Il futuro dei Balcani non si discute senza il
Kosovo Tommaso Debenedetti
"Alla conferenza di Sarajevo doveva essere invitato anche il Kosovo, perché è
parte integrante del mondo balcanico. Non capisco questa esclusione, che sinceramente mi
rattrista e mi sconcerta". Mentre si apre la conferenza internazionale sulla
ricostruzione nei Balcani, il leader kosovaro Ibrahim Rugova spiega a Caffè
Europa la propria posizione.
Presidente Rugova, qual è il suo giudizio sulla conferenza per i Balcani?
"Un giudizio estremamente positivo. Lincontro di Sarajevo ha unenorme
importanza, è un segnale di forte impegno da parte della comunità internazionale. Detto
questo, però, devo aggiungere che il mancato invito ai rappresentanti del Kosovo è un
fatto assai spiacevole. Non è la prima volta che veniamo esclusi da riunioni di tal
genere. Ciò è politicamente sbagliato, e anche ingiusto".

Vorrebbe essere invitato lei, come rappresentante del Kosovo?
"Non si tratta assolutamente di un fatto personale. Il Kosovo potrebbe essere
rappresentato benissimo dallattuale amministratore Onu Kouchner. Vorrei, anzi,
formulare una proposta".
Quale?
"Propongo che la seconda riunione della conferenza internazionale per i Balcani si
tenga a Pristina. Sarebbe un motivo di speranza e di orgoglio per tutti i kosovari"
Come valuta il progetto dellUe per larea balcanica, il cosiddetto piano
Emerson o piano Marshall per i Balcani?
"Ogni progetto per la ricostruzione che segni un impegno per sanare le ferite
della guerra è una buona cosa, ma , come ripeto, per noi kosovari è essenziale poter
partecipare direttamente, e ai massimi livelli, alle discussioni che riguardano il
dopoguerra balcanico"
Com'è, attualmente, la situazione in Kosovo?
"Difficilissima, anche se molto migliore rispetto alle settimane passate. Ora il
Kosovo è una terra libera: stiamo lavorando per farne un Paese multietnico, pienamente
democratico e integrato con lEuropa. Adesso siamo sotto amministrazione
internazionale, e il nostro compito è di utilizzare al meglio questa fase di transizione
per costruire una società civile e far progredire leconomia. Poi, fra non molto
tempo, il popolo dovrà decidere per lindipendenza o per lintegrazione con un
altro Stato della regione. E questa sarà una enorme opportunità per i kosovari."
Quali sono i suoi rapporti con il leader del governo provvisorio del Kosovo, Thaci?
"Sono normali relazioni politiche. Sarebbe assai errato vedere un conflitto tra
noi. Collaboriamo e collaboreremo: non vedo alcun particolare problema!"

In Serbia il consenso a Milosevic sembra essere in calo
"La situazione della Serbia è al momento assai fluida e confusa. Le proteste
dellopposizione sono in aumento; e questo è un buon segno, ma è ancora troppo
poco, perché lopposizione è estremamente frammentata"
Ritiene che lItalia si stia adoperando in modo adeguato per il Kosovo?
"Non è un caso il fatto che Roma e lItalia restino da mesi i miei punti di
riferimento. A costo di sembrare ripetitivo, non mi stanco mai di ricordare la
straordinaria gratitudine che ho nei confronti del vostro governo. E ciò non solo per
quanto ha fatto nel corso del conflitto, ma pure per quanto continua a fare oggi. Il ruolo
dellItalia è indispensabile per il Kosovo e per tutta larea balcanica".
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