La leggerezza nelle mutazioni
Cristina Donà con Antonia Anania
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Cristina Donà? Cristina Donà!
Ripubblichiamo questa spiritosa biografia con
l'autorizzazione dell'Ufficio Stampa Mescal
Se una ragazza di 23 anni riesce a suonare prima dei rumorosi
Afterhours (quelli di During Christine’s Sleep, guarda caso)
in un locale fumoso, stracolmo di bevitori di birra comuni, a un’ora
soltanto dalla scadenza dell’ultimatum del signor Bush al signor
Saddam Hussein - armata di una chitarra Takamine e di una voce capace
di zittire un pub senza rischiare la vita - allora questa ragazza, da
poco diplomata all’Accademia di Belle Arti, può sperare in una
carriera come cantante da pub per proporre la propria musica.
La “propria musica”, per Cristina Donà, fu da subito quella che
lei amava e che aveva amato, quella che sentiva dentro e quella che di
lì a poco avrebbe anche iniziato a scrivere. Siamo nel 1991. Cristina
stringe buone amicizie musicali nel fervente mondo del rock milanese
ma la persona che più dimostra attenzione e interesse nei confronti
del suo talento è Manuel Agnelli, fondatore e leader degli Afterhours.
Tra quel gennaio 1991 e il 1994, la ragazza inizia a farsi conoscere
nel circuito dei locali lombardi e la cosa non passa inosservata.
Manuel Agnelli è la persona che spinge Cristina a concentrarsi su
materiale originale, che la cantante inizia a lasciar sgorgare senza
paura, ma altri amici importanti - Mauro Giovanardi e Cesare Malfatti
dei La Crus - sono decisivi per la firma del contratto di Cristina con
la neonata Mescal. Nel 1995, Cristina Donà arriva tra i finalisti del
Premio Ciampi di Livorno, la prima rassegna a livello nazionale ad
accorgersi di questo nuovo talento.
Quando, nel febbraio 1997, il suo album d’esordio Tregua,
prodotto magistralmente da Manuel Agnelli, arriva nei negozi, Cristina
Donà ha già le idee piuttosto chiare sul come portare sul palco
questa collezione di canzoni. Mentre la stampa italiana grida al
miracolo, le interviste si susseguono e il pubblico cresce. Cristina
Donà arriva alla fine dell’anno conquistando la Targa Tenco come
“Migliore album d’esordio”, il premio indetto dalla rivista Max
(“Max Generation”), il prestigioso referendum di Musica&Dischi,
indetto tra una selezionata cerchia di addetti ai lavori, come “miglior
album d’esordio” e, nell’agosto del 1998, il Premio Lunezia come
“Miglior autore emergente” per il valore poetico delle canzoni.
L’anno più lungo della vita di Cristina termina e lei decide di
fermarsi, dopo una stagione di concerti dal vivo che ne hanno
aumentato la credibilità presso gli appassionati e i critici, per
pensare alle prossime avventure musicali. La prima di queste nasce
proprio in questo anno straordinario ed è l’incontro con Robert
Wyatt. Wyatt, durante una visita al Salone della Musica di Torino,
vede Cristina Donà in concerto. La conosce, le esprime i propri
complimenti, lui che non ama il rock. Pochi mesi dopo, Wyatt, sul
prestigioso mensile inglese Mojo, vota Tregua tra i suoi
album preferiti del 1997.
Intanto, il noto critico, conduttore radiofonico e produttore Charlie
Gillett si innamora di quell’album e lo passa alla BBC. In uno di
questi passaggi, un ospite dice di apprezzare “la ragazza”. L’ospite
di quella puntata è David Byrne.
Intanto Cristina, prima di “ritirarsi a riflettere”, incide Maryan
di Robert Wyatt assieme alla cantante dei C.S.I. Ginevra Di Marco per The
Different You, l’album tributo a questo incredibile personaggio
della musica moderna. Negli stessi mesi la troviamo ai cori nei dischi
di La Crus, Afterhours e quindi Massimo Volume ma la voce così
affascinante e unica che l’ha fatta conoscere arriva anche
oltreoceano, dove l’acclamato cantautore newyorkese Eric Wood,
incidendo il suo album Illustrated Night, ritiene giusto di
chiedere all’artista italiana di cantare dei duetti in tre canzoni.
Queste sono le cose che accadono nel fluire del magmatico mondo
musicale, così diverso dai giorni in cui Tregua fu concepito.
Cristina è altrove, sulle tracce delle canzoni nuove ancora senza
forma, di nuove fonti di ispirazione, di linee espressive che le
permettano di evolversi artisticamente proprio come ci si evolve
umanamente, di una irrefrenabile voglia di cambiare e di affrontare la
seconda fatica discografica con un approccio differente. Nido,
il suo secondo album per la Mescal, prende forma nei lunghi mesi
trascorsi lontano dai riflettori (con le dovute eccezioni). Gli
avvenimenti, a volte, prendono strade imprevedibili anche quando noi
crediamo di aver previsto tutto.
Essendo innamorata di Creuza de mà, del compianto Fabrizio De
Andrè, entra in contatto con uno dei protagonisti principali di
quella pietra miliare: Mauro Pagani. Con lui inizia un lavoro di
preproduzione nei suoi studi milanesi, che prosegue e decolla con l’arrivo
di Manuel Agnelli, abile nel capire la differente fibra che compone le
nuove canzoni e l’idea che Cristina si è fatta per questo album.
Innanzitutto, a differenza di Tregua, Cristina parte con la sua
band (Cristian Calcagnile, batteria e Marco Ferrara, basso) alla quale
si aggiunge Lorenzo Corti alle chitarre.
Nelle settimane trascorse in studio, altri amici intervengono nelle
canzoni: Morgan, dei Bluvertigo, pennella un pianoforte impetuoso in Volevo
essere altrove, mentre il talentuoso cantautore fiorentino Marco
Parente suona la chitarra in Brazil: Cristina aveva duettato
nel suo meraviglioso album Testa di cuore (Senza voltarsi)
qualche tempo prima. Nel terzetto d’archi della canzone che da il
titolo al CD, Nido, troviamo un vecchio compagno d’avventura,
il violinista Davide Rossi (già nei Mau Mau e poi negli Afterhours e
quindi alla corte di Robert Fripp).
Infine, “il grande uomo magico”, Robert Wyatt. Manuel e Cristina
spediscono a Robert alcuni brani nuovi, e lui decide di “intervenire”
in quel capolavoro che è Goccia, una canzone destinata a
lasciare il segno. Con questi particolarissimi treatment, Goccia
assume un tono ancor più fantasmagorico, ottiene il varo destinato
solo a grandi vascelli diretti verso rotte avventurose. Cristina dice
a Robert che questo arrangiamento “sembra proprio un vestito
perfetto” e lui, re dell’understatement, risponde: “yes, I like
to be your perfect dress”!
Cosa è successo all’Artista - Ancora - Conosciuta - Come - Donà
dalla fuoriuscita dal Nido ad oggi?
Tante cose. Un bel tour invernale, con date dove si respirava aria di
attesa - prima - e di soddisfazione - dopo. Un grande gesto d’affetto
dei fan, che hanno decretato all’album un immediato successo. Un fan
speciale è sicuramente Charlie Gillett che, dopo aver passato Così
Cara e Goccia, e dopo averla invitata più volte negli
studi della BBC di Londra, ha curato una compilation di World Music
(in senso letterale!) della EMI Emisphere nella quale ha inserito Così
cara e quindi ha portato il Donà Sound anche su un album della
newyorkese Niche Music con Goccia, compiendo un piccolo
miracolo. Un miracolo non lasciato a sé, ma utilizzato come imput per
una distribuzione internazionale.
Poi, mentre i "contatti" sul sito della Donà aumentano
vertiginosamente, accade che lo scrittore Michele Monina, scapestrato
autore della “piccola casa editrice” Arnoldo Mondadori, nonché
"coordinatore artistico", chieda alla cantante un libro per
la prestigiosa collana Oscar - il quale tomo contenente scritti,
poesie e disegni ha visto la luce all’inizio di dicembre con il
titolo Appena sotto le nuvole.
Sfiorando il disco d’oro, l’instancabile Donà non si risparmia;
realizza il video di Goccia con Robert Wyatt, girato nei
paraggi di Louth, sulla costa est inglese, luogo di residenza di
Robert Wyatt. Il primo singolo di Cristina Donà commercializzato per
il pubblico, contiene oltre a Goccia, Fireworks , Genesis (una cover
di Jorma Kauconen) Terra blu (pubblicato nel 1996 nella compilation
Matrilineare e ormai introvabile) e la traccia video.
A ottobre, Cristina Donà si è aggiudicata il Premio Tenco, quest’anno
in veste d’autrice emergente con la Targa S.I.A.E. Una doppia
conferma: già l’album d’esordio Tregua fu insignito con la
Targa Tenco. Non bastassero queste quisquiglie, beh allora sappiate
che Lady Donà, nel tempo libero, cucina…… e nuota.
Discografia:
Tregua Mescal 1997
Nido Mescal 1999
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