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Ci vorrebbe Cavour (bis)

Giancarlo Bosetti

Questo articolo è stato pubblicato su la Stampa  del 4 giugno. Se volete leggere l'editoriale Ci vorrebbe Cavour apparso su Caffè Europa cliccate qui .

Certo che ci vorrebbe Cavour! Ma come mai l’invocazione si fa piu’ frequente di questi tempi? Come mai ritorna anche sulla bocca del presidente del Consiglio, che ne ha parlato l’altra sera in Tv da Vespa (ma l’aveva gia’ fatto in gennaio in una intervista al "Corriere" ben prima di diventare capo del governo)? Lo spunto librario viene dal recente volume di Luciano Cafagna (Cavour, Il Mulino, 1999), ma il bisogno interiore e’ lo stesso che faceva dire a Martin Heidegger: "Solo un Dio ci salvera’", con la differenza che Cavour e’ sicuramente esistito nel secolo scorso, mentre dell’esistenza di Dio si continua a discutere.

In entrambi i casi quello che servirebbe e’ un miracolo. E chi ne ha bisogno, nella fattispecie, e’ il centrosinistra italiano se vuole raggiungere nel prossimo anno tre obiettivi che appaiono oggi molto molto difficili: primo, impedire che il governo finisca nelle mani dei suoi oppositori, ovvero di Berlusconi; secondo, tenere l’Italia agganciata al convoglio della modernita’ ed evitare che diventi una colonia delle grandi potenze economiche; terzo, ritornare ad esistere avendo la meglio su quei quindici-venti brandelli del fu-Ulivo che se ne contendono la eredita’.

E sapete quale fu, in essenza, il miracolo compiuto da quel grande primo ministro? Lo spiega con sapienza Cafagna: leader senza movimenti ed eserciti alle spalle, seppe trasformare in oro i vili metalli che aveva a disposizione attraverso il valore aggiunto della sua arte politica, arte combinatoria dei particolarismi, virtu’ dello stare in equilibrio tra i narcisismi altrui senza far pesare il proprio (ah! che straordinaria, rara, vinccente virtu’ quella di far tacere il proprio, di narcisismo! Vero, amici tutti del centrosinistra?). Usare l’orgoglio e la forza di Garibaldi, ma non al punto da mettere in difficolta’ il Re, e viceversa; veder chiaro un disegno senza farsene distogliere nelle tempeste della cronaca; trovare un "varco" nella congiuntura internazionale; giocare la propria "grande partita" usando le risorse della "mediazione".

Lo stato confusionale in cui versa l’alleanza di centrosinistra non deve di per se’ troppo allarmare. Non e’ un ostacolo insuperabile. Nella confusione generale i Cavour se la cavano ancora meglio, avendo nella loro solitudine (una specie di soliloquio) il monopolio della visione su dove e come stanno andando le cose. Il problema e’ un altro: sapere se abbiamo a disposizione un Cavour o soltanto dei Solaro della Margherita. Con i secondi non si fa l’Italia e, in generale, non si fanno miracoli. E noi chi abbiamo a disposizione oggi? Su "Reset" abbiamo messo al lavoro lo stesso Cafagna, costringendo lui, cavourologo, ad analizzare la scena odierna e gli attori in campo. Conclusione: se la sorte ci aiuta, forse c’e’ ancora qualche briciola di speranza. Ci sono venute delle idee. Ma il gioco e’ aperto a tutti.

 

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