Sinistra, impara a comunicare le tue ragioni
Tommaso Debenedetti
Un forum permanente tra le riviste della sinistra italiana per
discutere, promuovere iniziative, far circolare idee e cultura. E questa la proposta
che il periodico Il Ponte , fondato da Piero Calamandrei, ha formulato nel
corso di un incontro svoltosi martedì 13 a Roma, nella Sala del Cenacolo della Camera dei
Deputati. Con Andrea Margheri, della direzione de Il Ponte , hanno discusso
autorevoli esponenti del mondo politico e culturale, tra i quali Pietro Folena, Fabio
Mussi, Alfredo Reichlin, Paolo Sylos Labini, Nerio Nesi (nelle vesti di rappresentante
della rivista Rinascita), e il direttore di Reset e Caffè Europa
Giancarlo Bosetti.
"Dai prossimi mesi - ha esordito Margheri - le riviste della
sinistra dovranno dar luogo ad un ampio confronto politico e culturale. Si tratta di
unurgenza assai forte, perchè oggi si assiste troppo spesso ad un notevole
scollamento tra azione politica e progetto culturale, tra fatti e idee". "La
rapidità dei processi di globalizzazione - ha continuato il direttore de Il Ponte
- non consente più una politica spicciola, unazione governativa priva di
idee". Margheri non ha mancato di indicare alcune priorità: "Se la sinistra di
governo non difende il ruolo della coalizione , non è allaltezza del proprio
compito storico. In tal senso è auspicabile un rilancio dellUlivo. Quel che è
davvero essenziale, e costituisce la base di ogni possibile discorso sulle vie della
sinistra, è inquadrare ogni analisi, ogni dibattito, in un costante riferimento alla
realtà europea".
Paolo Sylos Labini si è soffermato sullinquietante situazione
politica italiana, contrassegnata, a suo dire, dallaffermazione del partito di
Berlusconi, da una persistente corruzione, da un costante aumento del potere dei potentati
economici. Resta - secondo il celebre economista - la speranza che la morale torni ad
essere l'essenza della vita pubblica: perché ciò avvenga, tuttavia, è necessario
"essere consapevoli del dramma in cui ci dibattiamo: gli intellettuali hanno, in
questo, un fondamentale ruolo da giocare".
Al tema dellesigenza di moralità nella vita pubblica si è
richiamato Giancarlo Bosetti. "In un recente convegno sulla Terza via - ha spiegato
il direttore di Reset - si sottolineava come il clima di libertà e benessere
proprio dei Paesi economicamente più evoluti abbia come risvolto negativo lo sgretolarsi
dei legami comunitari e familiari e produca un nuovo fabbisogno di moralita e nuove
domande alla politica circa gli scopi dellazione pubblica. In Italia, questo bisogno
di moralità è addirittura al cubo, a causa delle magagne del passato".
In merito alla proposta avanzata da Il Ponte, Bosetti si è
dichiarato pienamente concorde: "Il confronto fra le riviste è confronto di idee,
confronto ideologico. E ciò è essenziale, in quanto oggi dobbiamo finalmente imboccare
una strada: cè chi propone che quella strada coincida con i tradizionali movimenti
storici (il movimento operaio, ad esempio), mentre altri ritengono che si debba passare
attraverso la creazione di maggioranze, laggregazione di forze eterogenee. Però
sarebbe sbagliato continuare ad affermare che luna cosa sia uguale
allaltra!"
Quale via imboccare, dunque? "Difficile dare una risposta",
ha affermato Bosetti. "Di certo, a mio avviso, proposte come quella Blair-Schroeder
non rappresentano una soluzione, anche perché incardinano la sinistra in valori che non
sono quelli costitutivi della sinistra: limpresa, il successo individuale
La
soluzione, dunque, non si è ancora trovata: bisogna proseguire nella ricerca. In Italia,
ciò è reso ancora più urgente dal fatto che il personale politico del centro-sinistra
non percepisce il bisogno di senso, di visione che avrebbe bisogno di una nuova sapienza
retorica. Non si capisce che la retorica, nel senso piu alto, è un intermediario
indispensabile fra potere e consenso, e questo non fa che aumentare il distacco fra
politica e cittadini".
Alle tesi di Bosetti si è rifatto, nel suo intervento, Nerio Nesi.
"Il collegamento tra le riviste della sinistra è indispensabile, e noi di
Rinascita ci crediamo con forza. Lideologia è necessaria, non dobbiamo
vergognarcene. Bosetti ha perfettamente ragione sul fatto che la sinistra oggi abbia una
totale assenza di retorica. Si dovrebbe prendere esempio da quel gigantesco, efficacissimo
spettacolo di retorica imprenditoriale che è stata la celebrazione, a Torino, dei cento
anni della Fiat. Le riviste hanno dunque, in questa situazione, un ruolo determinante:
possono comunicare ideologicamente, spiegare, ad esempio, le ragioni della recente
sconfitta elettorale, evitare che la sinistra, come spesso accade, faccia male a se
stessa. Possono affrontare i grandi temi della ricerca scientifica e tecnologica, che
consentirebbero allEuropa di affrancarsi dallo strapotere statunitense. Insomma - ha
concluso Nesi - dobbiamo prepararci ad una grande battaglia, ed attrezzarci con le armi
delle idee e della cultura!"
Sul terreno più marcatamente politico si è mossa lanalisi di
Fabio Mussi. "Suonano, oggi, tutti i campanelli dallarme. A punire la sinistra
è stato, principalmente, lastensionismo: un astensionismo di protesta, di rifiuto.
In tale difficilissima situazione il bisogno di cultura è enorme, ed inderogabile è la
necessità di costruire le idee, per interpretare i fatti e per creare azione politica.
E anche, come sottolineava Bosetti, necessaria una retorica nella quale
indubbiamente siamo deboli". "La sinistra", ha spiegato il capogruppo dei
Ds alla Camera, "è stata consapevole, dieci anni fa, della svolta di fine secolo in
Europa. Io sono fra coloro che decretarono lo scioglimento del Pci, che affrontarono il
travaglio del rinnovamento della sinistra italiana. Ora avvertiamo drammaticamente che una
forza come il Pds, oggi Ds, che era apparsa come ponte verso la seconda Repubblica rischia
di essere lultimo caduto della prima".
"La vera, grande idea della politica di questi anni", ha
proseguito Mussi, "fu lUlivo: unalleanza delle forze di centro-sinistra
su base programmatica che emanò fascino, creò consenso. Sulla base di tale idea, si
raggiunse il miracolo dellentrata nelleuro, impresa impossibile senza il forte
consenso di tutta la società italiana. Dopo aver sfiorato il traguardo, rischiamo ora di
cadere sul più bello. Il governo Prodi è caduto per lirresponsabilità di
Bertinotti, e da allora la confusione, il disincanto, il disgusto sono cresciuti,
nonostante limpeccabile gestione - davvero di altissimo profilo - della crisi in
Kosovo"
"Mentre si agisce, poiché la politica non può ammettere soste,
occorre lavorare ad un solido sistema di idee", continua Mussi. "Idee nuove, o
magari anche idee tradizionali, purché radicalmente rinnovate. Il centro-destra è carico
di suggestioni forti, ma non dobbiamo lasciarci abbagliare. Dobbiamo invece muoverci in
una vera sfida verso gli avversari, con una vera lotta politica che segni nettamente,
visibilmente, la frontiera fra noi e la destra. Occorre, per questo, una grande lotta di
idee. E la cultura è una necessità assoluta: non solo per le élite, ma anche per
dialogare con milioni di cittadini. Cera un tempo, intorno ai primi anni '70, in cui
le riviste di sinistra vendevano decine di migliaia di copie, non solo alle élite più
colte. Bisogna provare a raggiungere di nuovo quel risultato. Non è impossibile, basta
crederci a fondo!"
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