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From: "Vincenzo Tarkowski" Tarkowski@itookmyprozac.com
To: caffeeuropa@caffeeuropa.it
Subject: Noi, quei giovani sbandati e senza ideali
Date: Mon, 1 May 2000 5:37:13 -0600

Quante volte ho sentito dire la classica e ormai scontata frase, per strada, in autobus, tra parenti... suonare più o meno così: "questi ragazzi di oggi, senza valori né ideali, che pensano solo alle discoteche, a divertirsi, ma per fortuna che ce n'è qualcuno bravo.. sai Gigi, il figlio della Pina, si è laureato col massimo dei voti e ora lavora come..."

Bravi ragazzi, cattivi ragazzi... ma come e con quali criteri veniamo giudicati? Perché dobbiamo esserlo? Perché fare di tutta un'erba un fascio? Purtroppo questa, più che mai, è l'era delle apparenze, dove l'abito fa il monaco, e il paragone rende uomo. Ricordo ancora le parole della mia professoressa di italiano al liceo: "Voi ragazzi vivete in un'epoca senza valori, pitturate i muri con lo spray, non leggete niente di più della Gazzetta dello Sport... Gigi è l'unico che si salva qua dentro tra i ragazzi della classe..." e poi, mentre spiegava, teneva il libro aperto sulla cattedra per leggere e ricordare ciò che aveva imparato all'università e che, oggi, si trovava a dover insegnare e tramandare senza ben ricordare.... ma guai a farglielo notare o sarebbero volati i 3 in anticipo.

Io non ho mai comprato una Gazzetta in vita mia e gli unici album di figurine che avevo erano quello del "WWF" e dei "Personaggi illustri", per quanto riguarda il pitturare, niente più dei pastelli e colori a spirito e quando li provavo sul muro mi si rompevano pure... però Gigi si salvava. Perché? Perché seguiva quei canoni imposti. Ma Gigi, si sente libero? Gigi è Gigi o è un personaggio costruito?

E io? Io che non compro la Gazzetta e che non mi chiamo Gigi? Chi sono? Cosa sono? A che servo? Crisi di identità e crisi esistenziale! E allora sono stufo, stufo di sentir parlare e parlare senza prima pensare, veder la gente continuare a osservare con i paraocchi, se mi guardate di spalle non saprete mai di che colore sono i miei occhi. E (lo so che non si comincia un periodo con la 'e') mi annoiano a morte quegli intelletti preziosi che devono dir diamanti ogni volta che aprono bocca per parlare di noi.

"M'annoio a dover lottare per ogni alito di vento che faccia respirare la mente. Ecco perché mi sono tenuto lontano dalla gente per così tanto tempo. E adesso che vado in società scopro che devo tornare nella mia caverna. Ci sono altre cose oltre alla mente: gli insetti, i palmizi, i macinini da pepe, e io terrò un macinino da pepe nella mia caverna. così allegria".

Ecco la crisi allora, la crisi di tutti quelli che non comprano la Gazzetta e che non sono il Gigi della situazione.



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