I
lettori scrivono
Da: Griffini Barbara <Barbara.Griffini@ceda.polimi.it>
A: "'caffeeuropa@caffeeuropa.it'"
<caffeeuropa@caffeeuropa.it>
Data: Venerdì, 26 gennaio 2001 7:02
Oggetto: Quintorigo
Questo mio piccolo commento si potrebbe definire un omaggio al gruppo
Quintorigo che ho avuto il piacere di ascoltare ieri sera al Rolling
Stone di Milano. Non guardo Sanremo perchè ... non so perchè ...
quindi non ho seguito il loro intervento qualche anno fa', anche se
sono stata felice di sapere che lì avevano avuto successo.
Ora non vorrei eleggermi a critico, ma posso comunicare ad altri le
sensazioni che provocano questi 5 ragazzi, i loro strumenti e la loro
presenza scenica. Tra gli strumenti che utilizzano, senza nulla
togliere agli altri, quello che più mi colpisce è la voce di John De
Leo: la sua capacità di darle forme diverse a seconda delle
intenzioni è strabiliante. Lo invidio dal più profondo dell'anima,
ma è un'invidia positiva, perchè la sua capacità arricchisce anche
me che lo ascolto.
Averlo visto all'opera ieri sera, mi ha ricordato un ragazzo che avevo
visto cantare in un locale nella provincia di Lodi tanti e tanti anni
fa' (almeno 7 anni). Il ragazzo in questione cantava, quella sera, con
i Bluesmobile, e di lui mi aveva colpito la potenza polmonare e i
suoni non convenzionali che uscivano dalla sua bocca. Ricordo che
avevo pensato "Farebbe successo, se non fossimo in Italia!".
Oggi navigando su Internet scopro che "quel" ragazzo era
John De Leo.
Sapere questo mi ha sorpreso: in primis perchè mi dimostra che ho
ancora un po' di fosforo nel cervello per ricordarmi cose così
lontane, in secundis (se si dice) perchè ho appurato che, qualche
volta, anche i veri "bravi" hanno successo in Italia.
Se un giorno questo messaggio fosse letto dai Quintorigo, mi farebbe
piacere dire loro che si meritano un successo illimitato, perchè sono
davvero capaci di dare alla musica il vero significato che ha (arte di
combinare i suoni con regole definite) aggiungendovi le loro
straordinarie regole.
Chi scrive è una cantante (senza pubblico successo) di trent'anni,
sensibile alle onde sonore.
Grazie a CaffèEuropa per avermi dato l'opportunità di esprimermi.
Barbara
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