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I lettori scrivono
From: "Leonardo Daga (IOL)"
leonardodaga@iol.it
To: caffeeuropa@caffeeuropa.it
Subject: Calze@rete
Date: Mon, 6 Dec 1999 17:16:08 +0100
Cara Lara Ronf, in quanto conoscitore della rete e delle
sue opportunità, sono fortemente contario a queste idee idiote che si stanno diffondendo
sulla Rete. Io cercherei di vedere il tutto come un nuovo mezzo di comunicazione ed, in
quanto tale, assolutamente neutro e incline ad offrire le stesse opportunità (come
tipologìa) che fino ad adesso altri media hanno offerto, anche se la richiesta di
operatori è destinata a crescere rapidamente. Dal punto di vista della
qualità del lavoro, specialmente se si tratta del telelavoro, avrei fortemente da
obiettare... Il telelavoro è positivo solo per chi abbia reali difficoltà a recarsi
presso un posto di lavoro - per lontananza, per problemi fisici temporanei o definitivi,
per un padre o una madre che fanno i turni per gestirsi i figli, o semplicemente per
superare, talvolta, il tedio di tuffarsi nel caos cittadino in una giornata di pioggia o
di traffico impazzito. Comunque, per coloro che realmente non ne abbiano necessità, ogni
giorno, è opportuno che il telelavoro sia dosato in modo oculato. Il telelavoro spesso
significa isolamento. La maturità che si raggiunge nei rapporti interpersonali che sono
necessari in un lavoro in team va semplicemente a farsi benedire quando si ha come unico
interlocutore uno stramaledetto video di un computer, per quanto animato e simpatico possa
essere. Siamo già abbastanza alienati quando abbiamo a che fare con un ambiente di lavora
malsano. Figuriamoci ad avere come controparte una specie di HAL9000 che ti critica e che
ti invia rapporti sulla mediocrità del proprio lavoro. Un saluto a tutti i
frequentatori del caffè, Leonardo Daga leonardodaga@iol.it
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