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Bisogna creare le condizioni per un dialogo



Guido Martinotti



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Sono di ritorno dalla Siria e (al di là della politica di regime, che peraltro conta sullo scacchiere, e delle manifestazioni come quella di Damasco, chiaramente organizzate, ma non per questo meno sentite) è abbastanza evidente che i kamikaze sono degli eroi e dei patrioti per decine e decine di milioni di abitanti di questo pianeta per i quali rappresentano anche una via di riscatto da una situazione percepita come una umiliazione continua. Possiamo deprecare, ma le cose stanno così. E la via di uscita non può che essere politica, non militare.

Per questo trovo che non criticare il governo di Sharon per cedere al "ricatto" del possibile antisemitismo sia una scelta pessima proprio verso il paese di Israele gettato dai suoi attuali governanti in una situazione senza uscita. La parola "ricatto" è stata usata a Prima Pagina da Virginia Volterra figlia dell'unico giudice costituzionale ebreo del nostro paese. Comunque che la soluzione militare non funzioni, non lo dico io, ma il governo americano, quello europeo e un gran numero di commentatori onesti e al di sopra di ogni sospetto. Cito per tutti l'IHT Superior Israeli Firepower Isn't Likely to End Terror: "Analysts agree that, given enough time, Israel's sweeping counterinsurgency campaign in the West Bank could reduce but not end bombing attacks by Palestinians". (http://www.nytimes.com/2002/04/14
/international/middleeast/14STR A.html?tod
)

Ecco perchè penso siano da rifiutare le manifestazioni che sono a favore di Israele tout court, perchè Israele è un paese con un governo che sta facendo una politica palesemente sbagliata, con una opposizione che non è d'accordo, ma ha poca voce, ma anche con estremisti come Bibi Nethanyahu che ha scritto sull'IHTdel 6-7 aprile che la soluzione militare va portata fino in fondo come "un antibiotico" e che la intera popolazione palestinese deve essere presa, filtrata e "purgata" dai terroristi. Sostenere Israele senza distinzioni significa sostenere anche implicitamente posizioni di questo genere che prima di essere condannabili sono imbecilli. Per una semplice ragione: che questo è il modo per produrre kamikaze su scala industriale, senza neppure l'aiuto (immaginato o reale) di un Arafat.

Se il compito di noi europei e italiani è quello di portare pace la via non è quella delle manifestazioni pro l'uno o l'altro, ma di creare le condizioni per un dialogo. Il che non significa stare a guardare, ma dire di no ai kamikaze, e altrettanto fortemente no alle operazioni terribili, distruttive e del tutto simmetriche di Sharon. Facciamo un esperimento mentale: crediamo che per i palestinesi sarebbero buoni messaggeri di pace Fallaci o Ferrara? Speriamo che la manifestazione, grazie anche a molti sinceri democratici che vi hanno aderito, si sposti su argomenti del dialogo e apra uno spiraglio invece di chiuderlo, come temo. Mi auguro comunque che ci venga risparmiato il kitsch grottesco dell'11 Novembre e che nessuno di quelli che fanno di tutto per passare osservati si presenti fasciato della stella di Davide.

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