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Alla ricerca della cittadinanza perduta.

To: caffeeuropa@caffeeuropa.it
From: Giuliana Olcese
Movimento per le riforme istituzionali
<coalizione@iol.it>

Stimolo, azione, realizzazione dei programmi in politica, si generano attraverso critica costruttiva, partecipazione democratica al contraddittorio ampio, aperto a e fra sistemi di governo centrali, periferici e rappresentanze sociali.

La tendenza comune dei primi due soggetti in campo è però quella di ottenere consenso e plauso incondizionato dai massmedia, (attenti alleati e vigili custodi inespugnabili degli "stati di fatto" in corso d'opera; anche se critici.) Ma come, quale metodo per "governare, regolare" il consenso attraverso i massmedia? Dei massmedia? Con l'orchestrazione dell'assenso-dissenso di maniera, cristallizzata e parcellizzata tra interessi interdipendenti. Non corrispondente o identificata con la società reale nel suo insieme.

Governi, partiti politici, istituzioni, esauriscono carica, potenzialità, sinergie possibili, con l'azione esasperata della pura comunicazione-mediazione massmediatica. Il "sostituto d'imposta" del rapporto diretto tra soggetti politici e cittadinanze. Questo sistema, pernicioso quanto fragile ed effimero, necessita con urgenza di riforma. Riforma della politica in senso federale, territoriale dello Stato prima ancora del federalismo fiscale, sussidiario, amministrativo.

Le riforme federaliste non possono attecchire se non si affermano, sul territorio, cultura e gestione politica federalista non confusa, di proposito, con la pratica amministrativa e burocratica. Per la cultura del personale politico nostrano, salvo sparute eccezioni, la riforma del decentramento dei poteri è indigeribile, inaccettabile, nemica. Vedi abolizione di una delle Camere, istituzione della Camera delle Autonomie, reclamata a gran voce dai massimi rappresentanti di Comuni, Province e Regioni e riduzione dei parlamentari da 630 a 500 o 400.

Il rapporto potere - dipendenza - massmediatica è, nel vissuto, più o meno quello descritto , bersagli terminali cittadini , rappresentanze civiche nazionali e locali organizzate, che trovano sempre meno, anzi non trovano più varchi non parliamo di spazi,nell informazione.

Problema posto due anni orsono da Vannino Chiti, presidente della Regione Toscana e della Conferenza delle Regioni estensore di un articolato documento a favore della TV federale e federata ai quotidiani locali. Progetto che trovò ampio consenso nel sindacato Usigrai-Rai.

L'accesso non pluralista all'informazione instaura e restaura la "cultura politica del controllo", a democrazia limitata, asfittica, compressa e a senso unico che induce a riflessioni inquietanti sulla libertà di espressione, sulla pratica politica intesa come partecipazione democratica, circolare, tra cittadini, rappresentanze sociali e poteri delegati; Masi Chiusi, alvei di "degenerazioni politico-genetiche".

In questo stato di fatto, con il crescere rapidissimo di comunicazioni, richiami, interscambi che avvengono via Internet, va costituendosi, affermandosi, si affermerà??? una anomala "democrazia-online" Non "virtuale" però (consolazione di tuttologhi distratti) ma una "democrazia" facente capo a miriadi di punti di riferimento, accoglienze, sedi di discussione, interscambi di idee, programmi, finalità terminali comuni, estraniati , lontani da spazi e luoghi tradizionali indispensabili alla politica, ma gestiti in modo respingente, che al massimo include, nell'ufficialità, il delegato, l'iscritto. Lo spazio, infinito, di Internet non è certo un indotto "pericoloso" alla politica per gli spot pubblicitari: di spot si è fatto il pieno!!

Sono gli scenari nuovi ampi, gli orizzonti senza frontiere, la globalizzazione negli scambi di idee, lo "spazio liberale" che distaccano sempre più il singolo, la comunità dalla Polis, dalla Agorà tradizionale (divenute anguste e ostili) che il personale politico gestisce isolando la società al solo confronto interno,privato,circoscritto per categorie

Chi non ricorda, con un brivido, il film-capolavoro Metropolis? Nasce così la "Democrazia-online" sommersa.

Non leaders, non punti e luoghi materiali di riferimento. Ci si incontra in un bacino neutro, un laboratorio virtuale ad accesso libero, gratuito. Ed ecco "il luogo", con diritto di spazio - voce, indifferente al richiamo aggregativo tradizionale.

Al tempo, recente, dell'omicidio D'Antona rivendicato dalle Brigate Rosse, (Giovanni Pellegrino, senatore DS e presidente della Commissione Stragi, recentemente ne ha ipotizzato probabili future azioni) molti si collegarono ai siti internet che esprimevano principi e programmi vicini ai brigatisti.

Il lungo capitolo di osservazioni e messaggi di lotta relativi "all'informazione totalizzante..." ecc, si immagina abbia suscitato approfondite riflessioni ed analisi tra informazione e istituzioni. Ma non ne sono giunti gli echi.

Lo scontro politico attuale sulla par condicio (che tocca tutti molto da vicino) ha toni e contenuti per "intimi addetti ai lavori", tema riservato, che non considera l'opportunità di prestare orecchio al di fuori dei propri recinti.

Urgente è disinnescare umori negativi in crescita e malesseri non più striscianti, ma urlati, che provengono vuoi dalla cosiddetta gente normale, che da sacche sociali esasperate che trovano fertile terreno di coltura nella politica-politicante che guarda se stessa, il suo miniuniverso, dimentica della evoluzione culturale della società reale, di coloro cui vanno rese cittadinanza, appartenenza, esistenza, partecipazione e dignità urbana.

Certo, non è una passeggiata ma dalla classe dirigente lo si pretende, è compito dei governi centrali e periferici; chi non se la sente passi la mano o coinvolga coscienza comune, rappresentanze sociali allargate ed opinione pubblica in una azione sinergica. Compito democratico degli elettori non è solo correre alle urne per riempirle, ad usum delphini, ma partecipare, dare significato e contenuti alle urne.

Finchè non si apriranno questi spazi, non si darà licenza ai cittadini di operare con visibilità, non si porrà attenzione alla meritocrazia bensì alla "omolocrazia", Paese e democrazia non saranno reali e, "il regno" di Internet, dei senza volto, risucchierà irreversibilmente le coscenze. Non è uno scenario alla Orwell, è qualcosa però molto vicina a Orwell.

Giuliana Olcese

Movimento per le Riforme Istituzionali http://www4.iol.it/coaliz

 

 

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