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Date: Thu, 20 Jan 2000 17:18:23 +0100
From: nicola nicodu@tiscalinet.it
To: caffeeuropa@caffeeuropa.it
Subject: tutto su mia madre

Credevo vi fosse una pagina di commento alla recensione di "Tutto su mia madre", ma si tratta invece di un e-mail e non di un form su un singolo articolo.

Non condivido la critica complessiva di Paola Casella, che implica una assenza di deantropologizzazione, di uscita dal proprio ruolo femminile e dalla propria dimensione ambientale, come se non vi fosse un'altra via per comprendere il meccanismo poetico del film. Il suo non riconoscersi, in quanto donna, in nessuno dei ruoli femminili, ha certo un valore di appunto diaristico sul contemporaneo, non di lettura del prima e del dopo che costituisce uno dei ragionamenti cui tende l'arte e la sua critica.

Tale punto di partenza non da' respiro a visioni più articolate e di più ampio respiro. E' fin troppo ovvio che una donna dell'ottocento o del primo novecento avrebbe a dire: "Trovo infatti impossibile identificarmi con qualsiasi personaggio femminile tratteggiato" da, poniamo, Truffaut in "baci rubati" o da Fellini ne "la dolce vita", e in quasi tutta la cinematografia del dopoguerra. Lo stesso vale per spostamenti geografici, in cui un unomo o una donna vivono, per esempio, in un paese non occidentale.

Le maschere, però, non puntano sulla stereotipizzazione, ma su un sentimento che accomuna biografie individuali diverse. L'aspetto fittizio del film è comunque indispensabile perché un'opera sia realistica, giacché senza la fiction si avrebbe null'altro che un frammento di vita anonima, al più documentaristica... questo mio intervento, tengo a precisarlo, non vuole demonizzare una critica diversa dalla mia, che come tale è una fra le tante, ma cercare di proporre un ragionamento a fronte di un altro ragionamento, con il fine, semmai, di accrescere una visione d'insieme della contemporaneita' e dei suoi meccanismi, al di la' delle impressioni di una critica che nasce entro una cultura individuale che e' essenziale che ci sia, ma che mi piacerebbe si aprisse a confronti che il vostro sito, con la rubrica "scriveteci", pare voglia stimolare.

Vi rimando al mio punto di vita sul film, in caso interessi a Paola Casella e a voi tutti, per eventuali riflessioni e scambi di idee: http://www.controluce.it/ann8nu10/lezi.html

Cordili saluti
Con simpatia
Nicola D'Ugo
Risponde Paola Casella:

 

Gentile collega,

La premessa dalla quale partiva la mia recensione di Tutto su mia madre (http://www.caffeeuropa.it/cinema/
50cinema-almodovar.htm
l), cioè l'impossibilità di riconoscermi in una qualunque delle figure femminili tratteggiate da Almodovar, non voleva sottolineare un limite, ma una caratteristica del film in questione. Infatti passavo a dire che l'obbiettivo di Almodovar non era consentire l'identificazione del pubblico con i singoli personaggi ma individuare una galleria di maschere, intese come archetipi di femminilità, n quanto tali atemporali (anzi, pretemporali) e universali.

Naturalmente mi guardo bene dal confondere l'archetipo con lo stereotipo, così come sto ben attenta a distinguere le mie impressioni di spettatrice dalla successiva valutazione di critico (o critica).

Leggerò volentieri la sua recensione, e la ringrazio per aver esteso ai nostri lettori la sua opinione.

 

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