I lettori scrivono
From: "Raffaele Facciola" raffaftrid@sprint.ca
To: caffeeuropa@caffeeuropa.it
Subject: Cinema: che cosa restera' dell'Europa e
della sua cultura?
Date: Thu, 2 Dec 1999 21:31:07 -0000
Non si sa che cosa restera' della cultura europea e se tale cultura
riuscira' ancora ad esprimersi e ad esprimere qualcosa di nuovo. Situazione pessimistica e
catastrofica, ma che presenta forti rischi. Se si considera l'Italia il guaio
dell'identita' del nostro Bel Paese ,della sua cultura e' piuttosto grave. Mi pare che il
popolo italilano stia perdendo la propria identita': da un'intervista a Mario Scaccia al
TG 1 della notte c'e' la testimonianza di un famoso attore di teatro che la
lingua parlata in Italia e' un miscuglio imprecisato di lingua dialetto altre lingue con
preferenza, per molti motivi per l'inglese. Gigi Proietti in una intervista all'Espresso
si chiede che cosa significhi "nazionalpopolare" e me lo chiedo anch'io. I
telegiornali che dovrebbero informare l'opinione pubblica sono un disastro di accenti e un
ancor piu' disastroso linguaggio farcito di moltissime parole inglesi, spesso usate solo
per far sapere che si e' studiato l'inglese, quando la corrispondente parola
italiana e' piu' precisa. Di pari passo vanno i settimanali affollati di termini non
italiani. Ma siamo proprio sicuri che tutti capiscono quei vocaboli inglesi eccetera?
Ancora i telegiornali presentano veri e propri "trailer" (ci son caduto), ai
films americani, risolvendo moltissimi problemi ai responsabili di "Entertainment
Tonight" primo tra tutti quello della lingua (la Rai traduce i testi dei
"Provini"). Senza dimenticare che la pronuncia di tali vocaboli e' spesso
sbagliata e uno come me che vive nel mare Nord Americano finisce col non capire piu'
niente. Ancora i TG della Rai non finiscono di magnificare la serie televisiva
"Friends" "quante cose hanno da insegnarci" "E' uno spettacolo
che ha sconvolto il mondo". La Rai da' l'idea di essere pagata per proporre simili
commenti. La cinematografia e tutto quanto e' spettacolo e' stato distrutto in Italia, non
si sa bene da chi. Se poi si va a dare uno sguardo ai programmi Rai i films americani sono
una maggioranza spaventosa. Gli italiani ormai decisi ad accettare tutte le
"aperture" per paura di rimanere tra gli ultimi della classe, evidentemente
accettano tutto cio', con il raccapriccio che quando escono di casa si ritrovano tra le
squallide periferie di Pioltello o di Segrate o altri paesotti. Insomma si trovano
spaesati. A questo punto hanno perso o sono sulla strada diretta per perdere la propria
identita'. Del resto il patrimonio artistico italiano il piu' grande e il piu' negletto al
mondo lascia indifferente moltissima gente in Italia. Un mio collega a Roma definiva
tranquillamente "sassi" i monumenti romani inclusa la colonna Traiana. Il cinema
italiano in Nord America non esiste, se non quando un film, ultimo "La vita e'
bella" prende l'Oscar. Allora il film italiano arriva nelle sale per volere della
Miramax o di altri distributori interessati. Altrimenti i films italiani, quando ce n'e'
qualcuno in programmazione, non pubblicizzati ne' recensiti, vanno in una sola
sala a Toronto, al Carlton che dovrebbe servire per un raggio di almeno duecento
chilomentri ad essere ottimisti. Tali manchevolezze non fanno che rafforzare quella
perdita accelerata di idendita' e fa si che' le qualita' di inventiva, fantasia, estro,
capacita' di tirare fuori il tutto dal nulla grazie anche alla capacita' di
improvvisazione, divengano un bel ricordo del passato e percio' gli italiani aspettano
l'imbeccata per tutto e soprattutto per il cinema. Infine c'e' Venezia con la sua
Mostra d'Arte Cinematografica, "fiore all'occhiello" di non si sa quale
cinematografia. E' chiaro che cosi' gli hollywoodiani hanno buon gioco con
tanti saluti e ringraziamenti alla cultura italiana ed europea che fu. Raffaele
Facciola'
Vi e' piaciuto questo articolo? Avete
dei commenti da fare? Scriveteci il vostro punto di vista cliccando qui
Archivio
Attualita'
|