"Ma è solo una speculazione in
più"
Eugenio Del Toma e Massimo Cuzzolaro con Odette Hassan
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Il grasso fratello
"Ma è solo una speculazione in più"
Si è appena concluso un secolo che ha visto fiorire la diet
industry in tutte le sue forme, dalla vendita di prodotti
pericolosi a quella di prodotti così innocui da non servire neanche
allo scopo per cui erano venduti. La percentuale di obesi sembra
aumentare non solo tra gli adulti ma anche tra i bambini, con tutte le
conseguenze personali e sociali che questo comporta. L’obesità è,
oltre che un disagio, una patologia con complicanze quali il diabete,
la dislipidemia, l’ipertensione e le società scientifiche si
adoperano per porvi un’argine.

Mentre medici e psichiatri si riuniscono in workshop
e task-force ecco che la dieta si trasforma in spettacolo (vedi
articoli collegati). Un gruppo di persone riunite in un appartamento
si impegnano a dimagrire nonostante la presenza di un frigo a portata
di mano che ospita una quantità di calorie di discutibile valore
nutrizionale. Per sapere cosa ne pensano gli addetti ai lavori ci
siamo rivolti al professor Eugenio Del Toma, che oltre ad essere
primario emerito dell’Ospedale San Camillo-Forlanini, è stato
Presidente per otto anni dell’Associazione Italiana di Dietetica e
Nutrizione Clinica, e al professor Massimo Cuzzolaro, Presidente della
Società Italiana per lo Studio dei Disturbi del Comportamento
Alimentare e Responsabile del Centro Ambulatoriale per la Diagnosi e
la Cura dei Disturbi del Comportamento Alimentare del Dipartimento di
Scienze Neurologiche e Psichiatriche dell'età Evolutiva Università
"La Sapienza" di Roma..
Professor Del Toma, cosa comunica uno spettacolo come Il grasso
fratello?
Far veder un ciccione che mangia o non mangia significa focalizzare l’attenzione
su un piccolo particolare del problema obesità: i grandi obesi non
sono più dei grandi mangiatori. Lo sono stati probabilmente,
soprattutto in rapporto al poco che consumavano. Una volta divenuti
obesi però vivono dentro la loro pelliccia di grasso mangiando molto
meno. E allora una trasmissione come Il grasso fratello non ha
nessun senso educativo. E’ solo una speculazione in più su
individui che hanno tanti problemi psicologici e che la trasmissione
rende ridicoli per ottenere un effetto comico. Un bambino che vede un
ciccione che s’alza da una sedia ci ride sopra. Questa è
pornografia, peggio che per un uomo guardare una donna nuda. E' del
tutto privo di senso morale.

Una trasmissione televisiva che parla di
dietologia può essere efficace?
Sì, se insegna in maniera garbata e non noiosa a distinguere tra le
tante offerte dimagranti del mercato: ad esempio noi troviamo dannose
le diete ad esclusione per le cosidette intollerranze alimentari
perché eliminano non uno o due, ma molti nutrienti sia l’Accademia
Americana di Allergologia che quella Europea hanno definito questi
test poco attendibili. Ma se una trasmissione non educa affatto lo
spettatore, non mi piace e lo dico.
Alcuni medici contribuiscono a queste trasmissioni…
Magari ci fosse una dietista esperta a far parte di queste
trasnissioni sarei più tranquillo. Qualcuno che possa per esempio
fornire un elenco di tutti i centri ospedalieri nelle varie città che
si occupano di dietologia, dove ci sono medici specializzati che non
focalizzano la loro attenzione solo sull’ago della bilancia, che
verificano la composizione corporea, lo stato psicologo del paziente,
la possibilità di ricadute negative, tutte cose che invece la gente
quando parla di obesità ignora.
Tre punti irrinunciabili sono stati individuati dall’OMS per opera
della Task-force: controllo del peso con una dieta ma soprattutto una
vita più attiva e una terapia cognitivo-comportamentale. Il programma
televisivo non tiene in alcuna considerazione questi punti, in base ai
quali tutte le società scientifiche hanno redatto le loro linee guida
per la lotta contro l’obesità.
Esprime un giudizio negativo anche il professor Massimo Cuzzolaro:
"Il paziente che partecipa ad una trasmissione di questo tipo si
propone una rapida perdita di peso dettata da forti spinte
competitive. Questo comportamento è esattamente l’opposto di una
rieducazione così come è proposta e prevista dalle linee guida delle
società scientifiche. Infatti l’obesità è una condizione
patologica cronica e la cura deve durare quanto dura la vita stessa.
"La proposta della trasmissione è invece un dimagramento
provocato da una condizione totalmente artificiale così come
artificiali sono le tentazioni che i concorrenti affrontano. Si tratta
di un periodo di vita dedicato essenzialmente alla perdita di peso
mentre per dimagrire davvero è necessario che, contemporaneamente
alla perdita di peso, si acquisiscano nuove abitudini di vita. Sono
queste nuove abitudini che portano ad un cambiamento profondo dell’economia
psichica di chi è obeso."
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