I lettori scrivono
From: "Pietro Farro" p.farro@tin.it
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Subject: Berlusca e la P2
Date: Thu, 9 Mar 2000 17:40:07 +0100
L'ineffabile Cavalier Berlusconi nei giorni scorsi è tornato sulla vicenda della
propria iscrizione alla loggia P2, sostenendo che essa non costituisce un "titolo di
demerito". Bontà sua se non ha aggiunto che la P2 lavorava a difesa della democraza
contro le trame eversive del Pci.
Comunque, stabilito che non c'era niente di male, la storia dell'adesione del Cavaliere
alla loggia di Gelli merita di essere ripercorsa, a beneficio di chi non la conosca,
proprio attraverso le sue parole.
Il 26 ottobre 1981, interrogato dal giudice Rivellese, dichiara: "Mi sono iscritto
alla P2 nei primi mesi del 1978, su invito di Licio Gelli, che conoscevo da circa sei mesi
e che avevo visto solo due volte.[
] Non ho mai versato contributi.[
] Ricevetti
una tessera d'iscrizione che non riesco più a trovare.[
] Fu Roberto Gervaso, mio
amico, a presentarmi Gelli
".
Il 27 settembre 1988, deponendo a Verona in qualità di querelante, racconta: "Non
ricordo la data esatta della mia iscrizione alla P2, ricordo comunque che è di poco
anteriore allo scandalo.[
] Non ho mai pagato una quota d'iscrizione né mai mi è
stata chiesta".
Il 3 novembre 1993, davanti alla Corte d'Assise di Roma: "Il motivo principale è
stata l'insistenza di Gervaso, che è un mio carissimo amico.[
] Gervaso mi
raccontava che Gelli era introdotto presso tutti i più alti gradi istituzionali del paese
e che quindi era persona assolutamente rispettabile".
Infine, in numerose interviste degli ultimi anni compresa quella ultima su
Telelombardia, ha più volte raccontato: "la tessera me la porta la segretaria
dicendo: "C'è scritto che lei, dottore, è apprendista muratore". Ero in
riunione con dodici o quattordici collaboratori: tutti scoppiamo a ridere. Ma come, dico
io, sono il primo costruttore italiano e mi definiscono apprendista muratore? Questo non
lo accetto. La tessera fa il giro del tavolo, raccoglie commenti e risate, e poi io la
riconsegno alla segretaria con il mandato di rinviarla in fretta al mittente".
Ora veniamo ai fatti: Silvio Berlusconi si affiliò alla loggia massonica P2 il 26
gennaio 1978, ricevette la tessera numero 1816 e il 5 maggio di quello stesso anno versò
la quota associativa di £. 100.000. In quella stessa data si iscrisse anche Roberto
Gervaso (tessera 1813).
Quindi Berlusconi ha mentito riguardo al fatto di non aver mai pagato alcuna quota e ha
mentito, a Verona, anche riguardo la data della propria iscrizione. Su questi punti vi è
una sentenza di condanna da parte della Corte d'Appello di Venezia (ottobre '90) nella
quale si legge: "Ritiene il Collegio che le dichiarazioni dell'imputato non
rispondano a verità.[
] Tali asserzioni sono smntite: a) dalle risultanze della
commissione Anselmi; b) dalle stesse dichiarazioni rese dal pervenuto (cioè Berlusconi,
n.d.r.) al G.I. di Milano, e mai contestate, secondo cui la iscrizione alla P2 avvenne nei
primi mesi del 1978.[
] In particolare dagli elenchi sequestrati in Castiglion
Fibocchi figura il nominativo del Berlusconi e l'annotazione del versamento di lire
100.000.[
] Versamento la cui esistenza risulterebbe comprovata anche da un
dattiloscritto proveniente dalla macchina da scrivere di Gelli". Se a questa condanna
non seguì alcuna pena è solo grazie all'amnistia approvata un mese prima.
Ma leggendo le varie versioni fornite dal Cavaliere viene almeno da chiedersi: la
tessera non è più riuscito a trovarla o l'ha rispedita al mittente? Si è iscritto per
le insistenze di Gervaso o per le lusinghe di Gelli? Dal momento che Gervaso si è
iscritto il suo stesso giorno perché avrebbe dovuto fare pressioni affinché lui si
iscrivesse?
Insomma, visto che non c'è nulla di sbagliato nell'aver fatto parte della P2, perché
l'onorevole Berlusconi non si decide a raccontarci una buona volta la verità?
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