendo entrare in scena una verità manifesta o una intuizione risolutiva (ecco quello che chiama il trilemma di Münchausen, dal celebre barone che si sollevava per i capelli).

Al posto della fondazione va invece introdotta l’idea dell’esame critico, secondo il quale, tramite tentativi ed errori e costruendo teorie sperimentali, è possibile approssimarsi alla verità ma senza conseguirne mai la certezza. Il principio della critica permanente vale anche per l’impegno esistenziale etico, politico e religioso.


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